Due temperature diverse per la febbre dell’oro

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Peter Garnry, Head of Equity Strategy, BG Saxo

Contributo a cura di Peter Garnry, head of Equity Strategy BG Saxo.

Dall’analisi condotta da Bg Saxo emerge che i Gold-Miner non sono stati in grado negli anni di offrire un rendimento associato all’asset sottostante, sottoperformando in modo significativo rispetto all’oro sin dall'inizio del 2004.  Un lungo periodo di prezzi costantemente più alti ha portato a costi operativi elevati che hanno reso difficile per i Gold Miner recuperare la redditività dopo il 2013. Inoltre, il nuovo focus su ESG ha fatto diminuire lo spread di valutazione sulle azioni globali aggiungendo ulteriore pressione.

La nostra valutazione sull'oro è stata positiva per anni poiché la politica monetaria è stata sempre più disperata in termini di alleggerimento, eccezion fatta, forse, per la politica della Fed. Oggi che la Fed si unisce ad altre Banche centrali per ampliare il proprio balance sheet e spostare il tasso ufficiale vicino allo zero rispetto alle aspettative del mercato anche in previsione di tassi negativi, il nostro giudizio sull'oro migliora ulteriormente.  Ci aspettiamo che quest’anno l’oro raggiunga quotazioni record a fronte di una crescente richiesta da parte degli investitori di un rifugio sicuro dal deprezzamento delle principali valute.

Lo storico del mercato dell’oro dall’inizio del 2004 dimostra che il prezzo spot dell’oro ha consentito operazioni straordinarie che hanno superato le performance del mercato azionario globale con un rendimento annualizzato del 9,2%.

ciao

Fonte: Bloomberg Saxo Group.

Nello stesso periodo le azioni globali hanno ottenuto un rendimento annualizzato del 6,3%. Se ne potrebbe dedurre che i gold miner rappresentino un investimento interessante dato il loro potrebbe quindi pensare che i Gold Miner siano interessanti dato il loro vantaggio sul bilancio. In realtà, i dati suggeriscono che si tratta di un mito e che i Gold Miner abbiano difficoltà  a dare un valore aggiunto agli azionisti che vada al di là del prezzo di vendita della commodity. I gold miner hanno restituito il 3,6% annualizzato sin dagli inizi del 2004 e Newmont, il leader di settore, ha restituito il 3,7% annualizzato, riuscendo a superare di poco il dato dell’inflazione globale.

In breve, la storia ci dice che i Gold Miner non forniscono alcun valore aggiunto al di là del prezzo spot dell’oro; investitori e trader dovranno concentrarsi principalmente sul prezzo spot dell’oro. La liquidità, inoltre, è migliore nel prezzo spot dell'oro ed è un altro elemento di interesse; tuttavia, come evidenziato dall’hedge fund manager Crispin Odey settima scorsa, è necessario tenere in considerazione un rischio importante legato al possesso di oro, spesso tramite un ETF; vale a dire la possibilità che i governi possano rendere illegale la proprietà privata di oro nel caso in cui non riescano più a controllare l’inflazione dovuta agli stimoli monetari e fiscali del momento.