Crisi alimentare e idrica, come combatterla

Mark Lacey, Felix Odey. Foto concessa (Schroders)
Mark Lacey, Felix Odey. Foto concessa (Schroders)

Contributo a cura di Mark Lacey, head of Global Resource Equities e Felix Odey, portfolio manager, Global Resource Equities di Schroders. Contenuto sponsorizzato.

Risorse limitate, riscaldamento globale, crescita demografica e guerra sono solo alcuni dei fattori che rendono urgente agire ora per contrastare una crisi che potrebbe avere conseguenze catastrofiche. Come tutelare le risorse idriche e aumentare l’efficienza della produzione alimentare?

La sicurezza energetica rappresenta un enorme problema per molti Paesi, ma la crisi idrica e alimentare è una questione ancora più grave. Quali sono le implicazioni?
Dallo scoppio della pandemia è aumentata la consapevolezza sulla disponibilità limitata di risorse a livello mondiale e la necessità di tutelarle considerato il riscaldamento globale, la crescita demografica e le pressioni sulla sostenibilità delle filiere idriche e alimentari.

Il conflitto in Ucraina ha posto un ulteriore ostacolo alla produzione e alla fornitura di generi alimentari e ha messo in luce la vulnerabilità di molti sistemi di approvvigionamento.
Ad acuire i timori anche la siccità senza precedenti che ha interessato l’Europa nella primavera e nell’estate del 2022; in passato eventi simili erano rarissimi in questa parte del mondo. La siccità è causata da un mix tossico di scarse precipitazioni, inquinamento ed eccesso di consumi. Oggi circa il 30% degli europei è colpito dalla carenza d’acqua ogni anno.

Già nel 2009, lanciando un allarme, il vicepresidente della Banca Mondiale ha affermato: “Nel XXI secolo si combatterà per l’acqua se non cambiamo le modalità di gestirla”. Si stima che per rendere sostenibile l’intero sistema idrico e alimentare occorreranno circa $30.000 miliardi.

Se non cambiamo registro, si innescheranno sempre più circoli viziosi. Ad esempio, in caso di riscaldamento delle temperature globali di due gradi, la resa dei raccolti di mais diminuirà di oltre il 20%. Analogamente, se non modifichiamo le nostre abitudini, dovremo destinare più terreni all’agricoltura per riuscire a sfamare una popolazione sempre più grande. Ci sarà un aumento della deforestazione, che a sua volta porterà all’estinzione di diverse specie. E quindi all’accelerazione del cambiamento climatico e del riscaldamento globale.

Assisteremo a una massiccia desertificazione in Africa, che causerà crisi alimentari e quindi migrazioni di massa. L’effetto domino è abbastanza semplice da capire. E, in ultima analisi, tutti questi eventi potrebbero comportare un’iperinflazione dei generi alimentari su larga scala. Non si tratta di prospettive astratte, bensì di un processo concreto e preoccupante che non si vedeva da generazioni”.
Nonostante lo scenario sfavorevole, un cambiamento è possibile e le società e i consumatori stessi possono offrire soluzioni pratiche alla crisi.

Assistiamo allo sviluppo di molte tecnologie e applicazioni di dati che danno un contributo significativo all’aumento della resa dei raccolti. Tecniche quali editing genomico e modifiche genetiche sono oggetto di controversie su alcuni mercati. Ma al contempo permettono a regioni come l’America Latina di superare alcuni dei mercati agricoli più avanzati e di ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti con un enorme impatto positivo. Il consumatore ha un ruolo centrale. Anche una variazione parziale della nostra dieta può avere un enorme impatto sulle emissioni totali di gas serra nei settori alimentare e idrico.

In un’infografica una panoramica della crisi e di alcune strategie per affrontarla.

In questa infografica mostriamo i problemi principali, ma anche i rimedi della crisi idrica e alimentare, indicando come la società può lavorare collettivamente per risolverla.

Fonte: Schroders, luglio 2022, 606191