Mercati complessi, quattro trend chiave per battere l’orso

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Nine Koepfer (Unsplash)

I mercati stanno attraversando una fase di grade difficoltà e il 2022 passerà alla storia come un anno nero per le forti perdite che hanno registrato la maggior parte delle asset class. E guardando al 2023, per la stretta sui tassi, l’inflazione più ostica del previsto e soprattutto il rischio dell’arrivo di una recessione, non ci sono dei segnali di miglioramento in vista. La fine del mercato orso insomma non sembra ancora vicina. Eppure, come sempre nei momenti di incertezza è indispensabile mantenere i nervi saldi. E per farlo un buon modo è di guardare più in là dell’ostacolo, concentrandosi sul lungo periodo. In quest’ottica, gli esperti di GAM Investments hanno individuato quattro tendenze chiave destinate a durare oltre questo momento complicato e che possono aiutare gli investitori a diversificare il portafoglio.

Lusso

Diversamente da come molti si aspetterebbero, l’aumento del costo della vita non penalizza il settore del lusso. Anzi, secondo l’analisi di Swetha Ramachandran, Investment director, Luxury Brands Equities, viene considerato dai consumatori come una copertura contro l'inflazione, il che, a sua volta, ne alimenta l'attrattiva in termini di investimento. “Il settore beneficia di un potere di determinazione dei prezzi eccezionale e di una limitata elasticità della domanda rispetto a un contesto inflazionistico” analizza Ramachandran. “Nel complesso, nonostante le difficili condizioni di mercato attuali, riteniamo che le prospettive per il settore del lusso rimangano rosee”, spiega. “I consumatori desiderano fortemente ritornare a una vita pre-Covid ed è per questo che le esperienze stanno registrando un forte recupero, con i viaggi e la ricettività, i vini, i liquori e le aziende di cosmetica e cura della pelle che ne sono i primi beneficiari, insieme alla moda, poiché i consumatori stanno rinnovando il proprio guardaroba dopo due anni”, dice. Uno dei maggiori catalizzatori del riavvicinamento dei consumatori europei al lusso, dopo la pandemia, è stata la continua trasformazione digitale delle abitudini di acquisto: “In soli 10 mesi del 2020 si è verificata una penetrazione dell'e-commerce pari a quasi dieci anni e i consumatori si sono trovati sempre più a proprio agio nel comprare online articoli costosi”, dice l’esperta.

AI e tecnologia

Secondo Mark Hawtin, Disruptive Strategist, head of Growth Equities team il settore tecnologico e le aziende growth nell’occhio del ciclone per i forti ribassi possono rappresentare un’opportunità. Giocano a loro favore le valutazioni interessanti e la capacità di preformare anche in un ambiente di rialzo dei tassi. “Con il percorso dei tassi d'interesse al rialzo, ma con una traiettoria e un’entità quanto mai incerte, gli asset di crescita a lunga duration continuano a essere segnati al ribasso”, dice Hawtin. “Tuttavia, in molti casi i fondamentali non sono cambiati e in effetti, in aggregato, le aspettative di vendita per le azioni globali sembrano essere leggermente diminuite ma non di molto nell'ultimo anno”, osserva. “Riteniamo che in questo momento la price action delle azioni e le valutazioni abbiano fatto molto per riflettere il rischio di un calo degli utili che potrebbe essere previsto da una recessione in corso”, analizza. Alla luce di ciò, Hawtin ritiene che il mercato stia valutando in modo errato le opportunità che si presentano in questo momento. “Ci saranno alcune aree del mercato che vedranno tagli significativi ai ricavi e agli utili a causa del rallentamento dell'economia. I beni di consumo discrezionali potrebbero essere un buon esempio, in quanto i consumatori che avevano accumulato liquidità e si trovavano in una situazione di domanda repressa nella fase post-pandemica ora iniziano a ritirarsi. Tuttavia, ci sono poche prove che i trend di crescita dirompenti siano stati colpiti e, anzi, le pressioni salariali e le preoccupazioni economiche potrebbero riorientare le aziende sulla linea dei costi, consentendo un'accelerazione nell'adozione di tecnologie dirompenti", afferma.

Cina

Jian Shi Cortesi, Investment director, Asia/China Equities, ha fatto il punto sulla situazione in Cina, dalla politica zero Covid al settore immobiliare. “Non è probabile che si assisterà a un cambiamento immediato della politica cinese di zero Covid. Tuttavia, vediamo che le restrizioni sono sempre più pratiche. I lockdown generalizzati sono ora più rari. Si assiste invece a chiusure più mirate al fine di bilanciare le restrizioni Covid e l'impatto economico", afferma l’esperta. Vi sono poi i timori per le difficoltà attraversate settore immobiliare del Dragone. Jian Shi Cortesi ammette che il settore stia rallentando, ma esclude la possibilità dello scoppio di una bolla e di rischi sistemici per l’economia cinese. “Secondo alcuni esperti, le vendite annuali di nuove case dovrebbero scendere a 1-1,2 miliardi di mq nei prossimi anni, rispetto agli 1,6 miliardi di mq del 2021. Ciò costituirà un freno al tasso di crescita del PIL”, spiega. “La sottoscrizione dei mutui in Cina è relativamente conservativa. Gli acquirenti di una prima casa di solito pagano un acconto minimo del 20-30%, mentre agli acquirenti di una seconda casa viene generalmente richiesto un anticipo del 40-70% del valore dell'immobile. Non esistono mutui subprime. Di conseguenza, le famiglie cinesi non sono eccessivamente indebitate e il loro reddito è in crescita. A nostro avviso, ciò fornisce un sostanziale cuscinetto per il rimborso dei mutui in essere”, argomenta.

Transizione energetica in Europa

Le prospettive per l’Europa alle prese con la crisi energetica sono piuttosto cupe. Ma secondo Niall Gallagher, head of European Equities si presenteranno anche delle opportunità. “Le società del settore energia del futuro sono quelle che operano nelle settore delle rinnovabili e delle basse emissioni di carbonio”, dice. “Per il settore industriale è necessario invece effettuare investimenti nelle infrastrutture e nell'elettrificazione per raggiungere la decarbonizzazione e la transizione verso emissioni zero. Ciò significa che sono necessarie nuove infrastrutture e sistemi energetici, nonché investimenti in aree come gli edifici residenziali e commerciali che devono essere decarbonizzati”, conclude.