Come posizionarsi per far fronte alla reflazione nel 2017

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Immagine ceduta

Contributo a cura di Francesco Lomartire, responsabile di SPDR ETFs per l’Italia.

L’inflazione ha cominciato a risvegliarsi dopo le elezioni USA grazie all’impegno del presidente eletto Donald Trump di aumentare la spesa fiscale per migliorare le infrastrutture obsolete. L’impegno di ridurre le tasse dovrebbe anche avere un impatto sulle tendenze inflazionistiche, in quanto il potere di acquisto dei consumatori potrebbe aumentare. Con l'avvicinarsi delle elezioni, il tasso di inflazione break-even ha cominciato ad aumentare, mentre il prezzo corrente del petrolio è risalito e i dati relativi all’indice dei prezzi al consumo (Consumer Price Index) hanno rispecchiato costi più elevati. Tuttavia, i break-even hanno registrato un andamento verticale subito dopo le elezioni e i recenti tagli dell’OPEC (si veda il grafico seguente).

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Fonte: Bloomberg Finance L.P., dati al al 6/12/2016

Con queste spinte inflazionistiche risvegliate dai programmi a favore della crescita e pro-spesa pubblica del “Trumpenomics”, c'è stata una corsa consistente verso gli ETF e fondi che investono sui TIPS (Treasury Inflation Protected Securities) con oltre 3,6 miliardi di dollari di asset raccolti nel solo mese di novembre. Tuttavia il semplice incremento di posizioni sui TIPS in maniera indiscriminata può ridurre queste pressioni inflazionistiche, ma anche accrescere in modo eccessivo il rischio di tasso di un portafoglio, uno scenario non ideale in un contesto di mercato caratterizzato da tassi in aumento.

Riteniamo che nel 2017 gli investitori possano andare ben oltre i TIPS e investire in asset reali, asset tangibili che costituiscono gli elementi alla base della produzione industriale e dei beni di consumo in modo da rendere i portafogli potenzialmente più resilienti al crescente rischio di inflazione.

Posizionarsi per far fronte alla reflazione con asset reali

Trump continua a caldeggiare la proposta di spesa in infrastrutture da 1.000 miliardi di dollari in 10 anni, che ha lanciato durante la campagna elettorale. La promessa di spesa massiccia in infrastrutture ha alimentato le aspettative di inflazione dal lato dell'offerta, con un aumento del prezzo delle forniture per la costruzione di ponti, strade e aeroporti.

I titoli delle società nel settore delle risorse naturali, come materiali industriali, agricoltura ed energia, possono aiutare gli investitori a mitigare l’inflazione dal lato dell'offerta, in quanto possono beneficiare direttamente dell’aumento dei prezzi sottostanti. Il grafico sottostante spiega questo punto, mostrando come i titoli delle società nel settore delle risorse naturali a livello mondiale si sono mosse in modo simile alle aspettative di inflazione.

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Fonte: Bloomberg Finance L.P., State Street Global Advisors, dati al 14/11/2016

Negli ultimi cinque anni, i titoli globali nell’ambito delle risorse naturali hanno mostrato una sensibilità beta più elevata (0,61) ai movimenti dei tassi di break-even rispetto a benchmark standard core globali a capitalizzazione di mercato, come l’indice l'MSCI World Index (0,34). Detto questo, gli investitori che cercano di sfruttare queste tendenze inflazionistiche dovrebbero considerare di destinare una componente del loro portafoglio alle azioni globali nel settore delle risorse naturali.