Abbassamento della soglia per la sottoscrizione di FIA riservati, le opportunità per il private banking

Antonella Massari News
Antonella Massari, foto ceduta (AIPB)

CONTRIBUTO a cura di Antonella Massari, segretaria generale di AIPB - Associazione Italiana Private Banking.

Negli ultimi anni abbiamo dedicato molta attenzione nell’analisi delle caratteristiche degli investimenti in private markets presenti in Italia, perché rappresentano un’opzione importante per soddisfare l’esigenza di finanziamento, diretto o indiretto, dei progetti di transizione e innovazione che le PMI sono chiamate ad affrontare. Lorizzonte di lungo periodo che caratterizza tali progetti di transizione e il focus sulle PMI non quotate si sposano con le caratteristiche che connotano i FIA e spiegano la crescente attenzione posta dal Legislatore sia europeo, con gli Eltif, che nazionale, con la recente revisione del DM 30, volta ad ampliare il numero di clienti che possono avere accesso ai FIA riservati. Le novità regolamentari che abbiamo riscontrato migliorano senza dubbio le opportunità di investimento in Italia.

L’abbassamento dell’investimento minimo non frazionabile da 500.000 euro a 100.000 agevola i gestori che normalmente privilegiano la natura Riservata dei FIA, caratterizzata da minori vincoli di concentrazione per gli investimenti e un processo autorizzativo più snello. L’opzione data ai gestori di prevedere finestre di uscita anticipate per gli investitori rende sicuramente più attrattiva la forma chiusa dei FIA, perché favorisce la creazione di un mercato secondario, anche se, a questo proposito, va segnalata una bassa presenza sul territorio italiano di operatori specializzati nell’acquisto sul mercato primario. La possibilità di acquisto sul mercato secondario rappresenta una scelta molto appetibile, soprattutto per la clientela del Private Banking, in funzione della possibilità di conoscere gli investimenti effettuati da un fondo già avviato, al posto di dover sottoscrivere un “blind pool”.

Perché cresca significativamente la quota di investimenti alternativi nei portafogli dei clienti non professionali, oggi mediamente attorno allo 0,4%, i gestori dovrebbero tenere in considerazione anche altri aspetti. Ad esempio, le modalità di richiamo del capitale, raramente fully paid in, risultano poco attrattive per investitori non professionali. Un ulteriore elemento è dato dalla bassa diffusione dei FIA quotati (limitati al 23% dei FIA italiani e al 2% dei FIA esteri presenti nei portafogli Private). Infine, vale la pena di segnalare un punto molto rilevante che abbiamo rilevato con dal nostro osservatorio: l’assenza nel Regolamento dei FIA di un target market positivo compatibile con le caratteristiche della clientela Private.

Dall’analisi dell’offerta abbiamo rilevato come per i gestori alternativi attrarre investimenti della clientela Private sia stata fino ad oggi più frutto di occasioni, che di una strategia mirata verso il target market positivo di famiglie Private. Il potenziale crescerebbe significativamente se i gestori alternativi identificassero esplicitamente nelle Famiglie Private un “target market positivo” per la loro offerta di investimenti Economia Reale.

Target market positivo

Un “target market positivo” per investimenti in Private Markets perfettamente coerente con la struttura della ricchezza finanziaria investibile detenuta dalle famiglie italiane potrebbe avere le seguenti caratteristiche:

  1. è un investitore che detiene un portafoglio finanziario superiore a 500.000 euro;
  2. ha una conoscenza ed esperienza superiore a quella di base (“investitore informato” o “investitore avanzato”) perché si avvale di un servizio di consulenza finanziaria di portafoglio o di gestione patrimoniale che gli consente di comprendere le caratteristiche di una ampia gamma di strumenti di investimento e dei rischi connessi;
  3. ha un obiettivo di investimento di crescita del capitale;
  4. è un investitore per il quale la partecipazione al FIA non rappresenta l’unica forma d’investimento di natura finanziaria, poiché vi investe soltanto una quota parte del proprio portafoglio complessivo e possiede un patrimonio che gli permette di mantenere una elevata diversificazione degli investimenti;
  5. può sopportare le perdite corrispondenti alla quota del portafoglio finanziario complessivo investito in componenti non garantite e caratterizzate da un grado di rischio “alto”;
  6. è disposto ad immobilizzare una quota del portafoglio finanziario complessivo per un lungo periodo di tempo in coerenza con la durata pluriennale del FIA.

In Italia, corrispondono a questa descrizione 650.000 investitori non professionali detentori di uno stock di asset finanziari investibili pari a 1.180 miliardi di euro.

Il mercato potenziale

La riduzione del ticket minimo da 500 mila euro a 100 mila per gli investitori non professionali sotto il vincolo che l’investimento nei FIA italiani riservati venga effettuato nell’ambito della prestazione del servizio di consulenza in materia di investimenti o del servizio di gestione di portafogli, genera da sola un mercato potenziale per i Private Markets sale dagli attuali 4 miliardi di euro a 59 miliardi.
Le ipotesi principali utilizzate per stimare il mercato potenziale sono rappresentate nella figura di seguito. In dettaglio

  • rispetto alla ricchezza finanziaria delle famiglie italiane (Fonte Banca D’Italia) si considera un sottoinsieme corrispondente alla sola ricchezza finanziaria investibile pari a 3.257 miliardi di euro;
  • si isola la parte corrispondente a famiglie detentrici di portafogli finanziari pari o superiori a 500.00 euro;
  • si calcola la dimensione media del portafoglio corrispondente alle diverse fasce patrimoniali che caratterizzano questo ultime famiglie;
  • si stima la quota tra queste famiglie con un profilo di rischio per gli investimenti elevato (pari al 50% dei nuclei familiari Private) e si considera un peso massimo dell’asset class “Private Markets” del 10% nel portafoglio;
  • si ipotizza un ticket di accesso all’investimento di 100 mila euro per i FIA Riservati e di 10 mila euro per i FIA non Riservati (Eltif);

Si arriva in questo modo a stimare uno stock di investimenti in FIA Riservati nel rispetto delle regole di condotta previste da MiFID 2 pari a circa 40 miliardi ed in FIA non Riservati pari a circa 19 miliardi.

Mercato potenziale di investitori non Istituzionali per i Private Market

Fonte: AIPB.