Partenza positiva per i mercati finanziari, nonostante le tensioni sul segmento dell’IA e le preoccupazioni per una possibile guerra commerciale. “Calma relativa” per gli USA, ancora risk on per la zona euro e instabilità per i mercati asiatici. Contributo a cura di Stefano Battel, Cherry Bank.
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CONTRIBUTO a cura di Stefano Battel, portfolio manager, Cherry Bank.
Bilancio positivo per questo primo mese del 2025, malgrado le pesanti tensioni avvenute sul segmento che maggiormente aveva provocato fervore l’anno scorso, ossia quello dell’intelligenza artificiale con la vicenda della startup cinese DeepSeek che ha posto in essere dubbi sugli ingenti investimenti dei Big Tech statunitensi nel campo, e le preoccupazioni di una possibile guerra commerciale a livello globale.
In questo contesto l’economia USA inizia a mostrare alcuni segnali di rallentamento, con una crescita meno forte di quanto previsto a fine 2024. Il PIL del 4° trimestre, infatti, ha segnato un rallentamento passando da 3,1% t/t annualizzato a 2,3% t/t. A pesare, il rallentamento della spesa pubblica e contestualmente una flessione degli investimenti. Robusta, tuttavia, la domanda per i consumi confermando una qualche forma di vivacità.
A fronte di ciò la Fed ha deciso per una posizione “attendista” confermando gli attuali livelli; decisione in linea con le attese degli analisti interrompendo il ciclo di ribassi che si protraeva da alcuni mesi e che ha portato alla riduzione di un punto percentuale del costo del denaro con tre decisioni consecutive di riduzioni dei tassi. Alla luce di questo le previsioni sono per due tagli da 25 p.b. base l’uno che potrebbero concretizzarsi nella seconda metà dell’anno in corso.
Di contro nell’Eurozona si continua ad assistere a un rallentamento economico sempre più marcato: nel 4° trimestre 2024 si registra, infatti, una variazione trimestrale pressoché nulla del PIL dovuta principalmente alla contrazione che sta avvenendo in Germania con ripercussioni anche in Francia e Italia, quest’ultima con crescita nulla, in linea con le attese. Proprio a causa di ciò l’autorità di Francoforte ha deciso di proseguire con la politica espansiva riducendo di 25 pb i tassi sui depositi segnando una divergenza tra le due sponde dell’Atlantico.
Indicatore di Stress sui mercati finanziari

A fronte dei positivi dati economici e malgrado gli aggiustamenti di politica monetaria dettati proprio da quest’ultimi, per i mercati americani viene ancora confermato il momento di relativa “calma”. L’indicatore elaborato da Cherry Bank su dati Bloomberg, che misura il grado di turbolenza dei mercati, si attesta infatti tuttora all’interno della “banda di sicurezza” nonostante l’aumento in termini assoluti sia superiore al 20% per due mesi consecutivi, sancendo l’appetibilità dell’area per gli investitori.
Mercati asiatici
Nonostante continuino a giungere flussi positivi nell’area, eccezion fatta per l’India, a livello quantitativo l’indicatore mette a segno un poderoso rialzo, sia in termini assoluti che percentuali.
A contribuire sfavorevolmente i segnali che giungono dall’economia indiana, la quale mostra una fase di rallentamento, con la revisione al ribasso delle stime di crescita economica, da parte del governo indiano stesso, che prevede una crescita del PIL del 6,4% contro l’8,2% dell’anno precedente. Ciò è da ascriversi al calo dei consumi delle famiglie che si sono viste costrette a ridurli a causa della perdita del potere di acquisto, determinata da un calo dei salari e da un aumento del tasso d’inflazione. Inoltre, la regione rimane particolarmente vulnerabile alle tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina, con il presidente Trump che ha dato via all’inasprimento dei dazi sui beni cinesi in modo da ridurre il disavanzo commerciale con Pechino e mantenere la leadership tecnologica tramite un “protezionismo selettivo”.
Sebbene le indicazioni che ci giungono a livello macroeconomico propendano sempre più per un rallentamento economico della zona euro, prosegue il momento risk on. Per i mercati del Vecchio Continente, la situazione è da monitorare essendo in atto, per il secondo mese consecutivo, cambiamenti a livello di correlazioni, oltre che di anomalie a livello di rendimenti, dettati, probabilmente da riposizionamenti settoriali avvenuti a seguito dei flussi che hanno interessato l’area.
Situazione globale
Infine, a livello globale ravvisiamo una situazione molto simile ala macroarea asiatica, con un deciso rialzo per l’indicatore penalizzato da importanti deflussi, da parte degli operatori, che guardano con diffidenza ad alcuni settori, in particolar modo alla Tecnologia, con il caso di DeepSeek che continua a destare preoccupazione, e la perdita di forza relativa dell’energia con il calo del prezzo del petrolio e le trimestrali sotto le attese che hanno contribuito a frenare il settore.