Quali prospettive si aprono oggi, nelle diverse asset class, per le posizioni procicliche che abbiamo sfruttato durante l’anno? Contributo a cura di Teresa Gioffreda, Client Relationship manager di UBS AM. Contenuto sponsorizzato.
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Contributo a cura di Teresa Gioffreda, Client Relationship manager di UBS AM. Contenuto sponsorizzato.
Abbiamo aperto il 2021 con un outlook positivo per l’economia globale, in vista di una riapertura più duratura. Quali prospettive si aprono oggi, nelle diverse asset class, per le posizioni procicliche che abbiamo sfruttato durante l’anno?
Per l’azionario ci aspettiamo una maggiore instabilità generale, scenario che tende a verificarsi nel secondo anno di un nuovo mercato rialzista. Il premio al rischio azionario è prossimo al floor del ciclo precedente, pertanto il potenziale di rialzo a breve termine potrebbe essere limitato ora che i rischi legati alle politiche cominciano a diventare più bilaterali. La recente svolta restrittiva della Federal Reserve minaccia di annullare parte della debolezza accumulata dal dollaro fino a oggi, sebbene possano ancora esserci aree di sovraperformance nelle valute emergenti dei Paesi dove le banche centrali stanno già alzando aggressivamente i tassi e continueranno probabilmente a farlo. Questi sviluppi possono alimentare la volatilità delle posizioni di relative value procicliche nelle varie asset class. I solidi livelli di attività e i rischi persistenti di rialzo dell’inflazione dovrebbero determinare un aumento dei rendimenti nel tempo.
Alla luce di questo contesto, rispondiamo a cinque domande essenziali che potrebbero dettare la performance assoluta e relativa delle varie asset class nel secondo semestre dell’anno, analizzando i possibili effetti sul nostro posizionamento attuale.
Gli investitori devono abbracciare il beta del mercato azionario o preferire le posizioni azionarie relative che hanno funzionato nel primo semestre dell’anno?
La sovra performance delle azioni esposte alla forza dell’attività economica reale è il filo conduttore che ha attraversato i mercati azionari nel primo semestre, mentre i titoli più difensivi o con crescita secolare hanno sofferto. Questo tema andrà probabilmente incontro a ulteriori sfide e movimenti bilaterali, in particolare nel breve periodo, ma in definitiva rimarrà intatto nel secondo semestre 2021. Cambia inoltre l’outlook azionario, che a livello di indice appare più chiaramente confinato all’interno di un trading range dopo i robusti guadagni registrati nei primi sei mesi dell’anno.
Dopo la forte sovraperformance dei titoli value, le regioni con un orientamento ciclico possono avere un più ampio margine di crescita
In che modo una svolta restrittiva della Federal Reserve può modificare le prospettive per il secondo semestre?
Il supporto monetario è stato fondamentale per sostenere le valutazioni azionarie, ma adesso gli investitori si trovano ad affrontare, forse prima del previsto, la prospettiva di un ritiro delle politiche accomodanti. Andando avanti, i movimenti sottostanti del mercato obbligazionario saranno cruciali nel dettare il tono per le altre asset class. La continua pressione al rialzo sui rendimenti reali, con i breakeven che si abbassano, non è una combinazione positiva per gli asset di rischio quali azioni, spread di credito e materie prime, tuttavia è importante considerare il contesto in cui lo stimolo monetario potrebbe iniziare a essere rimosso.
Nel breve periodo la decisione della Federal Reserve potrebbe provocare un’importante inversione in alcune aree particolarmente fiorenti e vulnerabili dei reflation trade, ma nel tempo, soprattutto se le pressioni inflazionistiche statunitensi inizieranno a diminuire, sarà probabilmente la forte ripresa economica globale, sempre più estesa, a imporsi come volano della performance assoluta e relativa delle varie asset class. E se le pressioni inflazionistiche statunitensi inizieranno a ridursi nel secondo semestre, in linea con le nostre previsioni, dovrebbero diminuire anche le probabilità di ulteriori sorprese restrittive da parte della Fed.
Che effetti avranno sui mercati le leggi in discussione e di prossima approvazione al Congresso degli Stati Uniti?
Nel 2021 gli Stati Uniti approveranno probabilmente ulteriori stimoli fiscali destinati a infrastrutture fisiche e sociali, ma anche aumenti delle imposte, con un’implicazione cruciale per i mercati finanziari: negli USA i rischi legati alla politica fiscale sono ora bilaterali. Il Senato sta discutendo una bozza di accordo bipartisan per incrementare di 579 miliardi di dollari la spesa in infrastrutture fisiche senza imporre nuove tasse. Se approvata, questa proposta di legge sarà probabilmente firmata dalla Casa Bianca nel terzo trimestre.
I leader democratici al Congresso hanno dichiarato l’intenzione di presentare una proposta di legge separata attraverso il processo di riconciliazione su un binario parallelo. Il loro scopo, a nostro parere, è assicurarsi che le priorità politiche quali le infrastrutture sociali e verdi siano affrontate in modo più completo in vista delle elezioni di medio termine del 2022. Difficilmente questa seconda proposta di legge sarà approvata prima del quarto trimestre.
L’aliquota dell’imposta sulle imprese probabilmente aumenterà almeno al 25%, pur rimanendo nettamente inferiore ai livelli precedenti ai tagli voluti da Trump nel 2017. Il punto chiave è che l’effetto netto di questo pacchetto sarà una riduzione degli utili al netto delle imposte delle società statunitensi, uno scenario che sostiene la nostra preferenza per le azioni dei mercati sviluppati esclusi gli Stati Uniti. Inoltre, i Democratici includeranno probabilmente alcune misure di aumento del gettito che hanno un impatto negativo sulle aziende multinazionali e sulle società tecnologiche mega-cap. A parità di condizioni, questa mossa dovrebbe penalizzare i titoli growth statunitensi.
L’Europa può evitare di ripetere gli errori di politica commessi nell’ultimo ciclo?
Ci aspettiamo che l’Europa non avrà difficoltà a superare questa asticella particolarmente bassa: secondo la nostra view, non ci saranno sbandamenti improvvisi verso l’austerità fiscale e la Banca Centrale Europea non dovrebbe alzare i tassi durante un’ondata temporanea di inflazione. L’Eurozona è un caso relativamente unico, in quanto la crescita non dovrebbe decelerare dal 2021 al 2022 e i piani dei governi europei indicano che in seguito il consolidamento fiscale sarà modesto.
Le elezioni tedesche di fine settembre si preannunciano un importante catalizzatore per gli asset europei. Nel breve periodo i rischi politici in Europa sono bilaterali, ma asimmetricamente orientati verso una posizione più permissiva nei confronti dei disavanzi di bilancio, investimenti pubblici più elevati e una maggiore integrazione economica. In questa prospettiva le valutazioni, che durante il ciclo pre-Covid hanno costantemente penalizzato gli asset europei, sono pronte a diventare un fattore propulsivo durante questa espansione.
La decelerazione della crescita del credito cinese rappresenta una minaccia per le posizioni procicliche?
La moderazione della crescita del credito cinese è il principale rischio individuabile sull’orizzonte macro.I ricordi che gli investitori conservano dall'esperienza pre-pandemica ci dicono che questa espansione pre-pandemica ci dice che questa situazione minaccia di introdurre una volatilità capace di mettere alla prova il posizionamento prociclico, in particolare negli asset dei mercati emergenti. Crediamo che in definitiva questo rischio sarà superato dalle condizioni maggiormente favorevoli per l’attività globale e dalla natura relativamente modesta dell’inasprimento della politica cinese.
In Cina la crescita del PIL nominale si sta rafforzando nonostante la diminuzione dei finanziamenti sociali totali. Grazie alla riapertura la spesa al consumo è in continuo aumento, inoltre il rimbalzo degli utili industriali sostiene la spesa per investimenti e la solidità della domanda estera stimola le esportazioni cinesi.
Il grande stock di stimoli fiscali globali che sostiene i commerci internazionali, le difficoltà della supply chain che dovrebbero prolungare le dinamiche da inizio ciclo nei settori delle merci, la svolta restrittiva delle banche centrali dei mercati emergenti e anni di sottoinvestimenti stanno causando carenze in molti mercati delle materie prime. Questi fattori creano un outlook più favorevole per le posizioni procicliche, incluse le valute dei ME, sebbene tali trade debbano affrontare un’ulteriore condizione avversa nel breve periodo a causa dell’orientamento più restrittivo della Fed.
I timori per la Cina non incidono sull’ampio posizionamento prociclico