Il lato buono della Brexit

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Photo by Benjamin Davies on Unsplash

Vorrei cogliere l’opportunità di questo intervento per dare un’ottica in qualche modo diversa da quella che ad oggi va un po’ per la maggiore rispetto alle implicazioni della Brexit, tendenzialmente abbastanza catastrofiste, e ciò sia per l'UK che per l’Europa continentale. Boris Johnson ha indicato, a mio avviso con grande lucidità, quale debba essere l’essenza della Brexit per il Regno Unito. Secondo l’ex sindaco di Londra, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea “è un progetto internazionalista, non nazionalista, un'opportunità economica e non un danno, una scelta in linea con l'identità liberale della nazione e non un'aspirazione insulare a chiudersi in se stessi”. Continua poi l’attuale ministro degli Esteri: “Il nostro impegno alla difesa dell’Europa rimane incondizionato. Continueremo ad aspirare a scambi studenteschi come il programma Erasmus, alla collaborazione accademica e scientifica e a frequentare l’Europa per lavoro e per vacanza con l’assiduità di sempre”. Alcune delle grandi capitali, Dublino, Amsterdam e Lussemburgo in testa, sono favorevoli a concedere spazio alla Gran Bretagna sul dibattuto tema della distribuzione internazionale dei servizi finanziari. Dall’altra parte, Berlino e Parigi mantengono una posizione più intransigente. In molti pensano che l’Ue sia solo una unione burocratica dove l’interesse nazionale predominante sia quello franco-tedesco.

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