Dopo il forte aumento dei tassi negli ultimi due anni molte aziende hanno rinviato i rifinanziamenti nella speranza di condizioni più favorevoli. “Il forte aumento dei tassi nel 2022 e 2023 ha rallentato le emissioni di obbligazioni societarie, costringendo le aziende a rinviare i rifinanziamenti nella speranza di una riduzione dei costi futuri”, ricorda Francesca Cerminara, Senior Portfolio Manager, Euromobiliare Advisory SIM. “Una situazione in atto fino alla fine dell'anno scorso. In seguito, grazie all'appetito per il rischio e al rally dei tassi, che ha ridotto il divario tra la cedola media ponderata e i rendimenti di mercato, molti emittenti sono riusciti a rifinanziare il loro debito per gli anni a venire. Secondo alcuni recenti report, con l'aumento marginale del costo del debito a partire dalla metà dell'anno scorso gli emittenti in dollari Usa sono riusciti a posticipare oltre 130 miliardi di dollari, pari al 34% delle scadenze previste per il 2024, 2025 e 2026, agli anni successivi. Nel mercato dell'euro gli emittenti italiani hanno ridotto il loro debito di 70 miliardi di euro, pari al 31%, nello stesso periodo. Siamo fiduciosi che la maggior parte degli emittenti sarà in grado di gestire il proprio debito anche nella seconda metà del 2024, soprattutto per gli emittenti di alta qualità. Al contrario, le emissioni di obbligazioni tripla C rimangono a livelli storicamente bassi”, conclude Cerminara.
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