Per analizzare l’andamento del mercato delle commodity è necessario operare un distinguo tra i due macro-mercati, l’Europa, alle prese con la guerra in Ucraina, gli USA con la nuova amministrazione Trump.
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I prezzi delle materie prime sono fortemente influenzati da una serie di fattori, ma come di consueto, l'offerta e la domanda giocano un ruolo centrale. Una crescente richiesta di risorse da parte dei Paesi in via di sviluppo, unita a una produzione limitata o interrotta, tende ad aumentare i prezzi. Le condizioni climatiche, come siccità o alluvioni, possono danneggiare le coltivazioni o le infrastrutture di estrazione, provocando scarsità e, di conseguenza, rincari. Non meno importanti sono le politiche fiscali e le decisioni geopolitiche: tariffe, sanzioni o guerre commerciali, infatti, creano incertezze sui mercati e alterano l'accesso alle risorse.
Le recenti tensioni in Ucraina, per esempio, hanno scosso i mercati energetici globali, spingendo il costo del gas e del petrolio verso l’alto. In questo scenario, i consumatori e le aziende si trovano a dover affrontare continui aumenti, che a lungo termine potrebbero influire sul costo della vita e sulla competitività industriale.
Natural Gas
Bisogna però operare un distinguo tra scenario europeo e scenario americano:
Scenario europeo
Come spiega Giacomo Calef, country head Italia di NS Partners, i conflitti internazionali in corso potrebbero determinare la crescita dei prezzi delle materie prime e dei beni lavorati con conseguente maggiore inflazione importata. “Un’altra sconfitta sarà probabilmente la Russia”, spiegano Roy Adkins, sovereign credit analyst, Ivan Morozov, sovereign credit research analyst, e Elliot Shue, corporate credit analyst, T. Rowe Price. “Dopo l'invasione dell'Ucraina, l'impellente necessità dell'Europa di diversificare le proprie forniture energetiche ha generato un calo dell'80% degli scambi commerciali con l'Unione Europea. Non c'è alcuna prospettiva che l'Europa torni ad approvvigionarsi di petrolio e gas russi, e tutto questo costringerà la Russia a dirottare le sue esportazioni energetiche verso partner geopolitici più vicini, come la Cina e l'India”.
Scenario americano
Secondo Nitesh Shah, head of Commodities and Macroeconomic Research, WisdomTree, in uno scenario ribassista, in cui c’è una revisione della politica della Fed, con la Banca centrale che rimane ben distante dai tagli dei tassi previsti dal consenso, le prospettive sono che l'inflazione scenda al di sotto del target in un contesto monetario rigido. “L'oro inizialmente precipiterà a 2.200 USD/oncia, concludendo il quarto trimestre del 2024 con la maggior parte della correzione anticipata. L'oro terminerà poi l'orizzonte di previsione (To3 2025) a 2.440 USD/oncia”.
E il petrolio?
Per quanto riguarda il petrolio, “con l'approccio ‘drill baby drill’ di Trump, i produttori statunitensi di petrolio e gas potrebbero vedere condizioni favorevoli, soprattutto perché le sue politiche si concentrano sui combustibili fossili”, spiega Johan Van Geeteruyen, CIO Fundamental Equity di DPAM. “Mentre la produzione di petrolio statunitense ha raggiunto livelli record sotto il governo Biden-Harris, un'amministrazione Trump potrebbe incrementare ulteriormente la produzione attraverso la deregolamentazione e l'aumento dei permessi di trivellazione”, sostiene l’esperto. Una maggiore attenzione all'esportazione di petrolio e gas potrebbe infine essere vantaggiosa per l'Europa, che ha bisogno di grandi quantità di gas liquido statunitense.
Materie prime
Categoria Morningstar
YTD%
Rend. 1Y %
Rend. 3Y %
Rend. 5Y %
Dev. Standard 3Y
Materie prime - Metalli Industriali
-9,36
-4,21
28,88
-
26,48
Materie Prime - Metalli Preziosi
19,17
25,88
4
7,1
15,45
Materie Prime - Energia
1,69
-5,42
1,82
-1,23
26,11
Materie Prime - Generiche
1,84
-0,44
0,2
5,28
14,65
Fonte: Morningstar. Dati in euro al 17 novembre 2024.