Forza relativa per i mercati finanziari europei, nonostante il contesto macroeconomico, stabile e vigoroso il dollaro USA nei confronti delle principali valute. Normalizzazione per i mercati asiatici. Contributo a cura di Stefano Battel, Cherry Bank.
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CONTRIBUTO a cura di Stefano Battel, portfolio manager, Cherry Bank.
Rispetto al mese precedente alcune cose sono cambiate sotto il punto di vista delle aspettative. La nuova linea in politica economica degli Stati Uniti sta mostrando i primi effetti, con il ritorno di Donald Trump alla presidenza che sta segnato un inizio tumultuoso e ricco di cambiamenti. Quattro i pilastri fondamentali sui cui sta focalizzando il proprio mandato: tariffe, immigrazione, riduzione delle imposte e deregolamentazione.
A fronte di ciò gli operatori stanno reagendo con una certa cautela alle nuove politiche economiche, con un dollaro USA che si mantiene forte e stabile nei confronti delle principali valute, mentre si assiste a una debolezza dell’azionario con i principali listini che mostrano maggiore forza relativa rispetto all’equity statunitense.
Segnali di rallentamento
In questo contesto l’economia USA mostra sempre più i segnali di un possibile rallentamento economico con i timori per le misure protezionistiche che hanno fatto la loro comparsa sui dati di fiducia dei consumatori (Conference Board) in calo a 98,3 dal precedente 105,3, mettendo a segno uno dei cali più poderosi da agosto 2021. A riprova di ciò, i consumi privati hanno registrato un inaspettato calo di -0,2% m/m, nel mese di gennaio, nonostante il rialzo del dato sul reddito personale, aumentato di +0,9% m/m, sintomo del rallentamento della spesa per le famiglie americane.
Parziale rassicurazione sul fronte inflattivo, con il dato PCE (indice core) passato da +2,9% a +2,6% in contrasto con quanto indicato dal CPI e PPI. Contestualmente aumenta l’attesa del mercato per 2/3 tagli nel corso del 2025, con giugno indicato come prima probabile data.
Contesto macroeconomico in peggioramento per l’Eurozona, dove si continua ad assistere a un rallentamento economico sempre più marcato. Il focus è sull’economia tedesca che mostra evidenti segnali di difficoltà, con famiglie e imprese che mettono in stand by consumi e investimenti vista la grande incertezza del quadro politico e il venire meno delle prerogative su cui si era basato il successo economico del Paese.
Proprio a causa di ciò si assisterà ad un periodo di divergenza tra le due sponde dell’Atlantico in materia di politica monetaria, con l’autorità di Francoforte che sarà costretta a muoversi ad un ritmo maggiore.
Indicatore di Stress sui mercati finanziari

Viene ancora confermato, per i mercati americani, il momento di relativa “calma”, malgrado la cautela alle nuove politiche economiche. L’indicatore elaborato da Cherry Bank su dati Bloomberg, che misura il grado di turbolenza dei mercati, si attesta infatti tuttora all’interno della “banda di sicurezza” nonostante l’aumento in termini assoluti sia superiore al 20% per il terzo mese consecutivo, sancendo comunque una certa appetibilità dell’area, seppur in misura minore, per gli investitori.
Mercati asiatici
Il proseguo di flussi positivi giunti nell’area, eccezion fatta per l’India, mostrano i propri risultati, a livello quantitativo, con l’indicatore che mette a segno un poderoso ribasso, sia in termini assoluti che percentuali.
Nonostante una crescita inferiore rispetto ai tassi passati, un contributo favorevole è dato dai segnali che giungono dalla Cina. Li Qiang, capo del governo, ha affermato come sia necessario intensificare gli sforzi in ottica di politiche anticicliche in risposta ai cambiamenti delle condizioni politico-economiche. Una vision che punta a maggiore indipendenza dall’estero, puntando ancor di più sui settori cruciali per la quarta rivoluzione industriale, quali big data, cloud computing e altre tecnologie emergenti nelle catene di fornitura manifatturiere globali. Tuttavia, è bene ricordare, come la regione, al netto delle politiche introdotte da Pechino, rimanga particolarmente vulnerabile alle tensioni geopolitiche con gli Stati Uniti guidati da un Trump sempre più desideroso di ridurre il disavanzo commerciale e di non perdere la leadership tecnologica.
Sebbene le indicazioni che ci giungono a livello macroeconomico continuino a propendere per un rallentamento economico della zona euro, prosegue il momento risk on. I listini del Vecchio Continente confermano forza relativa mostrando maggiore tenuta nelle fasi di generale debolezza. La situazione rimane tuttavia da monitorare essendo in atto per il terzo mese consecutivo anomalie a livello di rendimenti, dettati dai riposizionamenti settoriali avvenuti a seguito dei continui flussi che hanno interessato l’area. Stabili i cambiamenti a livello di correlazioni.
Situazione globale
Infine, a livello globale ravvisiamo una situazione molto simile ala macroarea asiatica, con un deciso ribasso per l’indicatore avvantaggiato da importanti flussi, da parte degli operatori, che guardano con rinnovato entusiasmo ad alcuni settori, in particolar modo al comparto finanziario e assicurativo che mostra una forza relativa, nonostante il consensus degli analisti si attenda un calo degli utili per il trimestre in corso.