Capital Group: perché l'investimento attivo è un approccio efficace per l'azionario giapponese

Christophe Braun, Capital Group. Foto concessa

Contributo a cura di Christophe Braun, Investment director di Capital Group. Contenuto sponsorizzato.

Vi sono buone ragioni che giustificano le ultime novità introdotte dalla Bank of Japan. L'ottimizzazione del programma consente alla BoJ di rallentare gli acquisti, gettando le basi per ridurre infine i volumi di azioni giapponesi in suo possesso e placare i timori degli investitori per la sostenibilità a lungo termine delle misure di allentamento adottate. D'altra parte, però, mantenendo inalterato a quota 12.000 miliardi di yen il tetto massimo di acquisti di ETF, la BoJ si è riservata la possibilità di intervenire a sostegno del mercato se e quando la situazione lo richiederà. Nel breve termine, le recenti mosse della BoJ non faranno altro che condizionare il sentiment, senza alcun impatto significativo sulle dinamiche di mercato. La banca centrale, infatti, ha ribadito inequivocabilmente il suo impegno a mantenere una politica monetaria accomodante e la rimozione del target annuale di acquisti non significa che il programma relativo agli ETF subirà un arresto. In un orizzonte a più a lungo termine, tuttavia, l'inevitabile riduzione degli acquisti di ETF da parte della BoJ avrà indubbiamente un impatto sugli asset passivi, così come sull'azionario giapponese nel suo complesso. Ma la portata effettiva di questo impatto dipenderà dal metodo con cui la BoJ sceglierà di liquidare le sue partecipazioni in ETF.

L'approccio più ovvio sarebbe quello di riversare direttamente sul mercato tutte le quote di ETF della banca centrale, il che avrebbe tuttavia conseguenze negative per le quotazioni azionarie. Pertanto, le ipotesi di mercato si stanno orientando verso una serie di misure che non coinvolgono direttamente le piazze finanziarie, come ad esempio cedere le partecipazioni della BoJ al Government Pension Investment Fund (GPIF) oppure offrire gli ETF sul mercato pubblico al dettaglio con uno sconto rispetto al loro valore patrimoniale netto, trasferire tutti gli ETF in un fondo universitario di nuova istituzione, distribuire le quote di ETF tra fondi pensionistici individuali a contribuzione definita o chiedere alle imprese di riacquistare le azioni dalla BoJ.

Il ritorno degli investitori internazionali

Esiste un altro risvolto interessante legato al cambio di rotta della politica monetaria giapponese, ossia l'eventualità che le scelte della BoJ favoriscano il ritorno degli investitori internazionali sul mercato azionario locale dopo anni in cui lo avevano disertato. Le campagne di vaccinazione anti-COVID in corso a livello globale e il miglioramento degli standard di corporate governance delle imprese giapponesi hanno contribuito a richiamare gli investitori esteri sul mercato azionario nipponico nel corso degli ultimi mesi. Inoltre, la formazione del più grande blocco commerciale al mondo avvenuta nel novembre 2020 con la costituzione del Partenariato Economico Globale Regionale (di cui il Giappone è membro insieme a 10 paesi del sudest asiatico, Australia, Cina, Corea del Sud e Nuova Zelanda) alimenta le speranze di una rapida ripresa dalla pandemia.

Nonostante le possibili ripercussioni legate alle ultime decisioni della BoJ in materia di politica monetaria, le azioni giapponesi appaiono tuttora interessanti rispetto ad altri mercati sviluppati in termini di valutazioni. Considerando il rapporto prezzo/utili a 12 mesi, l'indice TOPIX è sostanzialmente più conveniente dell'S&P 500 e più o meno alla pari con l'MSCI Europe. L'azionario giapponese appare ancora più allettante se guardiamo al rapporto prezzo/valore contabile, con il TOPIX che è considerevolmente più conveniente sia dell'S&P 500 che dell'MSCI Europe. Le valutazioni più basse potrebbero costituire un buon punto d'ingresso per gli investitori internazionali che hanno iniziato o stanno appena iniziando a riportare l'attenzione sul mercato azionario nipponico.

Inoltre, numerose aree dell'universo azionario giapponese possono riservare grandi soddisfazioni a chi adotta una selezione attiva dei titoli, ad esempio nei settori più innovativi e orientati alla crescita come le apparecchiature elettriche, gli strumenti di precisione, l'automazione e la meccatronica dove le aziende giapponesi tradizionalmente eccellono e godono di importanti vantaggi competitivi.

Cambiamento dei modelli commerciali

Di recente, i riflettori si sono accesi anche sulle società ben posizionate per il futuro, dato che il Giappone e il mondo intero si devono adattare a una nuova normalità, ossia un contesto caratterizzato da un cambiamento dei modelli commerciali innescato da tecnologie rivoluzionarie e nuove abitudini di consumo nate a seguito della pandemia di COVID-19. L'improvviso aumento della richiesta di telelavoro ha creato una forte domanda di reti, personal computer, tablet, software e servizi su cloud. Il Giappone può vantare una serie di imprese leader in questi campi, come lo sviluppatore di software OBIC Co, il fornitore di servizi per l'integrazione di reti informatiche NetOne Systems e JustSystems, che offre servizi di assistenza informatica e vende periferiche per PC, sistemi informatici e software.

Altre dinamiche di rilievo per il mercato giapponese sono la guerra tecnologica in corso tra USA e Cina riguardo al 5G e la concorrenza nel segmento dei semiconduttori volta a soddisfare la domanda di un mondo sempre più connesso. In questi ambiti le aziende giapponesi potrebbero svolgere un ruolo importante, poiché molti dei loro prodotti e servizi sono fondamentali per la trasformazione digitale a cui stiamo assistendo oggi in tutto il mondo.

Quando si investe in azioni giapponesi, è importante anche considerare il mix settoriale del mercato. Ad esempio, esaminando un indice azionario giapponese gli investitori potrebbero rilevare che la valutazione complessiva è ridotta rispetto a un indice azionario statunitense. Questo non dovrebbe tuttavia sorprendere, perché tra i colossi dell'indice S&P 500, ad esempio, sono comprese alcune tra le maggiori società al mondo come Facebook, Apple, Amazon, Microsoft e Alphabet. Tra le principali partecipazioni dell'indice azionario in Giappone, per contro, figurano molte aziende della "old economy" tra cui banche e produttori di auto. Nonostante questo, la solidità dei bilanci delle aziende giapponesi potrebbe aumentare l'attrattiva dei titoli locali in termini di valutazione. Ancora una volta, per rilevare correttamente le opportunità di investimento in queste aziende è necessaria una ricerca bottom-up.

Infine, è importante capire il collegamento tra il mercato azionario giapponese e il mercato azionario globale. In ragione della dipendenza e del collegamento con il mercato globale, il Giappone è particolarmente vulnerabile ai fattori esterni come le preoccupanti tensioni commerciali tra USA e Cina. Molte imprese giapponesi sono attive in diversi segmenti della catena di fornitura globale, pertanto il loro business risentirà inevitabilmente di eventuali limitazioni agli scambi commerciali o alle attività aziendali imposte da uno dei due paesi