Vanguard, l’importanza della finanza comportamentale

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Simone Rosti, responsabile di Vanguard per l’Italia

 Contributo a cura di Simone Rosti, responsabile di Vanguard per l’Italia. Contenuto sponsorizzato.

Avere un portafoglio diversificato di attività a basso costo rappresenta una condizione necessaria, ma non sufficiente, affinchè gli investitori possano migliorare i propri risultati nel lungo termine. Occorre infatti che alla base della costruzione del portafoglio vi sia una buona capacità nel prendere decisioni su come gestire il risparmio, allocare le risorse, investire e uscire definitivamente dall’investimento. È per questo che Vanguard attribuisce una grande importanza alla finanza comportamentale il cui scopo è quello di collegare due mondi molto diversi, l'economia e la psicologia, nel tentativo di descrivere meglio il comportamento umano.  

I pregiudizi comportamentali sono scorciatoie decisionali, tecnicamente definiti come euristica decisionale. Uno dei contributi chiave del campo della finanza comportamentale è l'identificazione di questi pregiudizi, come la procrastinazione, che può migliorare o minare scelte efficaci. 

Ci sono probabilmente più di 100 pregiudizi identificati nel campo dell'economia comportamentale.  Ma noi consideriamo i seguenti "cinque grandi" bias comportamentali:

  • Pregiudizio sul presente o impazienza: molti individui sono focalizzati sull'oggi a spese del futuro.   Per esempio, la percezione di non riuscire a risparmiare abbastanza per la nostra vecchiaia.
  • Pregiudizio dello status quo e inerzia: molti di noi, di fronte a una decisione complicata, scelgono la via della minor resistenza e non faranno nulla. Ecco perché strategie di investimento predefinite, come l’adesione automatica a un piano di risparmio, sono così efficaci nel cambiare il comportamento.
  • Contesto: il modo in cui si pone una domanda, ad esempio se viene posta come domanda positiva o negativa, porterà a risposte completamente diverse. 
  • Avversione alle perdite: per un dato livello di guadagno o perdita, gli individui percepiscono il peso della perdita più del doppio rispetto al guadagno. Ciò è particolarmente evidente durante le crisi di mercati.
  • Eccesso di fiducia: la maggior parte di noi pensa di essere al di sopra della media e sopravvaluta le proprie capacità.

Gli ultimi due bias comportamentali sono quelli che incidono maggiormente sui comportamenti degli investitori in periodi di crisi come quello che stiamo attraversando.

Alcuni osservatori sostengono che azioni e fondi che rispondono a criteri ESG siano in grado di limitare l’impatto di questi bias comportamentali. Ma il punto non è il veicolo, quanto invece il comportamento umano. Gli errori che si commettono quando si è troppo sicuri di sé derivano dalla eccessiva confidenza e non sono correlati al tipo di veicolo in cui si investe.

Se i pregiudizi possano essere corretti con l'educazione finanziaria è ancora una questione aperta. Vi sono tuttavia alcuni studi che dimostrano che questo è possibile.

L’approccio alla finanza comportamentale si è evoluto negli ultimi 30 anni e il campo è relativamente nuovo. Per esempio, non è stato ancora misurato se gli investitori stiano diventando più o meno troppo sicuri. Ci sono forti evidenze scientifiche che dimostrano come alcuni comportamenti con una connotazione generazionale abbiano una persistenza nel tempo. Per esempio, i comportamenti finanziari degli investitori che hanno vissuto la Grande Depressione sono diversi da quelli dei baby boomer. Ma non è ancora stato studiato se specifici bias comportamentali stiano cambiando nel tempo. Negli ultimi 20 anni abbiamo avuto tre forti shock di mercato. Una questione aperta della ricerca è se gli investitori siano diventati più resistenti o avversi alle perdite.

La consapevolezza e l'autoeducazione sui vari pregiudizi possono aiutare, ma probabilmente in misura limitata. Dopo tutto, uno studio sul comportamento del risparmio previdenziale ha dimostrato che i lavoratori, nonostante sapessero che avrebbero dovuto risparmiare per integrare la propria pensione, non hanno mai messo in atto un piano di risparmio. Sia che si tratti di dieta, di esercizio fisico o di finanza, molti individui sono perfettamente consapevoli dei comportamenti che dovrebbero seguire. La sfida è però adottare il cambiamento per raggiungere gli obiettivi. 

Una soluzione promettente, che si vede in aree diverse da quelle del risparmio previdenziale e degli investimenti, è l'idea di un piccolo cambiamento incrementale. Non risparmiate il 10% in più del vostro reddito, ma risparmiate l'1% o il 2% in più ogni anno. È proprio come accade nella favola di Esopo “La lepre e la tartaruga”, in cui la tartaruga alla fine supera la lepre grazie alla costanza del proprio comportamento.