Nardacci (Fondoposte): "Raggiungere gli aderenti con una corretta strategia di comunicazione"

Antonio Nardacci
Antonio Nardacci, foto ceduta (Fondoposte)

Una categoria diversificata che, grazie anche alla presenza di numerose professionalità e specifiche competenze, ha saputo raggiungere un livello di consapevolezza “collettivo” elevato in termini di previdenza complementare. Antonio Nardacci, neo-eletto (per il secondo mandato) presidente di Fondoposte spiega a FundsPeople, che lo ha raggiunto presso la sede dell’ente a Roma, come si è evoluta la platea degli associati dalla nascita del Fondo e come questa evoluzione abbia inciso anche sulla capacità e le decisioni di investimento. 

Istituito nel 2002 (con numero di iscrizione Covip 143), Fondoposte avvia la sua gestione nel 2004 e, al 31 marzo 2023, conta oltre 94 mila aderenti di cui più di 85 mila attivi e poco meno di 8 mila “silenti”, per un tasso di adesione dell’80% e un patrimonio pari circa 2,6 miliardi (fonte Fondoposte). La quota di silenti (inferiore al 10%) conferma come la stragrande maggioranza degli aderenti abbia attivato la contribuzione personale e aziendale, “un risultato – sottolinea Nardacci – frutto del continuo lavoro di comunicazione avviato dal fondo, che punta non soltanto a raggiungere i propri iscritti ma a fare ‘cultura previdenziale’”. La strategia di comunicazione impostata nel 2017, infatti, si posiziona come un asset a sé stante per la crescita del fondo, in termini sia numerici sia di impegni. Un posizionamento preciso che si pone l’obiettivo di sfruttare social e altri canali di comunicazione per raggiungere l’intera platea dei lavoratori. “La nostra è una categoria in cui è forte il senso dell’appartenenza, e la rete fortemente radicata sul territorio, di fatto, si affida anche all’interscambio tra gli stessi colleghi”. Oggi il fondo punta a espandere la quota degli aderenti di altri 5-10 punti percentuali, ma esistono due potenziali limiti connessi all’attuale ricambio generazionale (“che ha imposto alcune modifiche nella strategia di comunicazione”) e alle difficoltà nel raggiungimento di tutta la platea (“la necessità di una comunicazione più mirata”).

Gli investimenti

Lato investimenti, Fondoposte dispone di due comparti: un garantito e un bilanciato. Il garantito, con 1,2 miliardi di masse, è un comparto articolo 8 SFDR che si caratterizza per una gestione multi-asset di tipo assicurativo LDI . Gestito da Generali Insurance AM (GIAM), il comparto presenta una componente equity del 15%, un 40% governativo, 8% real estate e la restante quota focalizzata sull’obbligazionario corporate. “Al garantito aderiscono circa 54 mila iscritti, il 60% della platea del Fondo”, continua Nardacci che indica come la sua struttura sia lo specchio della continua “ricerca di diversificazione” che contraddistingue l’attività di Fondoposte.

Il profilo del bilanciato, invece, è quello di un tradizionale multi-asset con la suddivisione dei pesi che vede un 30% di equity e global equity (ma con un focus specifico sulle small cap Italia), un 45% di obbligazionario governativo e il restante 25% corporate. “Nel comparto bilanciato abbiamo inserito un mandato di private equity e private debt Europa, a questo si somma una tranche specifica solo Italia”, rimarca Nardacci indicando come gli impieghi in Europa siano pari a 100 milioni, e 30 milioni siano destinati agli investimenti nel nostro Paese “con particolare attenzione a iniziative di sistema, in ambito private equity e private debt, di sostegno all’economia reale”. Tra gli investimenti anche una quota nel FIA “FOF Private Equity Italia” gestito da Fondo Italiano d’Investimento SGR. “Nell’illiquido abbiamo scelto di puntare sui fondi di fondi, poiché ci consentono di accedere a opportunità maggiori pur con size di investimento inferiori”.

Alla domanda sugli obiettivi del nuovo mandato, Nardacci richiama non soltanto l’opportunità di creare un nuovo comparto d’ingresso, con una maggiore componente di equity (“alla luce del ricambio generazionale in atto”), ma sottolinea l’avvio di una riflessione su un comparto di uscita. “Quanto accaduto nel 2022 – afferma il presidente – invita tutto il mondo della previdenza complementare a ragionare su un ‘passaggio intermedio’ meno sensibile alle variazioni del mercato, pur con bassi rendimenti”. L’obiettivo, a tendere, è la creazione di un percorso lifecycle “che affianchi gli aderenti per tutta la loro permanenza nel fondo”. 

Leggi l'intervista anche sul magazine FundsPeople di luglio/agosto, n. 75.