Il percorso di integrazione dei fattori ESG nel reddito fisso

CONTRIBUTO a cura di Nicolas Forest, global head of Fixed Income di Candriam. Contenuto sponsorizzato da Candriam.

L’integrazione ESG è un processo e in quanto tale dovrebbe evolversi continuamente. È nostra convinzione che se ben riuscita, questa integrazione si rifletterà nella performance degli investimenti contribuendo al raggiungimento degli obiettivi sociali e ambientali.

Quando si integrano i fattori ESG si applicano le stesse analogie e differenze del resto del processo analitico. Ad esempio, poiché le obbligazioni sono più asimmetriche delle azioni, quando nel mosaico di informazioni vengono inclusi elementi aggiuntivi quali i fattori di sostenibilità, l’identificazione del rischio di ribasso ne trae vantaggio. Alcuni tipi di obbligazioni sono in grado di offrire un rialzo significativo. I titoli convertibili possono diventare azioni, e l’high yield può essere rivisto al rialzo in investment grade. Pertanto, un’analisi completa del modello di business e dei futuri flussi di cassa e opportunità richiede di capire quando i fattori fondamentali, tra cui quelli ESG, suggeriscono una probabilità di rialzo.

Globalmente, la nozione di “investitore responsabile” differisce tra azionisti e detentori di titoli di debito. Gli investitori azionari detengono una partecipazione nella società: si potrebbe dire che un azionista responsabile mira a essere un buon amministratore. Al contrario, gli investitori obbligazionari finanziano le attività di una società o di un Paese. Un investitore del debito responsabile mira a garantire che i finanziamenti vengano assegnati alle società per perseguire attività sostenibili.

Azionario e obbligazionario

Mentre un’integrazione esplicita dei fattori ESG è emersa principalmente negli
ultimi anni, sia nel mondo accademico che nell’industria, da decenni l’integrazione rappresenta un passaggio critico dell’analisi dei titoli di Stato. Gli indicatori di governance nell’analisi dei titoli di Stato, ad esempio, cercano di cogliere la capacità e la volontà delle autorità di mobilitare risorse al fine di finanziare i pagamenti del debito e il rischio che questo possa essere interrotto da instabilità politica, disordini civili, corruzione o governi inefficaci. Per gli investitori nei titoli di Stato dei mercati emergenti, la storia ha dimostrato che l’integrazione della governance costituisce un fattore chiave per comprendere e valutare il rischio di credito.

Negli ultimi anni, l’integrazione dei fattori ESG nell’analisi dei titoli di Stato si è chiaramente ampliata e migliorata. In Candriam siamo convinti che i rischi ambientali, sociali e di governance siano importanti per l’analisi dei titoli di Stato e che abbiano un impatto sulla capacità di un emittente di far fronte ai propri obblighi finanziari. Integrare criteri non finanziari nella nostra analisi dei fondamentali consente di individuare i rischi che non possono essere colti consultando i dati finanziari.

Riteniamo che lo sviluppo complessivo di una nazione, e di conseguenza la sua affidabilità creditizia, derivi non solo da un’interazione tra elementi economici e finanziari, ma anche da quella tra tutti i vari elementi naturali, sociali e politici della nazione stessa. Gli elementi ambientali, sociali e di governance fanno parte del quadro economico a lungo termine. In quanto fattori determinanti per la crescita economica a lungo termine dei Paesi, sono centrali nella creazione di valore per gli investimenti nei titoli di Stato. Un utilizzo specifico di fattori quali le risorse idriche, l’istruzione, le pratiche di lavoro e la possibilità di corruzione, non solo ci aiuterà ad analizzare un Paese, ma anche a stabilire un prezzo del credito, consentendoci di individuare e fissare il prezzo dei rischi futuri che potrebbero non essere ancora visibili nei parametri finanziari.

  • La governance non è una novità nell’ambito dei titoli di Stato: il rischio politico ha un peso importante sulla capacità e sulla volontà di una nazione di far fronte ai propri debiti. Elementi come la coesione di una comunità e lo stato di diritto sono in grado
    di influenzare la capacità di un governo di approvare o di riscuotere il gettito fiscale. Inoltre, non si tratta solo della capacità di un governo di riscuotere le tasse, ma anche di destinare adeguatamente le risorse, ad esempio per finanziare l’istruzione e l’assistenza sanitaria, il che è consentito dalla governance. Quanto sopra influisce notevolmente sul potenziale di crescita a lungo termine e sull’affidabilità creditizia della nazione.
  • Fattori sociali quali l’istruzione, i servizi sanitari, la regolamentazione del posto di lavoro e i diritti dei lavoratori giocano un ruolo importante in merito alla solvibilità del debito sovrano. Ancora una volta non si tratta di una novità, ma il punto critico è il processo di integrazione di questi fattori nell’analisi del credito.
  • I fattori ambientali e il loro impiego in sede di analisi del credito sovrano dimostrano come il quadro stia cambiando, e sottolineano che l’integrazione ESG è un processo. I fattori ambientali, talvolta denominati capitale naturale, rappresentano un elemento chiave nella valutazione della sostenibilità di un Paese, della sua economia e della sua affidabilità creditizia. Il cambiamento climatico costituisce una causa significativa
    e crescente di turbativa, in particolare perché questioni critiche quale
    la scarsità d’acqua minacciano sempre più l’agricoltura, un settore che contribuisce in maniera importante al PIL di moltissimi Paesi. Le ondate di calore e l’inquinamento influenzano l’attività commerciale e la crescita economica, minacciando la salute e l’aspettativa di vita, e influendo
    sulla vita quotidiana attraverso la chiusura di scuole e altre istituzioni pubbliche. A giugno del 2021, Swiss Re ha ribadito che il cambiamento climatico rappresenta un rischio sistemico in grado di cancellare il 18% del PIL1 in 30 anni. Ovviamente gli effetti varieranno drasticamente a seconda della nazione.

Anche qui, vale la pena chiedersi quali sono i dati utilizzati da un gestore di investimenti e qual è il modo in cui il team di investimento integra queste informazioni nel processo.

Performance e asset owner

Di nuovo, non esiste un unico metodo corretto o efficace. Ecco perché il “migliore” dipende sia dalla performance generata che dalla filosofia degli asset owner. In Candriam, integriamo i fattori ESG nell’analisi dei fondamentali dell’emittente e, se del caso, delle singole emissioni. Per noi, nessuna emissione può essere aggiunta al portafoglio prima che l’analista abbia sviluppato una raccomandazione creditizia interna, convalidata dal Credit Committee. Questi fattori rientrano nell’analisi dei fondamentali analogamente a qualsiasi altro fattore fondamentale.

Nella nostra analisi del credito e nelle prospettive dobbiamo integrare fattori di natura non finanziaria. Se l’esposizione di un emittente ai rischi fisici o di transizione del cambiamento climatico non viene riconosciuta e non si agisce con una strategia credibile di riduzione dei gas a effetto serra (GHG), esiste un rischio di downgrade. Per quanto riguarda l’integrazione, i criteri di esclusione non sono uno strumento primario (anche se escludiamo di fatto le munizioni a grappolo e i Paesi presenti nella lista nera della Financial Action Task Force/ FATF), tra gli altri. Per “integrazione” non si intende decidere se “includere” o “escludere”, ma si tratta di sfumature.

In che direzione stiamo andando?

Siamo molto concentrati sui rendimenti ponderati per il rischio. Per dirla in maniera semplice, tutti gli investimenti consistono nell’individuare i rischi, evitare quelli indesiderati, selezionare quali rischi accettare per generare un rendimento e fissarne il prezzo. Un obiettivo di investimento centrale dell’integrazione ESG è il miglioramento continuo nell’identificazione e nella determinazione del prezzo dei rischi. La regolamentazione è in continua evoluzione. I professionisti non devono solo stare al passo con i cambiamenti, ma anticiparli. Il vantaggio della nuova regolamentazione ESG è una maggiore chiarezza per gli asset owner.

Le condizioni commerciali sono in evoluzione e i fondamentali degli emittenti vengono sempre più influenzati in modo molto reale dai fattori ESG. Il Covid-19 ha dimostrato l’importanza per gli utili dei fattori sociali. Si prevede che l’imminente COP-26 esaminerà al microscopio l’economia del cambiamento climatico. Poiché gli emittenti sono soggetti ad analisi sempre più precise, emergeranno nuovi leader e fanalini di coda. Gli investitori e gli asset owner del reddito fisso inizieranno a impegnarsi con gli emittenti che operano al di sotto del loro potenziale, per condividere informazioni sulle migliori pratiche e aiutare questa fascia intermedia di emittenti a migliorare i rispettivi parametri ESG.