L’ex ministro dovrà fornire la sua versione dei fatti sul ritiro della proposta a Mps. Mentre l’ad Morelli è negli Usa alla ricerca di investitori, aumentano le indiscrezioni sui soggetti interessati alla banca senese.
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La Consob vuole capire meglio cosa sta succedendo tra Corrado Passera e Banca Mps e ha deciso di convocare sia il banchiere ed ex ministro sia gli esponenti della banca senese. Prima toccherà a Passera che dovrà fornire la sua versione dei fatti sul ritiro della proposta a Banca Monte dei Paschi di Siena. Intanto l’ad, Marco Morelli, negli Stati Uniti per incontrare alcuni investitori in un roadshow in vista dell’aumento di capitale da 5 miliardi da lanciare nelle prossime settimane, è stato convocato dalla Commissione per lunedì prossimo.
A indurre la Commissione di vigilanza dei mercati alla convocazione delle due parti è stata l’alta volatilità del titolo, che è quasi raddoppiato con l’approssimarsi della proposta Passera, per poi scendere del 40% dopo la presentazione del piano industriale da parte dell’istituto stesso. Il Cda, intanto, in vista dell’assemblea del 24 novembre per la delega sull’aumento, ha messo nero su bianco che si riserva la possibilità di proporre nella complessa operazione di rafforzamento del patrimonio, con l’aumento di capitale, anche la conversione in azioni di strumenti finanziari senior, oltre ai previsti titoli subordinati Tier1 e Tier2. Si è infatti rilevato che “la situazione dei mercati potrebbe rendere di difficile esecuzione la raccolta di un ammontare pari a quello ipotizzato attraverso semplici offerte di sottoscrizione”, si legge nel documento.
Anche sulla base di queste indicazioni il Cda, considerate le attuali condizioni di mercato e al fine di favorire il buon esito dell’aumento di capitale, ha valutato la possibilità di combinare un’offerta di sottoscrizione con altre tipologie di investimento. In particolare, una potenziale operazione di liability management volta all’eventuale acquisto da parte della banca di strumenti finanziari (subordinati Tier 1/Tier 2 e senior) emessi o garantiti (direttamente o indirettamente) dalla banca, con obbligo dei destinatari che dovessero accettare tale offerta di destinare il corrispettivo così ricevuto alla sottoscrizione di nuove azioni emesse nell'ambito dell'aumento di capitale. Il documento cita anche l’eventuale riconoscimento ai portatori di strumenti finanziari emessi da terzi - ma convertibili in azioni della banca - di un incentivo per la conversione, da impiegare nella sottoscrizione di nuove azioni, emesse nell’ambito dell’aumento e che sarebbero assegnate ai portatori di detti strumenti finanziari in conseguenza della loro conversione in equity e in aggiunta alle azioni che spetterebbero loro in base ai regolamenti dei predetti strumenti finanziari.
L’eventuale conversione ridurrebbe l’aumento di capitale da realizzare con l’offerta di sottoscrizione e quella agli anchor investor. Dalla relazione del Cda predisposta per l’assemblea del 24 novembre è trapelato che i riscontri preliminari ottenuti dalle banche del consorzio nell’ambito dell’aumento di capitale di Mps evidenziano “una sostanziale indisponibilità manifestata dagli investitori istituzionali ad assumere importanti decisioni di investimento relative a società italiane prima di conoscere l'esito del referendum costituzionale” del 4 dicembre. Preso atto di ciò, il Cda ha verificato la possibilità di avviare l’aumento subito dopo tale data, mantenendo al contempo l’obiettivo della società di completare l’operazione entro l’anno “o comunque nei minori tempi tecnici consentiti”.
Secondo indiscrezioni, ci sarebbero in corso contatti con alcuni grandi investitori come Rhone Capital, Appaloosa Management e Paulson & Co. Tra i soggetti che avrebbero manifestato interesse per la banca senese ci sarebbe anche Atlas Merchant Capital, il fondo guidato dall’ex CEO di Barclays, Bob Diamond, che nelle scorse settimane si era schierato al fianco di Corrado Passera. L’altra questione calda riguarda la ricerca del futuro presidente che verrà nominato sempre il 24 novembre. La Fondazione Montepaschi sta valutando assieme ad alcuni soci rilevanti i diversi profili per il futuro numero uno della banca senese. “Stiamo valutando diversi profili sia per una soluzione interna, sia per una esterna, per la quale abbiamo dato mandato a una società di cacciatori di teste”, ha detto a margine di un’iniziativa al Comune di Siena, Davide Usai, direttore generale dell’ente. Ha concluso: “Contiamo nei prossimi giorni di dare un’indicazione sul nome del presidente in vista dell’assemblea dei soci del 24 novembre”. Stando alle ultime indiscrezioni per la presidenza si rafforza la candidatura di Roberto Isolani, la cui nomina aprirebbe la strada a una vicepresidenza ad Alessandro Falciai.