Martinelli (Banca Generali): “Tematici, uno strumento di diversificazione”

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Alberto Martinelli, foto ceduta (Banca Generali)

L’aumento della liquidità è un fenomeno che sta interessando solo a livello marginale la clientela di Banca Generali. “Da inizio anno, infatti, i nostri private banker hanno impostato i portafogli della clientela in modo da sfruttare il momento favorevole dei mercati, supportati da una view strategica della Banca in cui è stata confermato il sovrappeso di azioni”, spiega Alberto Martinelli, head of Portfolio Advisory di Banca Generali.Resta tuttavia il nodo della liquidità che era già presente sui conti e in quest’ambito siamo tutti consapevoli che soluzioni risk free non esistono e il mercato obbligazionario si trova ancora schiacciato su tassi bassi e spread ai minimi storici, senza contare l’effetto inflazione”.

La Banca ha strutturato un portafoglio semplice, basato su pochi strumenti, che consente di investire la liquidità sui conti con un livello di rischio complessivamente ridotto. La struttura prevede l’utilizzo di asset class o approcci gestionali che possano compensarsi tra loro nelle diverse fasi di mercato, come ad esempio fondi multi-asset a bassa volatilità con fondi contrarian, fondi total return con duration contenute e comparti alternativi per ricercare fondi di reddito, quindi di rischio, differenti rispetto alle principali asset class. Completano l’asset allocation fondi corporate di alta qualità sui covered bond a breve termine, quale parcheggio a rendimento pressoché nullo, in attesa che si presentino migliori occasioni di incremento nei comparti a spread.

Prodotti d’investimento

“Il contesto dei mercati e la situazione dei tassi ci porta ancora una volta a privilegiare il comparto azionario, sebbene a livello strategico si sia gradualmente ridotto il sovrappeso nei mesi estivi. Ci ritroviamo ancora nell’ormai noto paradigma del TINA (There is no alternative, ndr) a cui è difficile sottrarsi totalmente, ma all’interno degli asset rischiosi è fondamentale apportare settori e temi che possano offrire maggiore resilienza in un mercato che potrebbe diventare molto più volatile”, spiega Martinelli. L’esperto indica come la società stia monitorando con attenzione settori che hanno ben performato ma che potrebbero subire riduzioni importati dei margini a seguito dei rincari delle materie prime. “Per tale motivo abbiamo selezionato gestori con approcci long-short che siano in grado di approfittare di questa condizione, intercettando le aziende meglio posizionate per mantenere costante la crescita degli utili”.

A livello di portafoglio ne consegue anche un beneficio dal punto di vista della decorrelazione, elemento imprescindibile per restare investiti in questo contesto.  “Nell’ambito dei comparti ESG continuiamo inoltre a preferire i fondi che nei passati episodi di volatilità avevano sofferto minori drawdown. L’obiettivo prioritario da qui a fine anno è quello di mantenere le performance acquisite piuttosto che ricercare la massimizzazione della performance”. Più complicato appare invece il discorso sull’asset obbligazionario, ma anche in questo caso il messaggio è molto simile a quello appena visto sul comparto azionario: “l’assenza di rendimenti e in presenza di rischi crescenti (spread compressi, inflazioni in rialzo, e così via) ci portano ad avere un approccio cauto, sia da un punto di vista di spread sia da un punto di vista di duration”.

Tematici

I tematici sono uno strumento molto interessante per allargare le maglie della diversificazione all’interno dei portafogli della clientela private di Banca Generali. “In questo momento, considerato il contesto macro a livello internazionale, guardiamo prevalentemente a quelle soluzioni tematiche che puntano a intercettare i trend strutturali che cambieranno il mondo economico e produttivo negli anni a venire, anche in chiave ESG”, sottolinea Martinelli. “In sostanza, puntiamo prevalentemente sulla mobilità smart, sull’economia circolare, lo smart food e le smart cities, la green Energy e i cambiamenti climatici. La recente fase di violenta rotazione strutturale ci ha comunque dimostrato che non bisogna mai rinunciare a un approccio diversificato e che tenga conto anche delle valutazioni fondamentali di aziende e settori magari più tradizionali, ma che su determinati livelli di prezzo – conclude – rappresentano delle interessanti opportunità”.