Stefano Battel, foto Gianni Strizzolo per FundsPeople
Bilancio positivo per i mercati finanziari nonostante siano stati attraversati da eventi significativi. Confermata “calma relativa” per gli USA. Mercati asiatici in fase di stabilizzazione, ancora risk on per la zona euro. Contributo a cura di Stefano Battel, Cherry Bank.
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L’anno appena trascorso si chiude tra incertezze economiche e politiche segnando un bilancio complesso, per i mercati finanziari, attraversati da eventi significativi che hanno messo alla prova gli investitori. Dalla caduta del regime degli Assad in Siria, alle guerre in Medio Oriente e in Ucraina, fino alla vittoria di Donald Trump alle presidenziali che, una parte dell’establishment americano, non vede di buon occhio.
In questo contesto l’economia USA continua a segnalare ritmi di crescita, a differenza di un’Europa che sconta la crisi del settore automotive e da un’articolata regolamentazione. Da entrambe le sponde dell’Atlantico si è assistito a una riduzione dei tassi di interesse, le Banche Centrali sono state le protagoniste indiscusse dominando la scena con le loro politiche monetarie, con ritmi diversi. La Fed ha portato il tasso sui Fed funds al 4,25%-4,50% visto l’andamento economico, con dati positivi su occupazione e consumi nonostante le revisioni dei dati precedenti. A dicembre, infatti, la fiducia dei consumatori (Conference Board) ha segnato un calo dal precedente dato e i PMI hanno evidenziato come la crescita sia sostenuta principalmente dal settore terziario. Alla luce di ciò le previsioni sono passate da una stretta di 100 punti base a “soli” 50 per il nuovo anno.
Di contro la presidente della BCE, Christine Lagarde, ha riferito che, se la crescita economica dovesse rallentare ancora, in concomitanza con la possibile introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti, l’Eurotower potrebbe decidere di procedere con un taglio di 50 punti base nei prossimi mesi. L'indice manifatturiero dell’area euro, infatti, è rimasto invariato su livelli depressi (45,1) mentre il PMI servizi ha segnato un aumento a 51,6, tornando a segnalare una modesta espansione, da 49,5 del precedente dato. PMI composito risale a 49,6 (area recessiva).
Indicatore di Stress sui mercati finanziari
Fonte: Elaborazione Cherry Bank su dati Bloomberg L.P.
A fronte dei positivi dati economici e malgrado gli aggiustamenti di politica monetaria dettati proprio da quest’ultimi, per i mercati americani viene ancora confermato il momento di relativa “calma”. L’indicatore elaborato da Cherry Bank su dati Bloomberg, che misura il grado di turbolenza dei mercati, si attesta infatti tuttora all’interno della “banda di sicurezza” nonostante l’aumento in termini assoluti sia superiore al 20%, sancendo l’appetibilità dell’area per gli investitori.
Mercati asiatici
A livello quantitativo l’indicatore mette a segno un ulteriore calo, in termini assoluti, rispetto al precedente dato grazie ai flussi positivi giunti nell’area, frutto anche di ricoperture da parte degli investitori.
A contribuire positivamente, i segnali di stabilizzazione che sono giunti dall’economia cinese nonostante l’indebolimento dei consumi e degli investimenti, paralizzati dagli effetti della crisi del mercato immobiliare e da un indebitamento superiore al 300% del PIL, nonché dalle pressioni deflazionistiche dovute al calo della domanda. La regione rimane particolarmente vulnerabile alle tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina, con il neoeletto presidente Trump desideroso di inasprire i dazi sui beni cinesi in modo da ridurre il disavanzo commerciale con Pechino e mantenere la leadership tecnologica tramite un “protezionismo selettivo”.
Sebbene le indicazioni che ci giungono a livello macroeconomico propendano per il rallentamento economico della zona euro, prosegue il momento risk on. Per i mercati del Vecchio Continente, la situazione è da monitorare essendo in atto cambiamenti a livello di correlazioni, dettati, probabilmente da riposizionamenti avvenuti a seguito dei flussi che hanno interessato l’area.
Situazione globale
Infine, a livello globale ravvisiamo una situazione molto simile alla macroarea europea, con un deciso ribasso per l’indicatore. Continuano i flussi netti, da parte degli operatori, che guardano con ottimismo alcuni settori come Healtcare, Energia e Materiali.