CONTRIBUTO a cura di Andrea Semino, product specialist Index Funds/ETFs di Credit Suisse AM. Contenuto sponsorizzato da Credit Suisse AM.
Il mercato azionario statunitense ha concluso l’ultimo trimestre del 2021 con rendimenti solidi dopo quasi un anno di continue incertezze. L'emergere della variante Delta e Omicron del Coronavirus hanno scatenato correzioni repentine a settembre e dicembre. Sul lato macroeconomico, la combinazione del rimbalzo della domanda post-lockdown, dei problemi di supply chain in Asia e dell'aumento dei prezzi del greggio hanno generato il più alto livello d’inflazione in quasi quattro decenni, lasciando i mercati nervosi in attesa della risposta politica della Fed. Nonostante questi fenomeni, il mercato azionario americano ha registrato rendimenti a doppia cifra, con l’MSCI US in positivo del 10% nel quarto trimestre di oltre il 26% per l’anno.
Pur con rendimenti positivi nel suo complesso, il 2021 è stato un anno impegnativo per molti gestori long-only e long-short focalizzati sul mercato americano. La rotazione settoriale da titoli “growth” a “value”, anticipando un rialzo dei tassi di interesse, è stata molto violenta. Ad esempio, il rendimento medio dei fondi attivi categorizzati nel settore Morningstar “Technology” è stato del -1%, mentre del +26% per la categoria “Value”. Tale andamento è stato ulteriormente esasperato dalla dispersione settoriale dei rendimenti, con settori storicamente sotto-pesati come l’immobiliare quotato o il settore dell’energia a guidare la classifica dei maggiori beneficiari del 2022.
Gran parte dei gestori attivi hanno indentificano una delle principali ragioni di questa sottoperformance con il tema della concentrazione del mercato in 4/5 titoli indicati come “Mega Cap Tech”. Numeri alla mano, questa narrativa non è totalmente corretta. Il 2021 è stato infatti un anno particolare per le “trillion dollar companies”, con titoli come Amazon e Meta in affanno. Come evidenzia il grafico qui sotto, sia l’insieme dei titoli Mega Cap Tech (indice equipesato di Alphabet, Apple, Amazon, Microsoft, Meta) che l’indice MSCI US equi-ponderato hanno ottenuto risultati più o meno in linea con l’indice a capitalizzazione di mercato (MSCI US).

In questo contesto, i fondi indicizzati ed ETF ESG hanno generato rendimenti positivi nel 2021, sia in termini assoluti che relativi. Le performance dello scorso anno rinforzano la tesi secondo la quale anche gli investimenti che utilizzano metriche ambientali, sociali e di governance per selezionare titoli e strutturare portafogli possono offrire rendimenti competitivi. Questa è una buona notizia per chiunque sia interessato agli investimenti sostenibili ed è una notizia particolarmente gradita per quei consulenti che sono stati sinora riluttanti ad affrontare il tema della sostenibilità con i loro clienti perché preoccupati dal rischio sotto-performance.
Concentrando l’analisi sull'azionario americano large cap, notiamo rendimenti relativi positivi rispetto agli indici tradizionali. Questi risultati sono stati frutto di una serie di overweight particolarmente azzeccati di titoli ad alto profilo di sostenibilità, primi fra tutti Nvidia, Tesla e Microsoft. Ampliando l’orizzonte dell’analisi attraverso un modello di attribuzione multi-fattoriale (MSCI Index Metrics), troviamo come gran parte del rendimento relativo sia ascrivibile a un fattore ESG, ortogonale rispetto ad altre caratteristiche come settore industriale, valutazioni o indebitamento del titolo. In altre parole, gran parte della sovra-performance rispetto all’indice tradizionale proviene da una caratteristica ESG persistente e non dagli overweight fortunati di due o tre titoli.
Il processo d’investimento seguito dai prodotti ESG Leaders è infatti estremamente rigoroso: in un primo passaggio, filtriamo l’universo investibile di riferimento escludendo le aziende significativamente coinvolte in settori non desiderabili (come scommesse, produzione di alcol e tabacco) o pratiche di business controverse. A quel punto, i titoli rimanenti vengono ordinati a seconda del loro rating di sostenibilità e solo il miglior 50% viene mantenuto nel portafoglio.
Credit Suisse offre una gamma di ETF a forte vocazione ESG sul mercato americano, applicando la metodologia MSCI ESG Leaders sia sui prodotti large cap (USESG IM) che small cap (USSMC IM). Entrambi gli ETF sono quotati su Borsa Italiana e hanno registrato flussi per più di un miliardo di dollari durante lo scorso anno.
AD USO ESCLUSIVO DEGLI INVESTITORI PROFESSIONALI
Non è possibile investire in indici. I rendimenti degli indici indicati non rappresentano i risultati di effettive transazioni di attivi/titoli investibili. Gli investitori che mirano a una strategia simile a quella degli indici potrebbero sperimentare rendimenti superiori o inferiori e dovranno farsi carico dei costi e delle commissioni che ne ridurranno il rendimento.
L’obiettivo di rendimento si basa su dati storici. Non è da intendersi come proiezione, previsione o garanzia delle performance future e non vi è alcuna certezza che esso venga conseguito.
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