Stefano Battel, foto Gianni Strizzolo per FundsPeople
I mercati USA escono dal perimetro di “calma relativa”. Prosegue la fase di normalizzazione per i mercati asiatici che confermano il risk on. Neutralità per la zona euro, nonostante la forza relativa rispetto al mercato americano. Contributo a cura di Stefano Battel, Cherry Bank.
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L’ultimo mese ha visto una “esplosione” dell’incertezza. Guardando quanto è successo sui mercati finanziari nelle ultime settimane, azionario in primis, si ha l’impressione che gli operatori di mercato siano intrappolati in una sorta di terra di mezzo. Da un lato, i dati provenienti dall’economia reale mostrano una tenuta a livello globale, dall’altro si assiste al prolungarsi delle controversie sul fronte del commercio internazionale che non tarderanno a far sentire gli effetti sui consumi.
A fronte di ciò, la reazione del mercato non ha tardato a farsi sentire, con l’equity statunitense che ha sottoperformato quello del Vecchio Continente e dei mercati emergenti. Debolezza per il dollaro USA con gli investitori che temono l’effetto dazi, e la conseguente guerra commerciale, sull’economia americana. In questo scenario l’aspettativa è che la FED acceleri il taglio del costo del denaro allontanando gli operatori dalla valuta a stelle e strisce in quanto renderebbe meno.
USA, segnali di rallentamento
In questo contesto l’economia USA mostra sempre più i segnali di un possibile rallentamento economico con i timori per le misure protezionistiche che si intensificano. A marzo la fiducia dei consumatori (Conference Board) è scesa a 92,9 segnando il minimo da luglio 2022. A riprova di ciò, il PMI flash manifatturiero è sceso in territorio negativo (zona contrazione). Per l’industria è il primo calo della produzione nel 2025 con aumento dei costi, causa tariffe.
Eurozona, contesto macro in peggioramento
Contesto macroeconomico in peggioramento per l’Eurozona, dove si continua ad assistere a un rallentamento economico sempre più marcato della principale economia, con il tasso di disoccupazione cresciuto, nel corso del mese, al 6,3 per cento. Indebolimento, nell’Eurozona, per il PMI flash servizi. Per quanto concerne l’inflazione, infine, si riscontra una frenata dei prezzi, soprattutto nella componente servizi.
Indicatore di Stress sui mercati finanziari
Fonte: Elaborazione Cherry Bank su dati Bloomberg L.P.
Smentito, per i mercati americani, il momento di relativa “calma”, con gli operatori che guardano con maggiore preoccupazione alle nuove politiche economiche e alle relative implicazioni in termini di politica monetaria. L’indicatore elaborato da Cherry Bank su dati Bloomberg, che misura il grado di turbolenza dei mercati, è fuoriuscito dalla “banda di sicurezza” proseguendo la tendenza al rialzo in termini assoluti per il quarto mese consecutivo. Inizia a venire meno l’appetibilità dell’area, seppur in territorio neutrale, per gli investitori.
Mercati asiatici
Il proseguimento di flussi positivi giunti nell’area ha fornito il carburante, a livello quantitativo, per normalizzare l’indicatore in termini percentuali. A livello assoluto si è assistito ad un lieve aumento. Un contributo favorevole è arrivato dal recente approccio pro-business di Pechino, che ha sostenuto particolarmente i mercati cinesi. Più in generale si sono mostrate resilienti, di fronte all’incertezza sulla politica monetaria, le azioni dei mercati emergenti sorrette dall’indebolimento del dollaro USA. Tuttavia, è bene ricordare, come la regione, al netto delle politiche introdotte da Pechino, rimanga particolarmente vulnerabile alle tensioni geopolitiche con gli Stati Uniti guidati da un Trump sempre più desideroso di ridurre il disavanzo commerciale e di non perdere la leadership tecnologica.
Si interrompe il momento risk on con i listini del Vecchio Continente che, nonostante confermino la forza relativa mostrando maggiore tenuta nelle fasi di generale debolezza, cominciano a convergere con le indicazioni che giungono a livello macroeconomico. La situazione rimane da monitorare essendo in atto cambiamenti, a livello di correlazioni, che probabilmente hanno influito nel cambio di segnale.
Situazione globale
Infine, a livello globale ravvisiamo una situazione molto simile ala macroarea asiatica, con una stabilizzazione in termini relativi per l’indicatore avvantaggiato dalla prosecuzione dei flussi in ingresso, da parte degli operatori, che continuano a guardare con entusiasmo ad alcuni settori, in particolar modo al comparto Telecomunicazioni e Utilities. Di contro, torna sotto pressione il Tecnologico, soprattutto il segmento dei semiconduttori.