Rimaniamo cauti con gli asset rischiosi

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Matteo Germano, Global Head of Multiasset e CIO per l’Italia, Amundi

Contributo a cura di Matteo Germano, global head of Multiasset e CIO per l’Italia di Amundi AM. Contenuto sponsorizzato.

Le gravi turbolenze a livello nazionale e internazionale, che possono portare a diversi gradi di impatto economico e stadi di recessione, sono un chiaro rischio. Di conseguenza, rimaniamo cauti nei confronti degli asset rischiosi. La nostra strategia è rimanere vigili e monitorare i dati recenti per valutare meglio l'impatto sull'economia globale e la misura in cui il mercato sta prezzando la crisi economica. In questo momento è fondamentale che gli investitori rimangano altamente diversificati.

Le misure annunciate dai governi e dalle Banche centrali globali sono piuttosto impressionanti, ma è probabile che la volatilità persista fino a quando i mercati non avranno un'idea di quanto dureranno le turbolenze economiche. Stiamo anche assistendo ad una fase di “liquidazione" della correzione, quando le posizioni vengono chiuse a causa di stop loss. Ci sono alcune aree del mercato che sembrano attraenti a lungo termine, ma non crediamo che questo sia il momento giusto per incrementare aggressivamente il rischio.

Idee ad alta convinzione

Poiché la situazione è molto fluida dalla fine di febbraio, abbiamo adeguato tatticamente la nostra asset allocation, passando a una minore esposizione al rischio e riducendo l’azionario, ma cercando punti di rientro una volta che la situazione si sarà calmata. Dalla fine di febbraio siamo stati prudenti sulle azioni europee e statunitensi e ora siamo neutrali sul Regno Unito. Sebbene il mercato statunitense abbia perso oltre il 25% rispetto ai massimi di quest'anno, per il momento manteniamo la nostra posizione, monitorando l'evoluzione dell'epidemia di coronavirus e l’impatto del lock-down sugli utili aziendali. Questi saranno fortemente influenzati dall'inasprimento delle condizioni finanziarie e dal calo delle vendite. Nei titoli azionari emergenti rimaniamo neutrali, con una preferenza per il FTSE A50 della Cina rispetto al GEM, in quanto la Cina è in prima linea nel ciclo della pandemia e dovrebbe rimanere più resistente.

Nell'ambito delle obbligazioni, rimaniamo complessivamente neutrali sulla duration, ma preferiamo le obbligazioni statunitensi a cinque anni rispetto ai bond tedeschi a cinque anni, in quanto questi ultimi possono beneficiare di flussi in cerca di porti sicuri. Tuttavia, l'attuale livello dei rendimenti non è considerato abbastanza attraente per aumentare l'esposizione alla duration, in quanto i rendimenti sembrano ancora troppo compressi.

Abbiamo un atteggiamento difensivo nei confronti della breakeven inflation a 10 anni degli Stati Uniti. La curva italiana continua ad offrire rendimenti interessanti, e manteniamo la nostra posizione a 30 anni relativa all’Italia contro la Germania a 30 anni, aspettandoci un continuo sostegno da parte della BCE per allentare la pressione sulle obbligazioni periferiche.

Altrove, dopo aver mostrato una certa resistenza iniziale agli eventi COVID-19, i mercati del credito hanno risentito dell'ampia tendenza a ridurre il rischio; con gli Stati Uniti che hanno registrato risultati peggiori dell'Europa sia negli high yield che negli investment grade. Siamo leggermente costruttivi sul credito in generale, soprattutto per quanto riguarda i titoli di alta qualità, ma ci concentriamo sulla copertura del tail risk. Continuiamo a preferire l'Eurozona agli Stati Uniti sia in investment grade che in high yield. L'elevata leva finanziaria delle società statunitensi, la forte esposizione dell’high yield statunitense al settore energetico e il calo dei prezzi del petrolio sono una preoccupazione per questa classe di attività.

Per i titoli dei mercati emergenti, il recente allargamento degli spread è stato rapido e forte, trainato dalla crescente diffusione del virus e dal crollo dei prezzi del petrolio, che ha danneggiato le prospettive dei Paesi esportatori di petrolio. Pertanto, riteniamo che il contesto sia ora più impegnativo per questa classe di attività. Molti Paesi si trovano nelle prime fasi della crisi, con misure di contenimento limitate, e dovranno affrontare una grave recessione. Recentemente, abbiamo adottato un approccio più cauto, adottando una visione neutrale per questa asset class.

Per quanto riguarda le valute, il nostro punto di vista sull'euro è di neutralità rispetto al dollaro, in mezzo a segnali di significativa debolezza economica in Europa, ma manteniamo la nostra posizione positiva sull'euro rispetto al franco svizzero a causa dell'elevata valutazione di quest'ultimo.

Rischi e copertura

In questa fase di elevata volatilità, è particolarmente importante cercare di limitare le perdite, per cui raccomandiamo agli investitori di mantenere le coperture sotto forma di yen giapponesi, oro e opzioni su azioni e credito.