La convessità, la bassa sensibilità ai tassi di interesse e la bassa duration rendono le obbligazioni convertibili una delle asset class in grado di migliorare l'efficienza del portafoglio nel 2018.
In uno scenario caratterizzato da bassi rendimenti e da valutazioni elevate del reddito fisso, costruire un portafoglio obbligazionario in grado di offrire rendimenti soddifacenti sta diventando una vera e propria sfida. La solida crescita economica globale, la normalizzazione delle politiche monetarie delle principali Banche centrali e la persistenza di rischi geopolitici hanno creato un contesto favorevole per le obbligazioni convertibili. In particolare, la convessità di questi strumenti consente agli investitori di rimanere esposti all’upside potential del mercato azionario, mantenendo la downside protection del reddito fisso. In termini generali, si tratta di un mercato altamente diversificato in termini geografici e settoriali con una gamma di emittenti molto differenziata (small e mid cap ma anche società a grande capitalizzazione).
Inoltre, la bassa duration e la sensibilità molto bassa ai tassi di interesse, consente alle convertibili di migliorare il profilo di rischio/rendimento del portafoglio. Secondo Mauro Valle, portfolio manager di Generali Investments, i bond convertibili permettono un maggior grado di diversificazione per tre motivi: innanzitutto, offrono una bassa correlazione sia con i bond di tipo investment grade (IG) che con i titoli di Stato; oltre a ciò, nella maggiore parte dei casi gli emittenti di convertibili non IG non hanno il loro omologo high yield, cosa che offre ulteriori opportunità di investimento. Infine, sono uno strumento ottimale di finanziamento in settori come IT e biopharma, nei quali le società sono spesso start-up senza track record e quindi con limitato accesso al mercato del credito.
Tendenzialmente, aggiunge l’esperto, se si inseriscono titoli convertibili in un portafoglio puramente obbligazionario, la performance risk-adjusted è migliore rispetto a quella di un portafoglio bond-equity senza convertibili. “E si può affermare che, per un dato livello di volatilità nello stesso periodo, il portafoglio obbligazionario con le convertibili è in grado di generare un rendimento atteso maggiore. Oltre a migliorare il profilo di rischio, le obbligazioni convertibili rappresentano una valida alternativa alle asset class più rischiose, dato che offrono una protezione migliore rispetto all’azionario nei momenti negativi di mercato, e sono meno sensibili al rischio duration e agli spread di credito”, aggiunge Valle.
Anche secondo Kairos, i bond convertibili sono una delle asset class in grado di migliorare l’efficienza del portafoglio nel 2018. “A nostro avviso, rimane fondamentale scegliere attentamente i singoli nomi su cui puntare. Abbiamo iniziato a inserire questi strumenti nei nostri portafogli dal secondo semestre del 2017, principalmente per quattro fattori che consideriamo premianti rispetto ai tradizionali bond. In primo luogo la partecipazione indiretta al mercato azionario (più efficiente ex-ante rispetto al tradizionale mercato obbligazionario), una minore sensitività alle variazioni dei tassi di interesse, un miglior profilo di liquidità e infine la possibilità, attraverso questi strumenti, di mantenersi ‘lunghi di volatilità’”, spiega Andrea Ponti, senior portfolio manager di Kairos.