ESG e inflazione: una verità scomoda?

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Martin Todd. Foto concessa da Federated Hermes Limited

CONTRIBUTO a cura di Martin Todd CFA, Portfolio Manager, Sustainable Global Equity, Impact Opportunities, Federated Hermes Limited.

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Gli investimenti ESG continuano a farsi strada nel mercato, ma la COP26 ha evidenziato la presenza di opinioni frammentate e discordanti su scala globale. Noi sosteniamo, invece, che se la sostenibilità dovesse conquistare i più scettici e diffondersi alla velocità della luce, investitori, governi, aziende e consumatori non potrebbero più ignorare quello che riteniamo essere l’elefante più importante nella stanza.

Sullo sfondo di questo spostamento verso uno stile di vita più sostenibile, il mondo è alle prese con l’aumento dei prezzi. Di conseguenza, i due principali temi di mercato per il prossimo anno sono, in questo momento, in rotta di collisione. I mercati sono stati, per lo più, in punta di piedi, attorno a discussioni che collegavano ESG e inflazione, soprattutto perché l’argomento è tanto polarizzante quanto scomodo.

Si polarizza perché ci sono due scuole di pensiero in gioco: la prima suggerisce che l’adozione di pratiche ESG o sostenibili negli affari sia un atto fondamentalmente inflazionistico. La seconda scuola di pensiero sostiene che non fare nulla per affrontare questioni come il cambiamento climatico è, in definitiva, ancora più inflazionistico. La parte scomoda della situazione sta nel fatto che, in verità, entrambe le scuole di pensiero sono corrette.

Prendiamo le emissioni di carbonio come primo esempio. La decarbonizzazione può essere inflazionistica in due modi ed entrambi, in definitiva, si riducono a una questione di offerta:

  1. Anche se, in molti paesi, il costo delle energie rinnovabili sta diminuendo rapidamente, le rinnovabili rimangono, nel complesso e per ora, più costose dei combustibili fossili. Ciò è fondamentalmente dovuto alla mancanza di offerta, ma è esacerbato da nuovi livelli di domanda creati dall’elettrificazione diffusa in aree come i veicoli elettrici.
  2. Poiché i governi impongono maggiori restrizioni sia allo sviluppo dei combustibili fossili che all’energia nucleare, limitandone così l’offerta, i prezzi dei combustibili fossili e delle fonti rinnovabili pronti a sostituirli inevitabilmente aumentano.

In un esempio reale di questa dinamica, all’inizio di dicembre 2021, Shell ha annunciato il suo ritiro dallo sviluppo di un nuovo giacimento petrolifero nel Mare del Nord1. La mossa, salutata come positiva per il clima, ridurrà la fornitura di combustibili fossili ed aumenterà i costi. Nel frattempo, aumenterà anche la domanda di risorse alternative rinnovabili, innescando un doppio smacco inflazionistico.

Vita reale, costi reali

Questo è un esempio relativamente semplice inerente al settore energetico, ma gli stessi problemi sono alla base dell’intero settore aziendale. Infatti, anche un produttore di abbigliamento può essere sottoposto a pressioni sociali e normative per utilizzare materiale proveniente da fonti più sostenibili; ma farlo ha un costo. La conversione di un terreno agricolo dalla produzione di cotone tradizionale alla produzione di cotone biologico (cioè più sostenibile) è dispendioso in termini di risorse e richiede tempo. È difficile incentivare un agricoltore a farlo senza fornire un supporto finanziario. In parole povere, se il mondo vuole che i produttori passino a pratiche più consapevoli degli ESG, allora lo stesso mondo deve offrire un sostegno finanziario: yes, hello inflation!

Nel precedente paragrafo, transizione è la parola chiave. Al centro dell’equazione c’è l’orizzonte temporale: ora e nel breve termine possiamo aspettarci un aumento delle pressioni inflazionistiche. Ma, man mano che l’innovazione e le economie di scala entrano in gioco, i costi correnti diminuiranno gradualmente e il costo delle soluzioni ecologiche diminuirà. In altre parole, gli investimenti a breve termine devono essere valutati rispetto a guadagni più duraturi e a lungo termine.

Tuttavia, chiedere oggi alle società di sostenere costi a breve termine per raccogliere benefici in un futuro ignoto è alquanto difficile. In questo momento, i combustibili fossili e la plastica sono semplicemente più economici ed efficienti. Il cambiamento, in qualsiasi direzione, crea resistenza e costa denaro; e quei costi ricadranno sul consumatore finale.

Il recente aumento delle bollette energetiche a livello globale, ad esempio, non è solo un effetto collaterale del Covid e delle interruzioni della catena di approvvigionamento, ma anche la ramificazione del cambiamento delle fonti di energia e della ridotta disponibilità di gas naturale e petrolio.

Un altro impatto ampiamente sentito sarà sull’industria aeronautica. Tasse più elevate e l’eventuale obbligo, per le compagnie aeree di alcuni paesi, di utilizzare una percentuale di carburante sostenibile per l’aviazione aumenteranno probabilmente i costi in tutto il settore. Man mano che questi vengono trasferiti ai consumatori, un forte aumento del costo del viaggio aereo potrebbe mettere a dura prova la famiglia media che potrebbe trovare vacanze all’estero meno convenienti di prima.

Tali aumenti dei costi non avranno un impatto sulle famiglie ricche del mondo, ma certamente sulle famiglie a reddito medio-basso. Poiché sempre più governi introducono questo tipo di normative specifiche del settore, le domande relative all’impatto sui consumatori e all’incidenza dei prezzi nei confronti dei meno abbienti dovranno essere affrontate a livello globale. Coloro che sostengono uno stile di vita più sostenibile hanno la responsabilità di tenerlo a mente e di garantire che le famiglie e gli individui siano parte del processo decisionale sull’impatto a breve termine sul costo della vita.

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1 FT.com: ‘Shell pulls out of North Sea oil project’, 3 dicembre 2021.


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