Il ruolo spesso trascurato delle commodities

Alessandro Rollo. Immagine concessa (Van Eck)
Immagine concessa (Van Eck)

CONTRIBUTO a cura di Alessandro Rollo, product manager di VanEck. Contenuto sponsorizzato da VanEck.

Le materie prime rappresentano una vera e propria asset class alternativa che abbraccia vari ambiti: dai metalli, all'energia passando per l'agricoltura e l'allevamento. Le commodities ricoprono da sempre un ruolo fondamentale per il progresso tecnologico e l'avanzamento delle nostre società, trovando applicazione in un enorme numero di settori e industrie. Inoltre non bisogna sottovalutare la loro funzione di diversificazione nel processo di costruzione di un portafoglio; presentano infatti a livello storico una correlazione contenuta con altre asset class, per esempio azionario ed obbligazionario, così che andare ad allocarvi una porzione contenuta dei propri investimenti potrebbe migliorare il profilo di rischio complessivo.

Vale però la pena concentrarsi in particolare sulla categoria dei metalli. Senza una loro continua e affidabile fornitura da parte delle aziende specializzate nella loro estrazione e lavorazione, la transizione energetica non potrà avere luogo. La maggior parte delle tecnologie relative alle energie rinnovabili, come turbine eoliche, pannelli solari, ma anche quelle relative all'idrogeno nonché all'energia nucleare e geotermica richiedono infatti proprio grandi quantità di metalli per poter essere realizzate ed operate con continuità. Tra di essi spiccano ad esempio il rame, lo zinco, il cobalto, la manganese e le terre rare per citarne alcuni. Senza contare poi i sempre più diffusi veicoli elettrici: ciascuna vettura a zero emissioni richiede una quantità molto più alta di metalli rispetto ai tradizionali veicoli a combustione, litio in primis. E´ facile dunque comprendere la loro rilevanza nel permettere la transizione green. Un ulteriore driver per la loro domanda sembra anche essere il crescente bisogno di infrastrutture, specialmente nei mercati emergenti. Tuttavia, di fronte ad una domanda crescente si evidenziano sempre più spesso preoccupazioni dal lato dell'offerta che sembra non poter riuscire a stare al passo. Si tratta infatti spesso di materie prime oggetto di contese geopolitiche su larga scala (si pensi alle terre rare) e le cui miniere richiedono lunghi tempi di sviluppo ed investimenti elevati prima di poter essere operative. Appare dunque probabile che tale dinamiche possano sostenere i loro prezzi, con le aziende attive nell'estrazione pronte potenzialmente a beneficiarne. Naturalmente non c’è certezza in merito a sia le tempistiche che le modalità con cui avverrà il passaggio a fonti di energia rinnovabili.

Per prendere parte a questo trend, gli investitori possono considerare un ETF diversificato sul settore minerario globale, andando così ad ottenere esposizione a tutti i principali metalli sia industriali che preziosi. Piuttosto che investire in strumenti derivati come contratti futures, un'altra interessante modalità consiste proprio nell'investire nelle società del settore minerario. Per coloro che volessero poi andare a scegliere un sottotema più specifico c’è la possibilità di investire nelle terre rare, sempre tramite miner specializzati. Anche esse vengono frequentemente utilizzate nell'ambito delle energie rinnovabili, tra cui turbine eoliche e batterie di veicoli elettrici, nonché in tantissimi dispositivi elettronici di uso quotidiano. Un ETF sulle terre rare offre normalmente un approccio pure-play, eseguendo uno screening approfondito per selezionare solo le società che effettivamente derivano una quota significativa dei propri ricavi da questi metalli. È importante sottolineare che il settore minerario è fortemente ciclico nella sua natura, andando a risentire nei periodi in cui l’attività economica rallenta. Inoltre le società minerarie sono soggette a rischi derivanti dai paesi in cui l’attività ha luogo, come ad esempio normativi ed altri legati a pratiche ambientali.


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