Un percorso non lineare ma che si è concluso in territorio positivo quello del debito dei mercati emergenti nel 2019. La domanda fondamentale da porsi dopo un mese trascorso dall’inizio del 2020 è quanto potenziale di rialzo sia rimasto sull’asset class, dato il minor recupero avuto in termini relativi rispetto alla media del mercato.
Alcuni fattori legati alle dinamiche politico-economiche globali che hanno rallentato la corsa dell’asse class negli ultimi mesi sembrano essere in miglioramento e questo potrebbe essere sufficiente, secondo Peter Eerdmans, head of Fixed Income e co-head of EM Sovereign & FX di Investec AM, per giustificare un atteggiamento più favorevole da parte degli investitori. “Le preoccupazioni in merito al rallentamento della crescita globale, l’andamento ballerino delle tensioni commerciali e notizie politiche sfavorevoli all’interno di alcuni mercati emergenti, hanno pesato per gran parte del 2019”, spiega. “Analogamente ai nostri colleghi che si occupano del credito dei mercati sviluppati”, prosegue, “riteniamo che alcune delle pressioni globali che hanno determinato la recente volatilità si siano attenuate, creando un contesto più stabile”. “Già in molte economie dei mercati emergenti, le Banche centrali hanno tagliato i tassi di interesse per sostenere la crescita. Questo gli era stato impedito quando i tassi statunitensi erano in aumento, dato l’effetto negativo che avrebbe comportato sulla competitività valutaria. Con la Fed di in modalità dovish, i mercati emergenti hanno maggiore libertà di sostenere i tassi di crescita attraverso una politica monetaria accomodante. Ci aspettiamo inoltre che alcuni di loro continuino a utilizzare leve in materia di politica fiscale in modo prudente ma efficace”, completa il manager.
Le riforme fanno la differenza
Non tutte le economie emergenti sono però uguali e lo studio delle singole specificità rappresenta un esercizio imprescindibile data la varietà connaturata all’insieme delle Nazioni che compongono l’asset class. “L’universo dei mercati emergenti è la patria di storie interessanti di inversione di tendenza. Tra i Paesi che presentano un buon potenziale su questo fronte vi sono il Brasile, l’Indonesia e la Malesia. Anche se il percorso non è mai lineare, in qualità di investitori a lungo termine porremo al centro dei nostri portafogli storie di potenziamento strutturale come queste. Inoltre, riconoscendo che in questo universo d’investimento altamente diversificato ci saranno sempre vincitori e vinti, cercheremo opportunità relative-value man mano che si presenteranno”, afferma Eerdmans.
Secondo l’head of Fixed Income e co-head of EM Sovereign & FX di Investec AM, quindi, i fattori interni ai singoli mercati emergenti continueranno ad acquisire importanza sebbene permangano alcuni elementi strutturali che è bene continuare a monitorare con attenzione. “Tra questi la Cina, al netto delle incertezze legate all’incognita Coronavirus, che ha saputo orientare con successo la propria economia dalla dipendenza dalle esportazioni verso un modello di crescita orientato ai consumi interni. Inoltre, la politica estera degli Stati Uniti è un ulteriore catalizzatore del cambiamento. In generale, il continuo rafforzamento di molte di queste economie aiuterà anche i fattori interni all’universo emergente a guadagnare terreno quali sorgenti di rendimento per il 2020”, conclude il manager.