Nell’ultimo mese sono stati due i fattori che hanno riportato nervosismo e incertezza sui mercati finanziari: da un lato le trattative tra i vertici europei e il governo greco dall’altro, la volatilità sui tassi di interesse. Ecco la view di Anima SGR.
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La volatilità continua a dominare la scena. Nell’ultimo mese sono stati due i fattori che hanno riportato nervosismo e incertezza sui mercati finanziari: da un lato le trattative tra i vertici europei e il governo greco dall’altro, la volatilità sui tassi di interesse, tanto da poter parlare di un primo assaggio di quanto si potrebbe verificare con l’ormai prossima stretta della politica monetaria della Federal Reserve in America.
"E’ indubbio che l’aggravarsi della situazione greca viene ad aprire inediti scenari e che la situazione si presenti in continua evoluzione e come tale vada costantemente monitorata", dice Armando Carcaterra, direttore investimenti di Anima SGR. Per quanto riguarda l’approccio del team gestionale di Anima, nei confronti della Grecia, da tempo esso è improntato all’estrema cautela. L’esposizione dei portafogli dei fondi Anima verso titoli obbligazionari greci – sia verso obbligazioni governative che societarie - è pari a zero; in merito invece ai titoli azionari è limitata a una percentuale minima (0,4% circa) all’interno dei portafogli dei fondi azionari specializzati sui Paesi emergenti (categoria di cui il mercato greco fa parte).
"Tuttavia, il rischio Grecia non è purtroppo limitato soltanto ai titoli greci: scenari di insolvenza dello stato greco o di uscita (“Grexit”) dall’Euro hanno già avuto e potranno avere ricadute importanti su tutte le asset class, a partire da quelle relative ai Paesi della Periferia Euro", affermano da parte della società. Uno dei vantaggi essenziali dei prodotti di risparmio gestito e dell’utilizzo di una gestione attiva consiste proprio nella possibilità di poter intervenire rapidamente e dinamicamente sui portafogli in funzione dell’evoluzione del contesto di mercato. Il team gestionale di Anima è andato in questa direzione e negli ultimi mesi, soprattutto sui fondi bilanciati e flessibili, ha incrementato la quota di liquidità - che potrà essere utilizzata nelle prossime settimane per investire in titoli o mercati che dovessero essere ingiustamente penalizzati in un contesto di alta volatilità - riducendo, sul fronte obbligazionario, la duration dei portafogli e l’esposizione verso la Periferia, che potrebbe, anche a dispetto di fondamentali solidi, subire ancora una temporanea impennata dello spread. Più in dettaglio, i portafogli dei fondi Anima continuano a privilegiare le Borse europee, "che pensiamo possano ancora crescere, in quanto sostenute dal QE della BCE, dall’indebolimento della moneta unica, ma anche dal miglioramento del quadro macro e dall’incremento degli utili delle aziende della zona Euro".
Se la vicenda greca non dovesse risolversi positivamente, nel breve periodo continuerà ad esserci volatilità, pertanto la scelta di Anima si conferma quella di mantenere sull’asset class azionaria una visione neutrale, continuando tuttavia all’interno dei suoi fondi a privilegiare i listini europei. “Le rinnovate preoccupazioni sulla situazione della Grecia hanno giustificato una maggiore cautela da parte degli investitori. Tuttavia, a nostro avviso, la Borsa italiana, se pur le valutazioni non risultino più a buon mercato come un tempo, resta tra i listini più promettenti per i prossimi mesi, sostenuta da basse valutazioni, in un contesto di ripresa economica, che porterà a una crescita degli utili aziendali. Nella gestione dinamica dei nostri fondi azionari italiani si conferma fondamentale l’attività di selezione dei titoli. In particolare, oggi i sovrappesi più significativi restano quelli sui titoli bancari, sul comparto dei beni discrezionali, del lusso e dei media”.
“I titoli di stato italiani subiscono ora ulteriori pressioni a causa della questione greca. Per quanto riguarda il posizionamento di Anima, in questa fase, che "riteniamo comunque transitoria,
siamo intervenuti con alcuni aggiustamenti tattici, volti a ridurre la duration dei portafogli, il peso sulla Periferia e sull’Italia, privilegiando i titoli governativi italiani legati all’inflazione e riducendo il peso sull’asset class degli high yield europei, pur ritenendola ancora interessante, così come quella dei titoli corporate. Tuttavia, dal momento che le nostre aspettative per quanto riguarda la crescita economica e le decisioni di politica monetaria sono state confermate, la visione di Anima resta costruttiva rispetto a quella più pessimistica del mercato. In particolare, la nostra visione è supportata da due considerazioni: in primo luogo crediamo che la BCE non abbia intenzione di interrompere prima del tempo il programma di QE, in secondo luogo riteniamo che molto del nervosismo e della volatilità che si è creata anche sui titoli governativi italiani rappresenti un effetto del lungo negoziato ellenico per evitare il default della Grecia e non abbia invece nulla a che fare con i fondamentali italiani”, concludono.
“I titoli di stato italiani subiscono ora ulteriori pressioni a causa della questione greca. Per quanto riguarda il posizionamento di Anima, in questa fase, che "riteniamo comunque transitoria,
siamo intervenuti con alcuni aggiustamenti tattici, volti a ridurre la duration dei portafogli, il peso sulla Periferia e sull’Italia, privilegiando i titoli governativi italiani legati all’inflazione e riducendo il peso sull’asset class degli high yield europei, pur ritenendola ancora interessante, così come quella dei titoli corporate. Tuttavia, dal momento che le nostre aspettative per quanto riguarda la crescita economica e le decisioni di politica monetaria sono state confermate, la visione di Anima resta costruttiva rispetto a quella più pessimistica del mercato. In particolare, la nostra visione è supportata da due considerazioni: in primo luogo crediamo che la BCE non abbia intenzione di interrompere prima del tempo il programma di QE, in secondo luogo riteniamo che molto del nervosismo e della volatilità che si è creata anche sui titoli governativi italiani rappresenti un effetto del lungo negoziato ellenico per evitare il default della Grecia e non abbia invece nulla a che fare con i fondamentali italiani”, concludono.