Secondo Giulio Bellotti, executive director di UBS AM, la lotta alla crisi climatica deve essere sempre più una priorità di tutti, investitori compresi. L’asset manager si pone l’obiettivo di mobilitare il capitale verso la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici. Contenuto sponsorizzato da UBS AM.
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CONTRIBUTO a cura di Giulio Bellotti, executive director, head Discretionary Wholesale Client Coverage Italy di UBS AM. Contenuto sponsorizzato da UBS AM.
La lotta al cambiamento climatico deve essere sempre più una priorità di tutti, investitori compresi. Noi, come asset manager, abbiamo l’obiettivo di mobilitare il capitale verso la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, sostenendo al contempo la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio.
Engagement tematico
Per supportare le aziende verso un cambiamento che abbia un impatto positivo abbiamo ideato una metodologia proprietaria, in cui un ruolo chiave lo svolge l’engagement tematico. Pensiamo infatti che questo, unito al voto per delega, sia uno strumento fondamentale per influenzare il comportamento delle aziende e accelerare l’adozione delle misure necessarie per attuare la transizione verde, soprattutto in quei settori in cui ciò è diventato sempre più indispensabile. Puntiamo a comprendere appieno il modello di business delle aziende in cui investiamo, a costruire relazioni con il management, a fornire feedback sull’andamento delle emissioni e a definire le misure raccomandabili per sviluppare la resilienza delle aziende in un’economia a basse emissioni di carbonio.
Nel 2018 abbiamo lanciato un programma di engagement tematico di durata triennale sui cambiamenti climatici; inizialmente ci siamo focalizzati su 49 società appartenenti al settore oil&gas e utility, che si erano dimostrate poco attente rispetto alle emissioni. Abbiamo scelto di concentrarci su questi due settori poiché, se da un lato è vero che questi incidono in misura considerevole sul cambiamento climatico, dall’altro questi settori sono in grado di fornire i capitali e le tecnologie necessarie per cercare di trovare una soluzione al problema. I nostri obiettivi di engagement sono stati costruiti attorno al quadro della Task Force on Climate – related Financial Disclosure (TCDF) in materia di governance, strategia, gestione del rischio, parametri di misura e obiettivi e il progetto ha riguardato la nostra esposizione finanziaria su tali società attraverso strategie passive e attive sia nel segmento obbligazionario che azionario quotato.
Inoltre per rafforzare la capacità di influenzare e aiutare le aziende a intraprendere un percorso verso la transizione verde, in UBS AM crediamo fermamente che la collaborazione con altri investitori sia necessaria, ed è proprio per questo motivo che abbiamo collaborato attivamente al lancio dell’iniziativa Climate Action 100+ (CA100+).
Climate Action 100+
Si tratta del più grande sforzo collettivo ad opera di investitori volto a contrastare il cambiamento climatico. L’iniziativa sta coinvolgendo nell’attività di engagement oltre 150 tra le aziende maggiormente responsabili dell’emissione di gas serra nel mondo ed è un progetto che gode del supporto, ad oggi, di 575 investitori. Lo scopo del progetto è quello di ridurre le emissioni nocive, incoraggiare la divulgazione finanziaria sul clima e migliorare la governance sui rischi del cambiamento climatico. E in effetti, proprio grazie al programma di engagement, siamo riusciti a constatare una rapida evoluzione del dialogo con le aziende sui cambiamenti climatici. Infatti -inizialmente- le imprese non volevano assumersi la responsabilità delle emissioni indirette derivanti dall’utilizzo dei prodotti venduti, mentre ad oggi sempre più aziende si prefissano proprio obiettivi di riduzione di tali emissioni, comprese quelle indirette. Inoltre abbiamo potuto constatare, in linea generale, un maggiore impegno; infatti, gli stress test e le analisi di business a livello globale sono passati al raggiungimento di obiettivi più in linea con l’accordo di Parigi e vi è una maggiore enfasi sull’energia rinnovabile e sulle tecnologie a basse emissioni di carbonio rispetto al passato, con un sempre crescente interesse per l’economia dell’idrogeno. Di pari passo cresce anche il controllo sul lavoro di advocacy delle aziende per accertarsi che il management non si opponga alla regolamentazione sul clima attraverso attività di lobbying diretta o indiretta.
Al fine di rendere concreto questo grande lavoro e metterlo a disposizione dei nostri Partner, recentemente abbiamo lanciato una serie di soluzioni azionarie e obbligazionarie Climate Aware, dedicate appunto al clima. Come elemento distintivo e di innovazione, all’interno della vastissima categoria delle soluzioni sostenibili, queste strategie utilizzano una visione tridimensionale degli investimenti che comprende le categorie di Adattamento, Mitigazione e Transizione ai cambiamenti climatici.
Il paniere sulla Mitigazione comprende tutte quelle aziende che possono contribuire a mitigare la sfida climatica, fornendo soluzioni e strumenti che permettono di limitare le emissioni. Si tratta di un universo investibile in continua crescita: stiamo infatti osservando che queste aziende iniziano proprio ora a quotarsi sul mercato pubblico. Il paniere sull’Adattamento, invece, racchiude al suo interno aziende che stanno adottando misure per ridurre le loro emissioni di carbonio, ad esempio una fabbrica che passa ad utilizzare una fonte di energia più verde come l'energia eolica. Infine, il paniere sulla Transizione include aziende che operano in settori ad alto contenuto di carbonio, ma che stanno trasformando i loro modelli di business per adattarli alle esigenze di un’economia a ridotte emissioni. Questi tre pilastri ci permetteranno di diversificare ulteriormente i portafogli dei nostri clienti, offrendo un vero vantaggio durante i periodi di maggiore volatilità e di rotazione sui mercati.