Il metallo prezioso continua a viaggiare sui massimi storici, con un trend rialzista che secondo le view delle case di gestione potrebbe proseguire nel corso dell’anno. Debolezza del dollaro e acquisti della Cina i motivi chiave che sostengono il prezzo della materia prima.
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L’oro continua a viaggiare sui massimi storici, con un trend rialzista che secondo le view delle case di gestione potrebbe proseguire nel corso dell’anno. Anche se nell’ultima settimana, per la convinzione che i tassi Usa resteranno alti a lungo e per l'attenuazione del rischio geopolitico (sembra infatti meno probabile un coinvolgimento diretto dell'Iran nel conflitto in Israele), il prezzo del metallo giallo abbia subito una leggera contrazione, in questa prima parte dell’anno l’oro ha segnato un record dopo l’altro, con il picco che è stato raggiunto lo scorso 14 aprile a quota 2.390 dollari l’oncia. “L’oro è finalmente riuscito a sfondare il massimo dell’agosto 2020 di 2.075 dollari l’oncia. Questa volta la rottura è stata decisiva, con l’oro che ha raggiunto nuovi massimi storici ogni settimana di marzo”, sottolinea Imaru Casanova, portfolio manager, Oro e metalli preziosi di VanEck.
L’incertezza geopolitica sostiene l’oro
Trai principali motivi alla base di questa cavalcata del metallo giallo vi sono un dollaro statunitense più debole in vista dell’allentamento delle politiche monetarie della Federal Reserve e soprattutto gli acquisti da parte delle banche centrali, in particolare nei mercati emergenti. “In un quadro di tensioni geopolitiche e aumento del debito pubblico e della spesa per la difesa, la domanda di oro da parte delle banche centrali dei mercati emergenti è salita per due motivi. Innanzitutto è un’alternativa ai titoli governativi e al dollaro statunitense e, in secondo luogo, favorisce gli sforzi di dedollarizzazione in risposta ai rischi geopolitici. Gli acquisti delle banche centrali dovrebbero continuare a sostenere l’oro”, spiegano da Allianz Global Investors che considerano l’oro un eccellente elemento di diversificazione nei portafogli multi-asset, mantenendo una view positiva sulla materia prima per i prossimi 12 mesi.
“Sebbene l'indebolimento del dollaro, dovuto ai previsti cambiamenti di politica dovish da parte della Federal Reserve, sia un elemento chiave, le dinamiche alla base dell'impennata sono più sottili”, osservano Ned Naylor-Leyland e Daniel March, gestori del fondo Gold & Silver di Jupiter AM. “L'oro ha già metabolizzato il ridimensionamento delle prospettive di allentamento della politica monetaria da parte della Federal Reserve prevista per il 2024. Nonostante ciò, sta continuando la sua traiettoria al rialzo”, osservano.
Questo secondo i due gestori suggerisce che sono in gioco altri fattori, come il ritorno di una significativa domanda di oro fisico, in particolare dalla Cina e dal Medio Oriente. “Questa ondata di acquisti fisici potrebbe essere determinata da una confluenza di fattori, tra cui le preoccupazioni inflazionistiche e le crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente”, dicono i due esperti di Jupiter AM. “La Cina è diventata uno dei più importanti acquirenti d'oro al mondo. La China Gold Association (CGA) ha riferito che il consumo d'oro del Paese nel 2023 ammontava a quasi 1.090t, con un aumento dell'8,73% rispetto all'anno precedente. Un altro indicatore della domanda complessiva di oro in Cina, lo Shanghai Gold Exchange (SGE), ha registrato a gennaio un aumento della domanda del 95% (su base annua)”, osservano.
I giovani in Cina lo acquistano
Inoltre, dietro alla domanda record proveniente dalla Cina, si sta verificando un interessante cambiamento demografico. “Gli acquirenti più giovani, di età compresa tra i 25 e i 34 anni, hanno aumentato la loro quota di acquisti complessivi di oro dal 16% al 59% nel 2023”, spiegano Ned Naylor-Leyland e Daniel March. “Il calo del mercato azionario e dei valori immobiliari locali ha contribuito all'aumento della generazione più giovane, ma è la forma di investimento che indica la vera natura del cambiamento demografico. Gli acquirenti più giovani in Cina scelgono di acquistare chicchi d'oro da 1 g per conservare il patrimonio a lungo termine”, argomentano.
Spazio per ulteriori rialzi
Tuttavia, mentre la domanda record di oro da parte della Cina continua, i flussi di investimento più consistenti da parte degli acquirenti occidentali non sono ancora stati osservati. Questa è una delle ragioni per cui secondo le case di gestione il prezzo dell’oro ha ancora margine per crescere. “I popolari exchange traded funds (ETF) hanno registrato continui deflussi negli ultimi tre anni, poiché gli investitori hanno scelto di trascurare i metalli e di inseguire i settori tecnologici e AI più alla moda”, dicono i gestori di Jupiter AM. “In caso di ritorno di flussi sostenuti di investitori, prevediamo un ulteriore e sostenuto rialzo del prezzo dell'oro”, dicono. “Le posizioni detenute in oro negli ETF restano relativamente basse e questo potrebbe rappresentare un ulteriore catalizzatore per le quotazioni dell’oro quando le posizioni si allineeranno con l’ultimo rialzo del prezzo”, concordano da Allianz GI.
“Il ritorno della domanda di investimenti, come testimoniato dagli afflussi negli ETF globali sull’oro fisico, potrebbe essere il catalizzatore che, a nostro avviso, potrebbe portare l’oro al di sopra dei 2.500 dollari l’oncia”, dice Imaru Casanova. L’esperto prevede anche un’inversione di tendenza per le azioni del settore minerario aurifero che diversamente da quanto si sarebbe portati a pensare non hanno ancora intrapreso la stessa traiettoria di crescita dell’oro. “Abbiamo evidenziato il crescente divario di valutazione tra l’oro e le azioni aurifere”, dice Casanova. “A marzo i titoli azionari dell’oro hanno finalmente mostrato il loro effetto leva rispetto al prezzo dell’oro. Questo potrebbe segnare l’inizio di un’inversione di tendenza, attesa da tempo, per le azioni del settore minerario aurifero”, conclude l’esperto.