In vista del rialzo dei tassi e per le pressioni inflazionistiche le case di gestione estere prevedono opportunità nell’high yield, nei mercati emergenti e bond a impatto per il trend della sostenibilità.
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In vista del rialzo dei tassi e per le pressioni inflazionistiche le case di gestione estere prevedono opportunità nell’high yield, nei mercati emergenti e bond a impatto per il trend della sostenibilità.
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Inflazione, rialzi dei tassi e rallentamento della crescita. Questi i fattori sui cui si stanno concentrando maggiormente gli investitori sul reddito fisso in un inizio d’anno che si è aperto nel segno dell’incertezza. In vista dei prossimi mesi è previsto il ridimensionamento delle politiche monetarie ultra espansive messe in campo dalle banche centrali durante la crisi del COVID e che hanno sostenuto fin qui il rimbalzo dei mercati. E a complicare il quadro è giunta la fiammata dei prezzi, che via via nel corso del 2021 ha assunto un carattere meno transitorio del previsto. Il ritorno dell’inflazione ha interessato in particolare gli Stati Uniti, spingendo la Fed ad annunciare tassi più alti in arrivo nel 2022. Tuttavia, nonostante questo quadro di profondo cambiamento delle variabili macro economiche che hanno contraddistinto lo scenario negli ultimi anni, i tassi e i rendimenti obbligazionari dei titoli di Stato dovrebbero rimanere bassi, se non negativi a causa delle pressioni inflazionistiche. Motivo per cui la ricerca di rendimento dovrebbe rimanere ancora una delle maggiori esigenze degli investitori nei bond.
A partire dallo scenario sopra descritto, è stato chiesto alle società internazionali di gestione del risparmio che fanno parte della community di FundsPeople, di rivelarci le strategie su cui puntano nel comparto obbligazionario. Dando uno sguardo complessivo, le asset class su cui si stanno focalizzando e che tornano più volte nelle analisi delle 19 entità interrogate sono: i bond dei mercati emergenti e in particolare dell’Asia, i titoli a tasso variabile, il credito high yield e i bond a impatto legati al trend della sostenibilità. Ecco i fondi obbligazionari da tenere d’occhio per il 2022:
Obbligazionario dei mercati emergenti e in particolare i bond indiani nel radar di abrdn. In questa asset class che è sempre più attraente per gli investitori esteri in seguito all’introduzione nel 2020 della ‘Fully Accessible Route’, la normativa della Bank of India cha eliminato gran parte delle storiche restrizioni agli investimenti stranieri, investe la strategia la strategia Aberdeen Standard Sicav I – Indian Bond.
Secondo Tommaso Tassi l’inclusione dei bond indiani negli indici globali lascia presagire un miglioramento dell’accesso al mercato obbligazionario, in un’economia in rapida crescita e con fondamentali sempre più solidi. “I titoli di stato indiani offrono rendimenti interessanti e costituiscono un ottimo strumento di diversificazione, poiché caratterizzati da una correlazione storicamente bassa con gli altri mercati obbligazionari a livello regionale e globale”, afferma.
1/20Protezione dall’inflazione e dal rialzo dei tassi e ricerca del rendimento saranno due esigenze chiave per il mercato obbligazionario del 2022. Entrambe secondo Enzo Corsello sono soddisfatte dall’Allianz Floating Rate Notes Plus e l’Allianz Credit Opportunities Plus. Il primo è un fondo con rating minimo investment grade, duration massima di 0.75 anni che può investire in titoli a tasso variabile fino al 100% del portafoglio. “Punta a beneficiare del rialzo dei tassi ed è una valida alternativa per la gestione della liquidità”, commenta il manager.
Il fondo Allianz Credit Opportunities Plus invece è costituito da un portafoglio diversificato di strumenti obbligazionari societari, prevalentemente in euro, con duration medio-corta, perciò meno sensibili ad un eventuale rialzo dei tassi. Implementa inoltre strategie di Market Timing e Relative Value per diversificare le fonti di Alpha e massimizzare le performance. “L’obiettivo è quello di conseguire un rendimento interessante, ponderato per il rischio, grazie alla gestione attiva della volatilità, che non può eccedere il 6%”, sottolinea il manager di AllianzGI.
2/20In generale per Amundi il tema cruciale per i prossimi mesi, ma anche in un’ottica di più lungo termine, è quello della sostenibilità. Nello specifico, per il reddito fisso il gestore punta su una nuova soluzione: l’Amundi Funds Impact Green Bonds. Lo strumento si propone di arricchire e diversificare una tradizionale allocazione a fondi obbligazionari core europei e globali attraverso una gestione che investe esclusivamente in emissioni i cui proventi finanziano progetti per un’economia “low carbon”, con un impatto positivo e misurabile. I settori su cui si focalizza sono le energie alternative, le infrastrutture per il trattamento sostenibile delle acque, l’efficienza energetica, il monitoraggio e prevenzione dell’inquinamento.
“L’aspetto più interessante è che questo obiettivo può essere perseguito senza sacrificare le performance, come dimostra l’extraperformance generata da indici obbligazionari globali green rispetto agli indici tradizionali”, spiega Antonio Volpe. “Il forte interesse degli investitori in materia, e quindi la forte domanda che ne consegue, può naturalmente comprimere il premio per il rischio offerto da questi strumenti rendendo non tutte le emissioni realmente attraenti sotto il profilo rischio/rendimento”, prosegue Volpe. “Per questo il ruolo di un gestore attivo e di lunga esperienza nell’asset class e nella selezione di emissioni cosi specializzate, come Amundi, rappresenta un punto di forza”, conclude.
3/20In un contesto in cui l’obbligazionario risulta l’asset class piú sfidante per gli investitori, il mercato cinese può offrire una serie di caratteristiche differenziati in termini di diversificazione e di profilo di rischio e rendimento. Per accedere a questo mercato, BlackRock propone BGF China Bond Fund, una strategia con oltre 10 anni di storia e 8 miliardi di dollari di asset in gestione, che lo rende uno strumento ideale per gli investitori che desiderino cogliere le opportunità` di questo mercato affrontandone i relativi rischi finanziari e geopolitici.
“Il fondo investe flessibilmente sull’intero mercato cinese, composto sia da titoli domestici denominati in renminbi che da emissioni di credito cinese in dollari USA, senza alcun vincolo di benchmark”, spiega Luca Giorgi. “La strategia, denominata in renminbi, può infatti gestire dinamicamente l’esposizione a questi mercati al fine di costruire un portafoglio diversificato che possa offrire un yield attraente, sia in valuta locale che nella versione a cambio coperto, a fronte di una qualità del credito storicamente mantenuta su livelli investment grade e una duration che tipicamente oscilla attorno ai 3 anni”, spiega.
4/20Nonostante le incertezze per le varianti del COVID, per BNP Paribas AM le prospettive macroeconomiche per l’anno in corso rimangono favorevoli. “Assisteremo inevitabilmente a un rallentamento della crescita degli utili e ad un aumento dei tassi, ma crediamo che i profitti consentiranno alla maggior parte delle aziende di tenere fede al pagamento degli interessi”, analizza Elisa Ori. “L’incremento nella leva finanziaria cui abbiamo assistito nella fase dei lockdown è stato riassorbito e molti indicatori finanziari appaiono oggi migliori rispetto al periodo pre-pandemia”, aggiunge.
In questo scenario il gestore francese punta sul credito europeo ad alto rendimento e sulla strategia BNP Paribas Euro High Yield Bond. “Durante i cicli di inasprimento, il credito high yield tende a sovraperformare i titoli di Stato, soprattutto all’inizio, ovvero prima che gli interventi sui tassi ufficiali siano tali da rallentare la crescita economica”, spiega l’esperta.
5/20Candriam punta sui bond sostenibili, le cui emissioni hanno raggiunto quota 886 miliardi di dollari a novembre 2021, con un incremento del 115% rispetto all'offerta dell'intero 2020. “E ci aspettiamo che continuino a crescere fino a diventare una classe di investimento significativa”, afferma Matthieu David.
In questo comparto investe il Candriam Sustainable Bond Impact Fund, lanciato di recente, una soluzione che mira a riconciliare i rendimenti finanziari con un impatto sociale e ambientale positivo. “Tramite una verifica accurata e innovativa dell’utilizzo dei profitti, il fondo seleziona le obbligazioni corporate, sovrane e quasi sovrane in base sia alla capacità di affrontare le sfide sociali sia di generare un contributo positivo”, spiega David. Inoltre, il fondo punta a includere almeno il 75% di obbligazioni sostenibili e a contribuire positivamente agli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU. “Il 10% della commissione di gestione netta sarà devoluto a organizzazioni specifiche che sostengono progetti sociali o ambientali”, aggiunge il manager.
6/20Capital Group prevede opportunità nelle obbligazioni high yield e dei mercati emergenti selezionate con un approccio bottom up dalla strategia Capital Group Global High-Income Opportunities (GHIO). Il prodotto vanta un track record di rendimento elevato e costante, con una media del 7,3% negli ultimi 10 anni e ha una performance del 5,3%.
“Il debito dei mercati emergenti e le obbligazioni societarie high yield hanno profili di rischio-rendimento simili ma seguono cicli di mercato diversi. Questo diversifica i rischi associati agli investimenti ad alto rendimento con il potenziale per un rendimento più costante e meno volatile”, spiega Matteo Astolfi. Ad esempio, in un anno come il 2021 che è stato difficile per il reddito fisso e le obbligazioni dei mercati emergenti in particolare, l’high yield ha registrato forti rendimenti con un impatto positivo sui risultati di GHIO. “In un contesto di tassi in aumento, la minor duration di questi mercati può ridurre l'impatto sul portafoglio, mentre il reddito più elevato può aiutare a compensare le perdite e portare a una ripresa più rapida”, sottolinea.
7/20Per limitare gli effetti negativi dei rialzi di tassi di interesse il gestore svizzero punta sui titoli di credito a tasso variabile “Queste obbligazioni infatti pagano un capitale fisso alla scadenza e delle cedole a scadenze definite, come le obbligazioni convenzionali”, analizza Anna Paola Marchi. “Tuttavia, diversamente da quest’ultime, le cedole sono legate all’andamento dei tassi e aumentano quando questi si alzano, attutendo in questo modo gli effetti negativi del rialzo dei tassi”, afferma.
Nel comparto investe il Credit Suisse (Lux) Floating Rate Credit Fund. Lo strumento punta a generare un obiettivo di rendimento annuo pari al Secured Overnight Financing Rate (SOFR) più 250 punti base (pb) p.a. lungo un intero ciclo creditizio. Lo fa investendo in un’ampia gamma di strategie obbligazionarie e combinando investimenti diretti in floaters e in strategie di copertura fixed-to floating, mantenendo molto bassa la duration del portafoglio (tra 0 e 0,5 anni). Inoltre, i fattori ESG sono integrati nel processo d’investimento e il fondo è conforme al Credit Suisse Sustainable Investment Framework.
8/20Sulla scia del trend di crescita esponenziale negli ultimi anni delle emissioni di debito ‘verde’, DPAM si aspetta altro anno eccezionale per il comparto, con una forte domanda di titoli di debito sostenibili. In questo contesto, secondo l’analisi del gestore, per gli investitori sempre più esigenti sulle credenziali ESG e interessati agli obiettivi di emissioni zero, la diversificazione in termini di tipologia di emittente, rating, area geografica, categoria di sostenibilità (ad esempio, green bond, social bond, ecc.) diverrà sempre più importante. E lo sarà ancor più man mano che il sostegno delle banche centrali diminuirà nel corso dell’anno.
“Di conseguenza il fondo DPAM L Bonds Climate Trends Sustainable, caratterizzato da una selezione attiva di obbligazioni societarie e governative e un universo d’investimento che oltre ai green bonds include anche il debito di emittenti attivamente impegnati nella lotta al cambiamento climatico, si rivelerà una soluzione molto interessante”, spiega Alessandro Fonzi.
9/20Fidelity vede opportunità nel mercato del credito high yield, soprattutto europeo, segmento in cui è presente attraverso il FF European High Yield Fund. “I bilanci societari sono migliorati rispetto al 2020, complice il forte rimbalzo della crescita nel 2021”, commenta Cosmo Schinaia. “Il tasso di default tra gli emittenti high yield è stato nell’ultimo anno inferiore all’1% e il ciclo di rating è ancora positivo”, aggiunge. Inoltre, secondo il gestore l’high yield ha il vantaggio di essere un’asset class a bassa duration, fornendo una misura di protezione al portafoglio.
“Se i rendimenti dei governativi dovessero aggiustarsi in modo graduale, l’high yield potrebbe assorbire in una certa misura alcuni di questi movimenti attraverso la compressione dello spread”, sottolinea il manager. “La combinazione, dunque, di una qualità media in miglioramento, rendimenti alti, e una sensibilità più bassa ai movimenti delle obbligazioni governative sono un mix che metterà l’asset class in buona luce per gli investitori alla ricerca di extra rendimento”, dice il manager di Fidelity International.
10/20Franklin Templeton segnala il Legg Mason Brandywine Global Income Optimiser Fund: “Investire in questo fondo significa investire in tutte le possibilità dell’obbligazione globale”, afferma Michele Quinto. “Si tratta di un fondo globale per tutte le stagioni. Consente di ottimizzare i rendimenti e ridurre la volatilità con un approccio reattivo e focalizzato sul controllo del rischio che offre anche un’interessante gestione dei ribassi”, spiega. La strategia sottesa è diversificata, dinamica e flessibile (adottando un approccio tattico in funzione del contesto di mercato) e difensiva per l’approccio combinato top-down e bottom-up che mira a fornire due diversi livelli di controllo del rischio. Inoltre, il team di gestione fa leva sull’analisi dettagliata dei titoli e su un’ampia ricerca macroeconomica che integra i fattori ESG.
“Questa combinazione ci consente di ottenere una visione olistica delle opportunità di investimento globali, mentre la rotazione attiva nell’universo obbligazionario fornisce fonti diversificate di potenziale rendimento”, conclude Quinto.
11/20Nel mirino di GSAM vi sono le obbligazioni asiatiche high yield per le valutazioni interessanti e un miglior profilo rischio-rendimento rispetto a quelle dei Paesi sviluppati. “Inoltre, questa asset class presenta un livello di duration potenzialmente più contenuto rispetto ad altri segmenti del mercato del credito, caratteristica che ne limita il rischio tasso in un contesto di normalizzazione delle politiche monetarie”, illustra Loredana La Pace. Nel comparto investe il Goldman Sachs Asia High Yield Bond Portfolio, un fondo con un portafoglio ampiamente diversificato che si pone l’obiettivo di massimizzare il rendimento ponderato per il rischio attraverso una rigorosa analisi fondamentale degli emittenti e delle emissioni.
12/20Secondo Janus Henderson Investors il contesto attuale caratterizzato da un aumento dell’inflazione spinge i rendimenti reali delle obbligazioni in un territorio maggiormente negativo. “Crediamo che questo porterà ad una domanda crescente di obbligazioni a più alto rendimento”, avverte Federico Pons.
Tuttavia, per l’esperto gli spread creditizi ridotti potrebbero lasciare meno margine di errore e probabilmente porteranno a mercati più volatili e a una maggiore dispersione dei rendimenti. “Per questo riteniamo importante esporsi verso aree con rendimenti più elevati ma che abbiano una rigorosa analisi del credito che aiuti ad identificare le società con solidi fondamentali”, dichiara. “Il fondo Janus Henderson Horizon Euro High Yield Bond risponde a questa esigenza”, continua. “Nel corso della sua storia ha generato la maggior parte dell’alpha proprio dalla selezione dei singoli titoli in relazione alla analisi fondamentale. Crediamo quindi possa rappresentare uno strumento fondamentale per affrontare il 2022”, conclude.
13/20Il team Global Fixed Income di Liontrust continua a considerare l'high yield un’asset class sempreverde per le cedole alte, adottando un focus sulle blue-chip quotate. “All'interno del GF High Yield Bond Fund le obbligazioni hanno una capitalizzazione di mercato media più elevata rispetto al FTSE 100”, illustra Antonio Forte. “A lungo termine, oltre il 100% del rendimento dell'high yield proviene dalle cedole e queste, a differenza dei dividendi azionari, non sono facoltative”, spiega.
“La chiave per sbloccare i migliori rendimenti dall'HY sarà raccogliere questo income, riducendo al minimo l'impatto delle insolvenze”, conclude.
14/20Anche M&G Investments prevede opportunità nel segmento delle obbligazioni high yield, tra i pochi mercati del debito pubblico che presenta rendimenti ancora interessanti. “L’impatto sui mercati di un aumento dell'inflazione resta un'area chiave di attenzione per gli investitori”, osserva Andrea Orsi.
“Il fondo M&G (Lux) Global Floating Rate High Yield investe in titoli high yield a tasso variabile che - grazie al loro rischio tassi di interesse ridotto, una volatilità contenuta e un maggiore potenziale di apprezzamento del capitale - offrono agli investitori protezione da un contesto di attesa stretta monetaria e una interessante fonte di diversificazione per il portafoglio”, spiega il manager.
15/20Sul fronte del credito uno dei temi principali è dunque legato alla risalita dei tassi. “Una risalita ormai nota, ma che, dal nostro punto di vista, sarà più contenuta di quanto in tanti stanno anticipando”, afferma Antonio Bottillo. Motivo per cui, secondo l’analisi della casa di gestione, nel complesso sarà la volatilità a farla da padrona. “In un contesto di questo genere, riteniamo che il credito europeo possa offrire opportunità d’investimento molto interessanti”, afferma Bottillo. Un comparto al quale è dedicato il fondo Loomis Sayles Euro Credit, gestito dall’affiliata di Natixis IM, Loomis Sayles.
Con un approccio conservativo investe un portafoglio diversificato di titoli di debito investment grade, emessi da società e denominati in euro. Il team di gestione ricerca rendimenti coerenti combinando una visione di mercato top-down con una selezione di titoli bottom-up guidata dalla ricerca fondamentale sul credito.
16/20Secondo Schroders l’attuale contesto di mercato richiede un approccio flessibile all’investimento obbligazionario. Per questa ragione la casa di gestione ritiene che il fondo Schroder ISF Strategic Credit si presti particolarmente bene ad interpretare questa fase del ciclo. Grazie ad un approccio completamente svincolato dal benchmark combina emissioni investment grade e high yield, prevalentemente europee. Il focus è sui rating BBB e BB, che offrono un rendimento effettivo interessante con un profilo di rischio contenuto. Tra le frecce all’arco del fondo vi è anche la duration strutturalmente bassa (inferiore ai 3 anni dal suo lancio) che secondo la società rappresenta oggi una caratteristica particolarmente attraente per gli investitori.
“La performance positiva messa a segno negli ultimi tre mesi, caratterizzati da tassi in rialzo, prova la capacità del fondo di estrapolare il meglio dal corporate europeo con rischi contenuti”, spiega Tenani. “Inoltre, il portafoglio presenta anche una buona diversificazione geografica e settoriale, con aziende consolidate attive in vari settori”, conclude.
17/20T. Rowe Price ritiene cruciale la possibilità di avere a diposizione uno strumento in grado di offrire decorrelazione dal mercato del credito e da quello azionario riuscendo a beneficiare da una fase di aumento delle pressioni inflazionistiche e quindi dei tassi d’interesse. “Il fondo T. Rowe Price Dynamic Global Bond racchiude in sè tutte queste caratteristiche”, dichiara Donato Savatteri. “Per prima cosa con un portafoglio globale Investment Grade riesce a decorrelare i rendimenti da quelli del mercato azionario”, continua.
“Inoltre, la parte di credito all’interno del portafoglio è residuale ed è rappresentata esclusivamente dalle migliori idee a livello di emissioni della nostra piattaforma di analisti”, spiega. “E infine la possibilità di avere duration negativa (intervallo tra -1 e 6 anni) consente di poter beneficiare dalla fase di aumento dei tassi d’interesse”, conclude.
18/20
UBS AM guarda ad oriente e alle opportunità delle obbligazioni governative cinesi. “I rendimenti nominali dei titoli cinesi sono superiori a quelli dei principali Paesi sviluppati e, con un’inflazione attorno all’1.5%, i rendimenti reali sono positivi (dati Bloomberg a gennaio 2022)”, afferma Giovanni Papini. Inoltre secondo la view del gestore la politica monetaria espansiva della Banca Centrale fa pensare ad un possibile calo dei rendimenti nel corso dell’anno. “Restano intatti altri fattori come la decorrelazione, sia rispetto agli altri mercati obbligazionari, visto il disallineamento dei cicli economici, sia rispetto al proprio mercato azionario. E l’inclusione all’interno degli indici obbligazionari continuerà ad attrare un numero sempre maggiore di investitori”, aggiunge Papini.
Nel comparto investe il fondo UBS China Fixed Income che permette di esporsi alle obbligazioni governative cinesi denominate in remimbi. “Investe in titoli statali, semi-statali e in obbligazioni corporate con rating investment grade”, illustra il manager. “La strategia gestisce attivamente il rischio di duration, ma anche la selezione tra settori ed emittenti, facendo leva sulla nostra forte presenza locale”, conclude.
19/20Vanguard punta sull’obbligazionario dei mercati emergenti tramite la strategia Vanguard Emerging Markets Bond. Il fondo investe attualmente in circa 214 obbligazioni emesse in diversi Paesi emergenti, rappresentate da titoli a reddito fisso con diverse scadenze, rendimenti e rating di qualità. “Questo prodotto offre un'eccellente copertura del mercato obbligazionario emergente ed è in grado di svolgere una funzione di ‘cuscinetto’ all’interno di un portafoglio bilanciato con prodotti azionari”, evidenzia Simone Rosti.
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