Un titolo obbligazionario da tenere lì

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Commento a cura di Salvatore Gaziano, direttore Investimenti di SoldiExpert SCF.

È iniziato il collocamento della nuova emissione del BTP Italia. In altri tempi un titolo simile forse non sarebbe stato nemmeno molto interessante ma con rendimenti sotto zero e la difficoltà di riuscire a ottenere una difesa del potere di acquisto del proprio capitale sul mercato monetario e obbligazionario, questo BTP potrebbe diventare allettante per quei risparmiatori che cercano un titolo obbligazionario da tenere lì che offra un rendimento minimo ma invitante e che possa coniugare il desiderio di protezione e liquidità.

Consapevoli che naturalmente nulla è tranquillo oggi sui mercati finanziari e del domani non v’è certezza: né sull’andamento dell’inflazione né sull’andamento dei tassi interesse. E di questi tempi non c’è nemmeno da giurare che anche l’emittente sia così 'sicuro' come in passato. Il debitore (ovvero lo Stato italiano a cui si prestano i soldi sottoscrivendo i BTP) è notoriamente fra i Paesi più indebitati al mondo e l’aria che tira in Europa, se i tedeschi riuscissero ad imporre la loro linea in tema di salvataggi, non è molto pacifica.

Secondo l’influente ex ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, se Roma un giorno dovesse trovarsi di nuovo a chiedere aiuto all’ESM (detto anche Fondo salva-Stati e acronimo di European stability mechanism), questo correrebbe in soccorso degli Stati europei in difficoltà finanziarie ma i pagamenti delle cedole in scadenza nei successivi mesi per BOT e BTP sarebbero rinviate di un certo periodo prestabilito. E se la situazione fosse giudicata grave e i 'tecnici' dovessero giudicare il debito pubblico del Paese soccorso come insostenibile nel medio-lungo termine, potrebbe a quel punto scattare automaticamente il taglio del valore nominale di tutti i suoi titoli di Stato.

Una sorta di meccanismo di bail-in in salsa europea dove i titoli di Stato dei Paesi con i conti in eccessivo disordine diventerebbero di fatto 'subordinati' secondo un documento ('Non-paper for paving the way toward a Stability Union') che lo stesso Schaeuble ha lasciato come una sorta di sua eredità e che molti politici e banchieri tedeschi e olandesi ritengono la linea da seguire.

Non sappiamo se questa linea prevarrà in Europa ma, quando si sottoscrive un qualsiasi prodotto finanziario, è bene conoscere non solo quello che ci vogliamo sentir dire (rendimento, sicurezza…) ma anche i 'contro' e, come abbiamo visto nella tempesta del 2011 quando i BTP con scadenze lunghe arrivarono a perdere circa il 25% di valore, quello che appare 'sicuro' lo è fino a un certo punto.

Come funziona la sottoscrizione

Il collocamento della nuova emissione del BTP Italia inizierà lunedì 13 novembre e l’offerta avverrà in due fasi con i primi tre giorni riservati all’offerta al pubblico retail (il periodo può essere ridotto a soli due giorni qualora il Tesoro decida la chiusura anticipata dell’offerta) e la mattinata di giovedì 16 novembre dedicata all’offerta agli investitori istituzionali. Il titolo con taglio minimo 1000 euro avrà scadenza 6 anni (20 novembre 2023) e la cedola reale minima garantita per la nuova emissione sarà dello 0,25% e fra le caratteristiche di questo tipo di obbligazioni c’è quella che, per sottoscriverle nel corso del collocamento, si possono utilizzare sia i canali tradizionali bancari e postali sia effettuare l’acquisto online sul mercato MOT, immettendo il proprio ordine tramite il proprio intermediario titoli nei giorni di collocamento. In questo tipo di emissioni è previsto un 'premio fedeltà' dello 0,4% sul valore nominale dell’investimento per chi, all’atto del collocamento, sottoscrive un BTP Italia e lo detiene fino alla scadenza.

Il BTP Italia è collegato, a livello di rendimento, all’andamento dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati – FOI, al netto dei tabacchi con cedole pagate semestralmente insieme con la rivalutazione del capitale per l’inflazione del semestre. In caso di deflazione, le cedole vengono comunque calcolate sul capitale nominale investito, quindi con una protezione estesa non solo alla quota capitale ma anche agli interessi.

Secondo le ultime rilevazioni, attualmente l’inflazione italiana viaggia circa sull’1% annuo (a vedere gli swap quella europea è stimata sull’1,3% annuo nei prossimi 5 anni) e quindi, nell’ipotesi accademica che nei prossimi anni questo resterà il livello di incremento dei prezzi (l’obiettivo della BCE sarebbe portarla al 2% ma appare ambizioso) e se lo spread offerto sarà dello 0,4-0,5%, chi investe su questo titolo otterrà un rendimento lordo (sui titoli di Stato la tassazione è del 12,5%) dell’1,4-1,5% contro un titolo a tasso fisso come il BTP classico che, su una scadenza simile (come quello con cedola annua dello 0,95 e scadenza 15/10/2023), rende circa lo 0,76% lordo. Oggi è questo il contesto di mercato, per effetto soprattutto della politica di riacquisto massiccio di titoli di Stato da parte della BCE seguita in questi anni con il Quantitative Easing, con l’obiettivo di far abbassare i tassi (si stima che fra un anno l’importo acquistato da Draghi solo di BTP e affini supererà quota 300 miliardi di euro) e far ripartire l’economia. Questa 'repressione finanziaria' ha avuto come conseguenza (voluta) che detenere oggi soldi in liquidità costa (il 40% dei titoli obbligazionari offre rendimenti negativi) e si paga addirittura un interesse sui titoli a breve-media scadenza.

In questi giorni la Germania ha emesso Bund (omologhi dei nostri BTP) con scadenza a 5 anni con un tasso di rendimento annuo dello -0,39% (e l’inflazione in Germania viaggia sull’1,5% annuo). Un rendimento netto negativo di circa il -2% all’anno in cambio di 'sicurezza'. Per chi detiene i soldi in liquidità (e non solo), i rendimenti offerti sul mercato significano di fatto vedere erodere nel tempo il potere di acquisto, salvo accettare di accrescere il profilo di rischio e investire in parte anche sull’azionario con tutti i pro (rendimenti potenzialmente nettamente più elevati) e contro (rischi di perdite soprattutto su orizzonti temporali di breve-medio periodo).

Come società di consulenza finanziaria indipendente la nostra proposta va dai portafogli di ETF o fondi obbligazionari a quelli azionari secondo un approccio attivo e diversificato. Un labirinto dove è sempre più difficile uscire per molti risparmiatori italiani e non a caso si stima in 1.500 miliardi di euro la quantità di risparmi degli italiani lasciati a 'poltrire' sui conti correnti: 2 italiani su 3 dicono che stare in liquidità è bello e 'furbo'.

Nel passato molti risparmiatori hanno utilizzato come strumento di parcheggio della liquidità i conti di deposito, che hanno conquistato un mercato crescente a scapito dei fondi monetari e dei titoli obbligazionari a breve scadenza. Su questo fronte l’offerta attuale sembra sempre meno allettante rispetto al passato poiché i rendimenti offerti si sono adeguati al mercato e oggi se si vuole fare un confronto con il BTP con scadenza 2023 sui conti deposito vincolati (dove non è possibile però in caso di necessità smontare l’operazione) il rendimento medio offerto sul tasso fisso si aggira sull’1,8% annuo (con una tassazione però del 26%) e un’imposta di bollo dello 0,2% annuo, se non rimborsata dalla banca.