Analisi a cura di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm.
Analisi a cura di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm.
Il 23 ottobre la Commissione Europea ha espresso un giudizio negativo sulla manovra italiana. Fino a oggi né il Governo né l’Europa hanno rivisto le loro posizioni e il 21 novembre la Commissione ha annunciato di voler aprire una procedura di infrazione. I nodi irrisolti – ovvero deficit strutturale in aumento, previsioni ottimiste sulla crescita economica e manovre espansive senza una copertura fiscale certa – sono quindi rimasti tali, e hanno portato alla conferma della bocciatura della manovra italiana.
Quali saranno i prossimi passi?
Ovviamente quella della Commissione rimane una raccomandazione, che dovrà poi essere esaminata dal Consiglio della Ue, l’organo in cui siedono i rappresentanti eletti dei governi dei 28 stati membri. È comunque norma che il Consiglio segua le raccomandazioni della Commissione e a quel punto il Governo avrà dai tre ai sei mesi di tempo per correre ai ripari, pena l’imposizione di sanzioni economiche.
Gli italiani si sono disinnamorati dei Btp
Il mercato obbligazionario negli ultimi giorni ha dato segnali di disaffezione degli investitori verso i titoli di stato italiani. La recente emissione di bond indicizzati all’inflazione (Btp Italia) ha ricevuto il livello di ordini più basso da quando è iniziata, nel 2012. Le stime parlavano di una partecipazione all’asta dei vari investitori di 8 miliardi, mentre la domanda effettiva è stata di 2,16 miliardi, di cui solo 860 milioni arrivano dai risparmiatori. Nonostante questo, lo spread in questi ultimi due giorni non si è mosso particolarmente pur rimanendo, beninteso, a livelli molto alti.
Come è distribuito il debito italiano?
Il debito pubblico in scadenza nel 2019 ammonta a circa 250 miliardi. L’erogazione dei servizi pubblici essenziali di uno Stato dipende anche dalla sua capacità di finanziare il proprio debito e uno spread alto porta naturalmente a costi di finanziamento più alti.
Quale impatto sugli investitori?
In generale, per l’investitore italiano è stato un anno complicato. Le uniche fonti di rendimento del portafoglio globale multi asset sono state il dollaro e l’azionario americano. Più si è concentrato l’investimento sul mercato italiano, più i rendimenti sono stati deludenti. L’investitore in Btp ha perso in media il 6% e l’investitore nell’azionario italiano ha perso in media tra il 12% e il 14%.
I Piani Individuali di Risparmio (PIR) sono stati lanciati oltre un anno e mezzo fa e hanno avuto un 2017 di grande successo in termini di adesioni e di raccolta. Il focus geografico, quasi esclusivamente domestico, ha mostrato tutte le sue criticità nel corso del 2018. A prescindere dalla tipologia di fondo, infatti, le performance dei PIR oscillano in media tra il -6% e oltre il -20%.