MiFID II, la proroga dovrebbe portare la data del 3 gennaio 2018

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foto: autor Niccoló Caranti, creative commons

L’industria non è pronta e la MiFID slitta. Tanto che, in un contesto fatto di grandi resistenze, a questo punto si prevede che la direttiva sui mercati finanziari venga prorogata al 3 gennaio 2018. L’ipotesi per cui si sposterebbe di un anno l’entrata in vigore della MiFID II, ovvero Markets in Financial Instruments Directive (la 2004/39/CE), è stata presa in considerazione concretamente presso l’ECON (economic and monetary affairs committee) del Parlamento Europeo dove il presidente dell’ESMA (la Consob europea), Steve Maijoor, ha dichiarato che i termini per dare concreta attuazione alla direttiva sono “in corso di definizione” per i soggetti interessati e per i regolatori. Tradotto: ci sono difficoltà tecniche per riuscire a rispettare i termini.

Martin Merlin, direttore dell’unità sui servizi finanziari della Commissione Europea, per giustificare lo slittamento di un anno per l’entrata in vigore della MiFID II, ha sottolineato che ci sono alcuni aspetti della direttiva che richiedono una maggiore implementazione. A quanto pare si tratta, in altre parole, di uno slittamento per questioni tecniche che possa dare più tempo ai soggetti coinvolti di mettersi al passo della nuova normativa. Tanto che ‘un anno’ è stato definito ‘un termine congruo’ per la proroga da parte della Commissione Europea. D’accordo anche l’ESMA. Anche se sono in molti a dire che non è un buon segno il fatto che si renda necessaria una proroga. Inoltre potrebbe essere che per fissare la proroga vada varata un’altra direttiva in fretta. Sotto la lente ci sono gli aspetti che avranno un effetto diretto sull’attività dei financial advisor come la possibile revisione del concetto di indipendenza o aspetti più tecnici per le società.

Per molti esperti quindi, e per la Commissione Europea in primis, il ritardo diventa necessario “se si vuole avere una corretta e efficace attuazione della normativa”. Steven Maijoor ha fatto sapere al comitato che un ritardo “può rendersi necessario data la complessità per i regolatori, le banche e i broker di adattare i sistemi alle nuove regole in tempo per la data di inizio 2017”. Le nuove regole richiedono, infatti, molte più segnalazione delle operazioni alle autorità di regolamentazione rispetto al passato. L’industria finanziaria, secondo alcuni, accoglierà con estremo favore questo ritardo. Su dossier come la trasparenza dei bond e gli inducement ci sono resistenze consistenti di alcuni stati europei con in testa il Regno Unito. Ma gli interessi non coincidono per tutti, in Italia per esempio la trasparenza dei bond è già prevista.