MFS: rischio accumulo di fragilità nei bilanci aziendali nel post Covid

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Maxim Hopman (Unsplash)

Lo scopo dei mercati è fornire un meccanismo di fissazione dei prezzi all'economia. I prezzi danno ai produttori i segnali di cui hanno bisogno per gestire la produzione e allocare efficientemente le risorse. I prezzi delle azioni e delle obbligazioni svolgono lo stesso ruolo: sono un meccanismo che serve a scontare il rischio. Ma secondo Robert M. Almeida Jr., portfolio manager e global investment strategist di MFS, come conseguenza degli ingenti stimoli di banche centrali e governi durante la pandemia, i mercati finanziari non hanno potuto svolgere la loro naturale funzione di determinazione dei prezzi. “Quando la volatilità viene eliminata a tavolino dalle banche centrali, la funzione dei mercati viene inibita. Ma la fragilità di fondo del mercato persiste”, evidenzia l’esperto. “Aziende non più in grado di competere sopravvivono oltre la propria data di scadenza, con effetti distorsivi sui segnali dei prezzi nell'economia reale”, avvisa.  

Negli anni successivi alla crisi finanziaria globale e fino alla pandemia, la fiacchezza dell'economia globale segnalava ai produttori che era meglio impiegare in altri modi il capitale rispetto all'aumento della produzione o agli investimenti. La diminuzione del costo del capitale ha lasciato intravedere nell'incremento della leva finanziaria e nella ridistribuzione del capitale agli azionisti due alternative chiaramente allettanti. “Queste scelte, tuttavia, hanno rinsaldato un tasso di crescita globale inferiore alla media e una scarsa velocità di circolazione della moneta”, avverte. “Quando i lockdown hanno fatto sentire i loro effetti e i ricavi aziendali sono crollati, è venuto alla luce l'accumulo di fragilità nei bilanci”, dice.

Secondo l’esperto di MFS la volatilità dei prezzi è stata soppressa velocemente e artificiosamente dalle iniezioni di liquidità senza precedenti operate dalle banche centrali, cui i prezzi degli asset hanno puntualmente risposto. “Utilizzando l'offerta di moneta (M2) statunitense e l'S&P 500 come indicatori della liquidità e del rischio, possiamo osservare questa relazione (Grafico 1) Di conseguenza, la liquidità è diventata più importante della crescita economica come determinante dei prezzi delle attività finanziarie”, analizza.

Il sistema è più o meno fragile?

Per Almeida i prezzi odierni degli asset riflettono la soppressione artificiale della volatilità, non l'aumento degli squilibri nell'economia reale. “Il valore attuale delle attività finanziarie è in ultima istanza funzione dei cash flow futuri, non della moneta circolante. Quando gli utili e i cash flow reali disattendono le aspettative degli investitori, la storia ci insegna che i prezzi si correggono per riflettere tale realtà”, commenta. “La maggiore fragilità del sistema odierno è esemplificata dalla percentuale storicamente elevata di società all'interno dei benchmark che non sono redditizie e non hanno la capacità di ripianare il proprio debito”, sottolinea.

Enfasi sulla creazione sostenibile di valore

“Non potendo prevedere con certezza quando i mercati potranno tornare a svolgere la loro abituale funzione, restiamo fedeli al nostro scopo ultimo: allocare il capitale dei clienti in maniera responsabile”, dice l’esperto. “Per noi, questo significa investire in imprese che creano valore per tutti gli stakeholder e generano cash flow non dipendenti dalle autorità né da consumatori ipersussidiati, ma che determinano un progresso civile e non solo l'estrazione temporanea di flussi di denaro dagli stakeholder”, conclude.