Mercati, ecco come gestire la discesa dei tassi di interesse durante il corso dell'anno

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Foto: Nick Hidalgo (Unsplash)

Gestire la discesa dei tassi di interesse per cercare di comprendere quando avrà inizio e quanto profonda potrà rivelarsi. L'opinione di Nicola Mai, economista e analista del Credito Sovrano di PIMCO in occasione della presentazione del Cyclical Outlook negli uffici della società a Milano .

L'inflazione si è attestata oltre il picco e iniziano a comparire i primi segnali di aumento dei tassi di disoccupazione. "Questo crea un contesto in cui i tassi possono cominciare a scendere nonostante, al momento, i mercati stiano scontando un numero di tagli troppo aggressivi rispetto a quello che effettivamente accadrà e questo avrà, chiaramente, delle implicazioni per il reddito fisso", spiega l'esperto.

Inoltre, alcuni analisti si aspettano uno scenario caratterizzato da soft landing senza recessione. "Si tratta di un evento possibile anche se molto raro e i rischi rimangono più alti rispetto a ciò che sconta il mercato", dice. Un altro tema da sul quale porre attenzione, a detta dell'esperto, è la divergenza che intercorre tra la politica monetaria a livello globale con le diverse dinamiche fiscali. "Direi che da un punto di vista della crescita prevediamo una riduzione di marcia verso la stagnazione o una lieve recessione nel 2024". Nonostante l'economia statunitense si sia dimostrata, sino a questo momento, piuttosto resiliente. "Negli USA lo stimolo fiscale è stato molto significativo nel 2023, ma la politica fiscale globale è destinata a diventare restrittiva nel 2024. Sarò inoltre l'anno delle elezioni, e con un congreso diviso non è possibile aspettarsi cooperazioni tra repubblicani e democratici", ammette.

Secondo Mai, storicamente, le banche centrali cominciano a tagliare quando la disoccupazione inizia a salire e ci troviamo già al giusto timing. "Nonostante questo, gli istituti centrali rimarranno cauti per alcuni motivi come i livelli di inflazione più alta da decenni, la crescita salariale che rimane elevata poiché il mercato del lavoro è ancora forte e, infine, c’è la paura di attuare un taglio dei tassi troppo presto e commettere gli errori del passato", commenta.

Spostando lo sguardo e tornando in Europa, non è difficile constatare come il Vecchio continente sia ben più debole degli Stati Uniti, non avendo beneficiato dello stesso stimolo fiscale. "Va detto che i risparmi reali stiano diminuendo ovunque ma in Europa di più rispetto che negli USA", prosegue. La Bce, che si è riunita la scorsa settimana, a detta di Mai, potrebbe muoversi prima e in maniera più aggressiva con il taglio dei tassi ma il percorso dei due istituti centrali dovrebbe essere simile. "Anche se Francoforte, almeno in linea più teorica, sarà più aggressiva nel combattere l’inflazione rispetto alla Fed, e più propensa ad arrivare davvero al target del 2%", sottolinea.

Le implicazioni per gli investimenti

Alla luce del quadro delineato in precedenza, l'esperto passa in rassegna alcune implicazioni per gli investimenti e l'asset allocation. Per PIMCO i bond presentano delle opportunità, e si rivelano più attraenti rispetto all’azionario. "Nel nostro scenario base i rendimenti sui bond dovrebbero essere abbastanza ancorati, se ci dovesse essere uno scenario recessivo i bond sovraperfomerebbero notevolmente. Mentre in uno nello scenario di inflazione più vischiosa soffrirebbero indistintamente tutte le asset class, ma anche in questo caso con i bond ci si garantirebbero i coupon", ammette.

Secondo Mai questo è inoltre il momento per allungare la duration, con esposizioni di bond con una scadenza di 5-10 anni. Per quanto concerne gli asset di credito, "vogliamo stare sulla qualità, mantenendo una certa dose di cautela sia sull'azionario che sui bond societari generici preferendo quelli di qualità, intravediamo inoltre molte opportunità nel credito cartolarizzato capaci di dare rendimenti interessanti con un rischio limitato", spiega.

Infine, un accenno ai mercati privati, un universo in cui PIMCO è molto attivo da 15 anni. "In questo senso vediamo molte opportunità ma anche in questo caso con cautela, ci troviamo in un ambiente in cui le banche stanno concedendo meno prestiti rispetto al passato anche a causa di pressioni regolamentarie", conclude.