Quali saranno i cambiamenti più radicali? Contributo a cura di Robin Parbrook, Asian Equity fund manager e Alex Tedder, head and CIO of Global and US Equities, Schroders. Contenuto Sponsorizzato.
Contributo a cura di Alex Tedder, head and CIO of Global and US Equities e Robin Parbrook, Asian Equity fund manager, Schroders. Contenuto Sponsorizzato.
La pandemia ha modificato radicalmente il modo in cui viviamo e lavoriamo. Ma quali saranno gli impatti a lungo termine di questa crisi? Farà da spartiacque?
Ci sono state solo altre due occasioni in cui il mondo è cambiato in maniera strutturale. La prima è stata la crisi asiatica del ’97-98 e la seconda è stata la crisi finanziaria del 2008. Di fronte alla pandemia attuale, i governi in tutto il mondo hanno risposto con ingenti aumenti della spesa pubblica. Che ci piaccia o meno, questa situazione è destinata a perdurare e dobbiamo abituarci ad un’ingerenza crescente dei governi nel mercato e nella società. D’altra parte, è una dinamica già ben consolidata da molto tempo in Asia ed è di fatto il modo in cui opera la Cina.
La crisi del coronavirus non ha precedenti. Nonostante l’impatto economico sia simile a quanto sperimentato durante la Grande Depressione, è la prima volta che una pandemia del genere colpisce il mondo, per lo meno da quando i mercati sono realmente globali come adesso. Per forza di cose, l’intervento dei governi ha dovuto essere massiccio nelle ultime settimane e continuerà ad esserlo in futuro.
Rispetto alla crisi finanziaria del 2008, quali saranno i cambiamenti più radicali?
È più corretto parlare di un’accelerazione di alcuni trend già presenti, piuttosto che di cambiamenti improvvisi: il virus è stato come un catalizzatore di determinati fenomeni che stavamo già osservando da tempo. Ne è un esempio il crescente ruolo della tecnologia: lo sviluppo di soluzioni innovative applicate nei settori delle comunicazioni, dell’e-commerce, legate all’automazione e ai servizi sanitari da remoto non ha fatto altro che intensificarsi. La necessità della situazione contingente ci ha spinti ad affidarci maggiormente alla tecnologia e alla fine il risultato è stato estremamente positivo: questo chiaramente non sarebbe stato possibile 20 anni fa.
lmplicazioni di lungo termine sugli investimenti
Le previsioni a breve termine suggeriscono un contesto fortemente deflazionistico. Ma allungando l’orizzonte temporale ci possiamo aspettare un ritorno dell’inflazione, attribuibile principalmente alle massicce misure di stimolo dei governi e alle politiche monetarie espansive. In un contesto simile, le azioni risultano interessanti. Ovviamente, sarà necessario individuare vincitori e vinti in questa crisi, perché alcuni settori del mercato continueranno a soffrire.
La parola chiave sarà selettività: distinguere le società con business realmente sostenibili e capaci di generare flussi di cassa consistenti da quelle che invece evidenziano delle debolezze. Saranno le aree di mercato in cui verranno adottati nuovi processi produttivi e nuove soluzioni tecnologiche ad evidenziare la crescita più significativa. Per esempio, l’automazione dei processi era un trend già consolidato da molto prima del Covid-19. Quello che sta succedendo oggi è un’accelerazione di questa tendenza anche in settori tradizionalmente a bassa automazione, come quello dei servizi. Il crescente ricorso all’intelligenza artificiale sta creando, per esempio, opportunità di investimento particolarmente interessanti, spesso sottovalutate dai mercati. Anche il settore sanitario sarà molto diverso in futuro. Diventerà molto più proattivo e preventivo, piuttosto che reattivo, e utilizzerà la tecnologia molto di più sia in termini di impiego più efficiente dei dati, sia per la fornitura di assistenza sanitaria.