Secondo il Global Fund Investor Experience Study, sebbene a livello globale legislazione e best practice abbiano migliorato il contesto di investimento per i sottoscrittori di fondi, c'è ancora molto da fare.
Morningstar ha recentemente pubblicato il report biennale Global Fund Investor Experience Study (GFIE) che fotografa e valuta il contesto nel quale si trovano a operare gli investitori in fondi di 25 Paesi del mondo, tra Nord America, Europa, Asia e Africa. Sotto la lente degli analisti ci sono quattro aree: regolamentazione e tassazione, trasparenza, commissioni e spese, vendita. Obiettivo del report è quello valutare le best practice dei Paesi del mondo per incontrare e rispondere alle esigenze degli investitori nella loro esperienza di sottoscrizione di fondi.
La scala di giudizio di questa edizione, modificata rispetto alla precedente (fino al 2015 consisteva in 12 gradi alfabetici) consiste inTop, Above Average, Average, Below Average e Bottom. Come si evence dalla tabella di seguito riportata, nessun Paese ha ricevuto il giudizio più basso (nel 2015 lo ricevette la Cina) mentre solo uno ha ottenuto il puntaggio più alto, gli USA. Infatti gli analisti hanno identificato gli Stati Uniti d’America come il mercato più agevole e favorevole per gli investitori in fondi. Più della metà dei mercati ha ricevuto un giudizio complessivo pari a Averege che indica un diffuso miglioramento dell’attività di investimento grazie alla globalizzazione, a una migliore regolamentazione e all’adozione di nuovi principi di best practice.
Una delle conclusioni che si possono trarre dallo studio è che sebbene a livello globale, legislazione e best practice abbiano migliorato il contesto di investimento per i sottoscrittori di fondi, c'è ancora molto da fare. Infatti Francia, Italia, Finlandia, Spagna e Belgio hanno ottenuto il giudizio di Below Average in quanto tutti soffrono nelle aree di 'commissioni e spese' e di vendita'. "La situazione di questi Paesi europei dovrebbe migliorare con l’introduzione imminente della direttiva MiFID II a gennaio 2018 che prevede norme più severe a protezione degli investitori", dicono gli analisti. Lo studio ha messo in evidenza come le commissioni siano un fattore cruciale nelle performance dell’investimento. Oggi, l’area 'commissioni e spese' ha un peso nettamente più rilevante, rispetto alle edizioni precedenti di questo report. Quest'anno, i calcoli delle commissioni medie ponderate per asset nelle principali classi di attività - azionarie, obbligazionarie e bilanciate - mostrano una continua pressione al ribasso dei costi su molti mercati.
Anche per gli Stati Uniti, che si confermano il Paese con il giudizio più alto sin dal 2009, grazie a costi bassi e un forte regime di trasparenza, ci sono segmenti suscettibili di miglioramento come quello della regolamentazione e della tassazione (un punto che tocca diversi mercati). L’India ha ottenuto il giudizio di Top per quanto riguarda la disclosure, insieme agli USA. Sono gli unici due mercati che richiedono trasparenza sulla remunerazioni dei gestori di fondi. Sud Africa, Australia e Thailandia hanno fatto un salto di qualità (oggi Above Average) a seguito degli sviluppi normativi registrati negli ultimi anni.
Per quanto riguarda la consulenza e la distribuzione, lo studio segnala che se alcuni mercati, come per esempio Regno Unito, Australia e Paesi Bassi, hanno abolito il pagamento di fee per la consulenza finanziaria, ci sono ancora 15 mercati in cui i consulenti sono ancora remunerati tramite commissioni. Inoltre in 24 dei 25 mercati analizzati, le banche e le società assicurative restano il principale canale di distribuzione. Australia, Canada, Nuova Zelanda e Regno Unito sono i soli paesi in cui i consulenti indipendenti sono uno dei maggiori canali di vendita.