Anatomia di una recessione, luce rossa e luce verde

Jeffrey Schulze, CFA - Josh Jamner, CFA. ClearBridge Investments (Gruppo Franklin Templeton)

CONTRIBUTO a cura di Jeffrey Schulze, CFA, director, investment strategist e Josh Jamner, CFA, vice president, investment strategy analyst di ClearBridge Investments. Contenuto sponsorizzato da Franklin Templeton.

Alcuni investitori temono una stagflazione e dimissioni su larga scala, tuttavia l'economia appare sempre più solida: sinora le società hanno pubblicato ottimi dati di bilancio per il terzo trimestre e la Dashboard sul rischio di recessione di ClearBridge continua a inviare segnali nel complesso positivi. Di recente l'indicatore di crescita salariale ha evidenziato un peggioramento da verde a giallo in presenza di un incremento delle retribuzioni consistente e via via più rapido. In ogni caso, è attesa una riaccelerazione delle assunzioni e non saremmo sorpresi da un rallentamento della crescita salariale nel 2022. Alla luce degli effetti stagionali è consigliabile mantenere gli investimenti poiché di norma novembre e dicembre sono tra i periodi migliori per le Borse, in particolare se i primi dieci mesi dell'anno sono stati positivi.

La posta in gioco è alta, ma non siamo ai livelli di Squid Game

La serie Squid Game ha conquistato gli spettatori di tutto il mondo superando i 100 milioni di visualizzazioni e affermandosi come il maggior successo nella storia dello streaming. Sebbene nella realtà le conseguenze siano meno tragiche, al momento gli investitori si muovono sul filo del rasoio vista l'incertezza circa la solidità dell'espansione economica e del rally in corso sul mercato. Tra le fonti di preoccupazione citiamo la potenziale stagflazione e le 'dimissioni su larga scala'. Da notare che nel complesso la Dashboard sul rischio di recessione ClearBridge manda ancora luce verde malgrado il deterioramento di un indicatore (crescita salariale) da verde a giallo nel mese in esame.

ClearBridge Recession Risk Dashboard. Fonte: ClearBridge Investment

Il primo potenziale segnale d'allarme riguarda lo spettro della stagflazione. Il termine stagflazione è stato coniato negli anni Settanta per identificare un decennio di inflazione alta che ha comportato una crescita economica reale persistentemente anemica (e in determinati frangenti negativa) e una disoccupazione elevata. Tale situazione ha segnato una generazione, ma il contesto odierno ha ben poco in comune con la realtà dell'epoca; oggi infatti la forte inflazione a breve si accompagna a una crescita economica reale solida e a un mercato del lavoro robusto. Al momento i dati di inflazione sono in aumento - Indice dei prezzi al consumo (CPI) di settembre al 5,4% - ma il prodotto interno lordo (PIL) reale, seppur più modesto rispetto ai livelli di inizio anno, resta positivo. Ad esempio, la crescita del PIL è passata dal 6,7% nel secondo trimestre al 2,0% nel terzo trimestre.

Tale dato potrebbe inquietare dato l'alto tasso di inflazione, ma il divario è riconducibile alle modalità di calcolo dei due parametri. Il PIL è misurato come tasso di variazione trimestrale, poi annualizzato, mentre il CPI di norma è riportato anno su anno (a/a). Se ricalcoliamo il CPI con il metodo utilizzato per il PIL scopriamo che anche il CPI ha perso slancio nel terzo trimestre (dal 9,7% nel T2 al 4,7% nel T3). Quanto al CPI core, la misurazione con il metodo applicato al PIL evidenzia un rallentamento ancor più marcato, dal 10,6% al 2,7%. La flessione di crescita reale e inflazione suggerisce che il terzo trimestre è stato segnato da una generale decelerazione innescata dalla variante Delta e non tanto da un'incipiente stagflazione. Le dichiarazioni di cui al Beige Book della Federal Reserve (Fed) e gli utili per il terzo trimestre pubblicati dai management delle società suggeriscono un netto rallentamento dell'attività alla fine dell'estate, riconducibile alla diffusione della variante Delta, cui è seguito un rimbalzo a fine settembre in concomitanza con l'esaurimento di quest'ultima ondata pandemica.

Una mitigazione delle pressioni inflazionistiche nel breve periodo è improbabile, ma verosimilmente determinate pressioni sui prezzi, p.e. quelle sul fronte dell'offerta ascrivibili alle strozzature lungo le filiere, sono prossime al picco e al contempo i prezzi delle materie prime iniziano a stabilizzarsi. Cosa ancor più importante, gli utili per il T3 appaiono robusti malgrado i forti timori. Oltre la metà dell'S&P 500 per capitalizzazione di mercato ha reso noti i dati di bilancio e si prevede che i margini aggregati aumentino e contribuiscano per il 21% agli utili. Altrettanto rilevante è il fatto che la domanda si conferma solida: è attesa una crescita dei ricavi delle società costituenti del 15% a/a, indice che sinora la distruzione della domanda è stata modesta. Infine, si registrano tuttora sorprese significative sul fronte degli utili, un aspetto positivo che ha contribuito a trainare il rally dai minimi di inizio ottobre.

Sorprese storiche dell’economia. Dati al 30 settembre 2021. Fonte: FactSet

Un secondo potenziale fattore preoccupante sono le 'dimissioni su larga scala'. L'indagine JOLTS (Job Openings and Labor Turnover Survey) mostra che in agosto un numero record di Americani (quasi 4,3 milioni) ha lasciato il lavoro. Numerose aziende rivelano difficoltà a reperire personale e sempre più di frequente si sente parlare di società costrette ad alzare gli stipendi per attirare i lavoratori. Tuttavia, un aspetto trascurato è che dalla medesima indagine emergono 6,3 milioni di assunzioni/offerte di lavoro. Tali dati non operano una distinzione tra coloro che lasciano il lavoro perché hanno raggiunto l'età pensionabile e coloro che invece si licenziano perché hanno trovato un nuovo impiego (spesso a condizioni migliori). Il sondaggio indica che le assunzioni superano di 2 milioni i licenziamenti, pertanto a nostro parere la teoria delle 'dimissioni su larga scala' è, almeno in parte, infondata.

UN MERCATO RICCO DI OPPORTUNITÀ PER CHI È IN CERCA DI LAVORO

Una caratteristica del mercato del lavoro odierno è l'elevato turnover: diverse persone infatti lasciano il posto di lavoro alla ricerca di retribuzioni più alte. Tale situazione influisce sugli utili societari (assumere e formare i dipendenti è oneroso), ma è anche indice del probabile miglioramento della salute dell'economia. Negli ultimi mesi la crescita salariale ha preso slancio, di conseguenza l'indicatore "crescita salariale" sulla dashboard è passato da verde a giallo nel mese in esame. La retribuzione oraria media è aumentata del 4,6% a/a e, mentre questo parametro è soggetto ad alterazioni per via di modifiche alla composizione della forza lavoro (variazione del mix), anche altri parametri come il tracker della retribuzione mediana della Fed di Atlanta (+4,2% a/a) e l'Indice del costo del lavoro (+3,7%) registrano un'accelerazione.

Anche se al momento la crescita salariale non esercita pressioni sui margini, si conferma un fattore di rischio. Storicamente la crescita salariale è stata uno dei principali indicatori anticipatori sulla dashboard; tuttavia, alla luce della peculiarità dei driver alla base dell'odierno aumento delle retribuzioni nel quadro della pandemia, non escludiamo una mitigazione delle pressioni inflazionistiche nel 2022. Pertanto, si prevede che dall'indagine sul mercato del lavoro (attesa venerdì) emerga un rimbalzo delle assunzioni dopo gli ultimi due dati più esigui e un rallentamento della crescita salariale mensile (la crescita annuale invece dovrebbe accelerare ancora in presenza di termini di paragone modesti). Ci sembrano aspettative ragionevoli dato il sostanziale calo delle richieste di proroga dei sussidi di disoccupazione nelle ultime settimane, segno che sempre più disoccupati riescono a trovare lavoro.

JOLTS Dimissioni e assunzioni. Dati al 31 agosto 2021, ultimi dati disponibili al 31 ottobre 2021. Fonte: U.S. Bureau of Labor Statistics (JOLTS).

Una delle ragioni per dare meno peso ai suddetti segnali di allarme è la stagionalità. Dal 1950 novembre rappresenta il mese migliore per la performance dell'indice S&P 500, mentre dicembre si rivela il terzo miglior mese in generale. Inoltre, i trend del passato suggeriscono che la solidità genera solidità. Quando i price return per i primi 10 mesi dell'anno solare si attestano nel quintile superiore (come nel 2021), di norma l'indice avanza in media di un ulteriore 5% negli ultimi due mesi dell'anno e nel 92% dei casi chiude il periodo in positivo. Indipendentemente dagli sviluppi a breve, siamo convinti che i timori legati ai potenziali segnali di allarme verranno meno nel corso del 2022 e si creeranno condizioni più favorevoli per ulteriori rialzi del mercato nel quadro del consolidamento del mercato toro. Gli investitori si trovano attualmente ad affrontare diversi dilemmi con luce rossa e con luce verde per quanto riguarda lo stato di salute dell'attuale espansione economica e del rally del mercato.

Quali sono i rischi principali?

I Fondi possono avere titoli di diverse tipologie o essere esposti a differenti settori, circostanze di mercato o paesi. Possono altresì investire in diverse asset class, quali azioni, obbligazioni, quote/unità di fondi di investimento collettivo, strumenti di mercato monetario, e strumenti finanziari derivati. Questi investimenti comportano rischi differenti che possono fare sì che il valore delle azioni nei fondi e qualunque rendimento dei fondi scenda o salga. Gli investitori possono non recuperare l’intera somma investita e non vi è garanzia che un fondo raggiungerà il suo obiettivo. La performance del fondo potrebbe essere influenzata da rischi inclusi fluttuazioni valutarie e dei tassi di cambio, sistemi politici, economici, legali e normativi meno stabili, specialmente nei mercati emergenti, l’affidabilità creditizia di un emittente, la capacità di vendere le posizioni di un fondo o dove una piccola variazione nel valore dell’asset sottostante può avere un impatto maggiore sul valore di uno strumento finanziario derivato. I Fondi possono anche essere esposti a rischi operativi. Prima di effettuare qualsiasi investimento, Vi invitiamo a leggere la sezione del prospetto relativa al rischio e, dove disponibile, il Documento Informativo Chiave per gli Investitori. Tutti questi documenti sono disponibili sul nostro sito web www.FTIdocuments.com. Prima dell'adesione leggere il Prospetto informativo e il Documento Informativo Chiave per gli Investitori.


Questo documento è da considerarsi di interesse generale. Nessuna parte di questo documento deve essere interpretata come un consiglio all’investimento. Le opinioni espresse sono quelle dell’autore alla data di pubblicazione e sono soggette a variazioni senza preavviso. Le performance passate non sono indicazione o garanzia di performance future.