Lunedì nero per i mercati azionari, le prime reazioni dei gestori esteri

Finance News
Jason Leung (Unsplash)

Inizio di settimana con cali significativi sui mercati. In seguito ai dati sull'occupazione statunitense pubblicati venerdì, alcuni investitori hanno puntato i riflettori sui timori evidenti di una recessione negli Stati Uniti, che potrebbe ripercuotersi sugli asset finanziari.

L'Asia ha registrato perdite significative, concretizzando uno dei giorni peggiori per il Nikkei 225 (-13,47%) dal lunedì nero del 1987, quando perse circa 3.836 punti (la perdita odierna è stata di circa 4.451 punti). Questo crollo ha destato preoccupazione nei mercati asiatici, che sono scesi tra il 3% dell'S&P AXS 200 e l'11% del Kospi 100. In Europa i cali sono inferiori al 5%, mentre i futures americani indicano un'apertura in territorio negativo.

In profondo rosso anche gli asset volatili come le criptovalute, con cali per Bitcoin e Ethereum superiori alla doppia cifra.

Prime reazioni

"I deludenti risultati trimestrali pubblicati da alcune grandi società tecnologiche come Alphabet, Intel e Amazon e i dati sul mercato del lavoro statunitense molto inferiori alle attese", sono gli argomenti sottolineati da Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia per spiegare il tonfo dei mercati di ultimi giorni.

Lo strategist aggiunge di ritenere che la Fed possa aver sottovalutato gli effetti negativi di un mantenimento troppo prolungato dei tassi di interesse a livelli elevati. "Non escludiamo che un prolungato periodo di volatilità sui mercati azionari possa anche portare la Fed a convocare il FOMC (il comitato operativo) per una riunione straordinaria per tagliare i tassi di interesse di 25 punti base", afferma l'esperto.

Nel frattempo, Andrew Jackson, responsabile del reddito fisso di Vontobel, allude alla debolezza dei dati sull'occupazione, osservando che i mercati rimangono in linea di massima ai massimi o in prossimità di essi, e che la gravità della correzione rimane poco chiara. "Le obbligazioni societarie rimangono ben isolate dallo shock di mercato, quindi i potenziali deflussi, che potrebbero essere un catalizzatore per ulteriori cali in mercati già stressati, saranno probabilmente moderati, e vediamo persino la possibilità di afflussi".

I dati sull'occupazione presentano dei limiti

Tiffany Wilding, economista di Pimco, approfondisce i dati sull'occupazione e commenta che "sebbene i numeri principali siano stati più deboli del previsto, ci sono alcune riserve nei dettagli, che continuano a dipingere un quadro di un'economia in rallentamento ma non ancora in crisi". "L'uragano Beryl in Texas e l'incapacità dei fattori stagionali di adeguarsi completamente alle assunzioni stagionali ha probabilmente contribuito alle interferenze", afferma.

L'economista aggiunge che l'aumento del tasso di disoccupazione si è verificato senza un calo evidente del tasso di occupazione, suggerendo un aumento dell'offerta di lavoro. L'economista conclude che la creazione di posti di lavoro negli Stati Uniti è rallentata a 114.000 unità a luglio e il tasso di disoccupazione è salito al 4,25%, sfiorando la cosiddetta regola di Sahm, un indicatore affidabile di recessione, che "consolida un taglio dei tassi della Fed a settembre e aumenta il rischio che la Fed riveda le sue previsioni per indicare una cadenza più rapida dei tagli futuri".

Gli investitori restano in attesa di eventuali annunci da parte delle banche centrali, da qui l'importanza del simposio annuale di politica economica di Jackson Hole, che si terrà a metà agosto e che potrebbe fare maggiore chiarezza.

Come dovrebbero reagire gli investitori?

Con una correzione apparentemente eccessiva e un dollaro in apprezzamento, Gregor MA Hirt, CIO Multi-Asset di Allianz GI, sottolinea che "è troppo tardi per shortare le azioni giapponesi. Per quanto riguarda le azioni statunitensi, invece, privilegiamo solo modeste posizioni lunghe nei nostri portafogli, tenendo d'occhio i prossimi dati economici statunitensi e l'andamento delle elezioni americane". L'esperto osserva che è saggio tenere d'occhio i mercati del credito, poiché è più probabile che la Fed intervenga se i mercati del credito appaiono vulnerabili.

D'altra parte, la cautela è all'ordine del giorno, come sottolinea Alexis Bienvenu, gestore di fondi presso La Financière de l'Echiquier (LFDE), "sebbene l'andamento prevedibile dei tassi d'interesse suggerisca che il secondo semestre dell'anno sarà piuttosto favorevole per le azioni europee, le incertezze politiche potrebbero alterare il contesto. Inoltre, la crescita statunitense sembra mostrare segni di debolezza, che potrebbero avere un impatto sul sentiment del mercato europeo".