David Stanley, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – Euro Corporate Bond di T. Rowe Price indica tre motivi per cui questo è un buon momento per considerare un'esposizione maggiore al debito societario denominato in euro. Contenuto sponsorizzato.
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Contributo a cura di David Stanley, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – Euro Corporate Bond di T. Rowe Price. Contenuto sponsorizzato.
La volatilità osservata di recente sui mercati del credito in euro è servita a ricordare che l'investment grade non è un'asset class esente da rischi. Tuttavia, la revisione dei prezzi cui abbiamo assistito nel 2022 ha riportato i rendimenti obbligazionari a livelli decisamente più alti, che offrono agli investitori un reddito potenzialmente più elevato e un certo margine di sicurezza anche nelle fasi di turbolenza. A fronte di uno scenario economico sempre più cupo, i rendimenti, i fondamentali e i flussi delineano un quadro migliore per le obbligazioni societarie investment grade denominate in euro.
Abbiamo quindi individuato i tre motivi per cui riteniamo che sia un buon momento per considerare un'esposizione maggiore al debito societario denominato in euro:
- il livello di reddito offerto dall'asset class è di nuovo attraente;
- malgrado il deterioramento recente, i fondamentali delle società europee restano solidi;
- i fattori tecnici sono favorevoli, soprattutto per le società con buone credenziali ESG.
Il rendimento è tornato
A luglio 2022 la Bce ha innalzato tutti e tre i tassi d'interesse chiave dello 0,5%, con la prima mossa in senso restrittivo da undici anni. A seguito di queste variazioni e dei rialzi analoghi negli Stati Uniti e altrove, il rendimento offerto dai titoli societari in euro ha raggiunto di recente il 4,5%, un livello visto l'ultima volta durante la crisi dell'Eurozona nel 2011. Per gran parte del decennio scorso, i rendimenti dei corporate europei hanno oscillato intorno o al di sotto dell’1%, rispecchiando la posizione altamente accomodante della Bce e la lunga assenza di inflazione. Durante questo periodo, il debito societario in euro è apparso poco attraente in termini storici e assoluti.
La situazione però è cambiata radicalmente negli ultimi dodici mesi. In scia all'innalzamento dei tassi da parte della Bce e alla ricomparsa del rischio di recessione nei radar dei mercati, all'improvviso i rendimenti risultano di nuovo attraenti. Oggi il rendimento offerto dalle obbligazioni societarie in euro si attesta al 4,15% e più che compensa il rischio per gli investitori europei, compresi quelli italiani dove i Btp a 5 anni sono scambiati al 3,60% (tutti i dati al 30 aprile 2023).
I fondamentali restano solidi
Negli ultimi cinque anni, le imprese europee hanno gestito i bilanci con relativa prudenza: hanno ridotto la leva, portando il debito a un livello medio più basso in rapporto agli asset, su base sia lorda che netta. Ciò riflette in parte la reazione alla pandemia, che ha indotto le imprese ad accumulare liquidità nei bilanci per paura che il Covid-19 provocasse un calo delle spese in conto capitale e un aumento dei tassi di risparmio. Ma sono entrati in gioco anche altri fattori. Il Covid-19 non solo ha estromesso le aziende mal gestite dall'universo di investimento, ma ha anche stimolato un maggiore intervento dei governi sui mercati monetari.
Di conseguenza, in questi ultimi tre anni molte imprese sono riuscite a rifinanziare il debito a tassi d'interesse inferiori, estendendo il profilo di scadenza media delle obbligazioni e lasciando importi relativamente bassi da rimborsare nei due anni successivi.
Per questo, anche se il costo del denaro è aumentato di recente, il rialzo dei tassi di rifinanziamento ha provocato uno shock limitato poiché molte aziende si erano già assicurate tassi inferiori.
I fattori tecnici sono diventati positivi, soprattutto sul fronte ESG
La domanda è persino maggiore per le società con punteggi elevati dal punto di vista ambientale, sociale e di governance (ESG), le cui emissioni obbligazionarie hanno più probabilità di essere prese in considerazione dagli investitori e anche dalla Bce, che sta cercando di allineare il programma di acquisti di titoli corporate con gli obiettivi di decarbonizzazione. La sensazione è che questa domanda continuerà a sostenere il mercato. I flussi possono essere un motore di performance importante.
Da ottobre 2022, la propensione a investire in questa asset class è cresciuta costantemente, come testimoniano gli afflussi netti positivi. Sembra che la caccia al rendimento degli ultimi tempi stia premiando tutte le aree del mercato del debito societario europeo, dalle obbligazioni a breve scadenza ai titoli con rating inferiore, e ci si aspetta che questa tendenza prosegua, a giudicare dall'entusiasmo con cui sono state accolte le nuove emissioni recenti.
Nonostante lo shock dell'anno scorso e i guai del settore finanziario a marzo, il mercato delle obbligazioni corporate in euro è partito benissimo nel 2023. Nel primo trimestre, le società si sono messe in fila per lanciare nuove obbligazioni denominate in euro e rifinanziare i debiti, con un'emissione record per 108,5 miliardi di euro solo a gennaio.
Qualcuno sostiene che il boom di rifinanziamento riflette il timore diffuso tra le imprese che i tassi d'interesse aumenteranno ancora in Europa nei prossimi mesi. Ma i numeri indicano che gli investitori hanno reagito rapidamente all'offerta più abbondante, pronti a cogliere opportunità attraenti e approfittare delle maxi operazioni su titoli societari che offrono ampia liquidità.
Dopo il drastico calo dei prezzi obbligazionari l'anno scorso, sarebbe facile per gli investitori ritirarsi dal mercato corporate e tagliare le esposizioni. Noi però siamo convinti che l'approccio corretto sia l'esatto contrario: anche se la recessione fosse alle porte, bisogna mantenere i nervi saldi e preservare, se non incrementare, le ponderazioni in portafoglio.
Inoltre, mentre si specula molto su una potenziale recessione degli Stati Uniti, l'eurozona sembra in grado di gestire quello che probabilmente sarà uno scenario di recessione economica più lieve e la Bce ha costruito un buon forziere che può utilizzare per aumentare la liquidità e fornire sostegno al mercato. Questo dovrebbe rassicurare i mercati sul fatto che le obbligazioni societarie in euro sono un buon investimento.
Rischi
Controparte – Il rischio di controparte può concretizzarsi se un'entità con cui il fondo intrattiene relazioni di affari non è più in grado di fare fronte alle proprie obbligazioni nei confronti del portafoglio o non è più disposto a farlo. Rischio ESG e di sostenibilità – Può esercitare un impatto negativo rilevante sul valore di un investimento e sulla performance del portafoglio. Rischio di concentrazione geografica – Il rischio di concentrazione geografica può determinare una maggiore dipendenza della performance dalle condizioni sociali, politiche, economiche, ambientali o di mercato vigenti nei paesi o nelle regioni in cui sono concentrati gli asset del fondo. Copertura – Le attività di copertura implicano costi e possono funzionare solo parzialmente, non essere fattibili in alcuni momenti oppure fallire completamente l'obiettivo. Portafoglio di investimento – Investire in un portafoglio implica determinati rischi evitabili investendo direttamente nei mercati. Gestione – La gestione del rischio può sfociare in potenziali conflitti di interesse relativi alle obbligazioni del gestore degli investimenti. Mercato – Il rischio di mercato può esporre il fondo alle perdite provocate da variazioni inattese di un'ampia gamma di fattori. Operativo – Il rischio operativo può generare perdite dovute a eventi avversi provocati da persone, sistemi e/o processi
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