Secondo Davide Elli, chief investment officer for Multimanager and Alternative Investments di Fideuram AM SGR, una stabilizzazione, o quantomeno una normalizzazione, della volatilità nei tassi e nell'inflazione potrebbe creare un ambiente più favorevole per il mercato obbligazionario. Pertanto, “rispetto al 2022, possiamo nuovamente guardare a questa asset class, sebbene sia necessario sempre valutare se i premi al rischio sono correttamente prezzati dai mercati sulle diverse seniority. Stiamo diventando via via più costruttivi, in particolare sul credito di qualità che dal punto di vista degli spread prezza già una leggera recessione. Guardiamo al credito finanziario di qualità” prosegue Elli “mentre restiamo cauti sul credito high yield, in cui gli spread tipicamente raggiungono il picco nel pieno di una recessione. Ci aspettiamo che nel 2023 la correlazione bond-equity torni a svolgere un ruolo favorevole per l’investitore, con qualche soddisfazione in più sul fronte dei rendimenti obbligazionari, rispetto al 2022 dove il portafoglio 50/50 ha attraversato un anno horribilis come non si vedeva dagli anni ‘90. È necessario, però” ammonisce il manager, “rimanere cauti perché sarà uno scenario non esente da rischi. In ambito obbligazionario la sostenibilità può essere un fattore di contenimento dei rischi a medio-lungo termine, e rappresenta anche un’opportunità di ritorno, e mi riferisco in particolare alle importanti risorse che l’Europa destinerà alla transizione energetica. A livello globale, infatti, l'Agenzia Internazionale dell'Energia ha stimato investimenti per 4,5 mila miliardi all'anno fino al 2050 per la transizione ecologica, uno shift epocale di politica economica, che porterà grandi cambiamenti a partire dall‘Europa”.
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