Perché investire in obbligazioni asiatiche

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Contributo a cura di Fidelity International. Contenuto sponsorizzato.

L'Asia sta conquistando una posizione di crescente importanza nell'economia globale. Attualmente rappresenta circa un terzo del PIL globale, un traguardo notevole di per sé, ma non è tutto: l'Asia contribuisce per circa la metà alla crescita del PIL mondiale, e ciò significa che il fenomeno è ancora in fase fortemente ascendente. È anzi stato accelerato dalla crisi del COVID-19, gestita con maggiore successo proprio dai Paesi asiatici, e possiamo dunque aspettarci che il loro contributo all'espansione globale aumenti ulteriormente.

Nonostante questi numeri, gli investitori obbligazionari in Occidente tendono sottopesare quella che si può definire la regione più dinamica dell'economia globale. Una delle cause è da ricercarsi nel fatto che l'Asia è sottorappresentata negli indici obbligazionari globali utilizzati come benchmark. Per contro, gli Stati Uniti occupano una quota forse eccessiva nei portafogli, come d'altra parte negli indici. In questo contributo, spiegheremo perché è bene valutare con attenzione tale squilibrio e quali effetti possono derivare da un aumento delle allocazioni sull'investment grade asiatico.

Fondamentali migliori

Attualmente, l'Asia è in una condizione migliore dal punto di vista dei fondamentali rispetto a regioni come Stati Uniti ed Europa. Questa osservazione vale sia per i titoli di Stato sia per quelli corporate. I nostri indicatori proprietari dell'attività economica in tempo reale (GEAR) mostravano che, ad agosto 2020, la Cina era in vantaggio su Stati Uniti ed Europa lungo la strada della ripresa economica. Inoltre, una serie di fattori conferisce alle banche centrali e ai governi asiatici un maggiore spazio di manovra per agire sul fronte monetario e fiscale.

  • La combinazione tra la bassa inflazione in Asia e l’orientamento accomodante della Federal Reserve statunitense lascia un ampio margine di allentamento.
  • Molti paesi asiatici che dispongono di rating creditizi elevati possono contare su margini finanziari relativamente solidi per intraprendere manovre di incentivazione su larga scala.
  • Nel complesso, i livelli di debito pubblico nell'Asia emergente sono inferiori al 60% del PIL, mentre nei Paesi sviluppati superano il 100%, e il rapporto debito estero/PIL è inferiore alla metà di quanto si registra in altri Paesi emergenti, lasciando dunque più margine di manovra sul fronte delle politiche.
  • Per contro, in alcune economie sviluppate i tassi di riferimento sono già prossimi allo zero o addirittura in territorio negativo, il che riduce sensibilmente la flessibilità concessa ai governi.

Dal quadro appena tracciato, risulta evidente che le obbligazioni corporate IG asiatiche possono contare su ottime condizioni a sostegno dei loro già solidi fondamentali. Di conseguenza, prevediamo che questa asset class resterà prevalentemente stabile. Nel corso degli anni, le società in questa categoria si sono dotate di un margine di protezione, poiché il rapporto indebitamento netto/EBITDA si è mosso tendenzialmente al ribasso, mentre la liquidità complessiva è rimasta costante.

Il rischio di fallen angel in Asia è moderato

Il rischio che i titoli Investment Grade (IG) asiatici vengano declassati ad high yield (HY) appare gestibile. Si contano circa 100 emittenti nel segmento dell'IG asiatico con rating BBB- secondo almeno una delle agenzie accreditate, ma nel nostro scenario di base riteniamo che siano meno di 10 gli emittenti realmente a rischio di retrocedere in territorio HY. Questi emittenti sono dislocati in vari settori, dalle scommesse all'edilizia immobiliare fino ai metalli e attività estrattive.

Inoltre, la selezione dei titoli è fondamentale per evitare i fallen angel, soprattutto se dovesse verificarsi un ulteriore deterioramento delle condizioni macroeconomiche in Asia, avvicendamenti nei quadri dirigenziali delle imprese o declassamenti dei rating sovrani. Nel caso delle banche e delle imprese di Stato, è inoltre necessario prestare attenzione ai rating sovrani, ad esempio in India e Indonesia, considerando quanto sia stretta la correlazione tra il rating di questi emittenti e quello del rispettivo Paese di appartenenza.

Valutazioni allettanti

Le valutazioni degli asset hanno avuto un andamento nel complesso molto altalenante, portandosi su livelli anomali e insostenibili durante la fase più acuta della crisi del COVID-19 a marzo scorso. Quelle dell'IG asiatico non hanno fatto eccezione. Benché abbiano recuperato sensibilmente terreno dalla fine di marzo, restano relativamente interessanti. Gli spread sulle emissioni IG asiatiche sono tuttora del 30-40% più ampi rispetto al periodo pre-correzione, e l'asset class continua a offrire un interessante differenziale di rendimento rispetto alle controparti in Europa e negli Stati Uniti. Il livello di spread assoluto è ancora superiore all'IG statunitense di 40 punti base (pb) circa, più o meno il doppio della differenza media storica pari a circa 20 pb. Dal momento che la liquidità di mercato è ampia e le prospettive di rendimento restano contenute, la caccia agli utili continuerà e l'IG asiatico ne trarrà vantaggio.

Spread investment grade a livello regionale

Fidelity vanta uno dei team di ricerca sul credito asiatico più grandi della regione, con sedi operative a Hong Kong, Shanghai e Tokyo, in grado di coprire quasi per intero l'universo obbligazionario asiatico, anche con il supporto dei componenti del team di stanza a Londra. La presenza di un nostro team d'investimento in Cina garantisce un ulteriore apporto di competenze specializzate sul campo, dalla due diligence su fondamentali e valutazione relativa alla generazione di idee, fino alle attività di supervisione ed esecuzione.

Il nostro impegno nella ricerca a livello globale e regionale è particolarmente prezioso nel contesto in rapida evoluzione del mercato obbligazionario asiatico, con il forte aumento di nuovi emittenti: ci consente, infatti, di identificare opportunità cross-market. Inoltre, possiamo contare su ulteriori professionisti degli investimenti a Delhi (India) e Dalian (Cina), che supportano i nostri analisti nel processo di ricerca.

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A causa della maggiore probabilità di default, l’investimento in obbligazioni corporate è generalmente meno sicuro rispetto all’investimento in titoli di Stato.

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