Pinardi (Analysis): "Il passaggio da rebate a parcella sarà molto lento"

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Uroš Jovičić, Unsplash

“Siamo un osservatorio privilegiato sul mondo della consulenza”, afferma Marco Pinardi descrivendo Analysis Spa, società fondata nel1986 e che offre soluzioni software dedicate al wealth management. “La nostra specificità è quella di creare una reportistica evoluta e completa per il consulente e per il gestore patrimoniale (istituzionale e non) su portafogli multi-asset. La società da quasi un decennio ha dato vita alla piattaforma modulare per l’advisory finanziaria ‘eXact Suite’ con un database standard che contiene informazioni precise ed aggiornate su oltre 100.000 strumenti tra cui fondi comuni, sicav, ETF/ETC/ETN, obbligazioni governative, titoli azionari, indici. “Non solo prodotti autorizzati in Italia ma tutti quelli che vengono selezionati da gestori istituzionali”, specifica Pinardi.

La modularità dell’interfaccia è in grado di rispondere alle esigenze sia del gestore o del risk manager sulle gestioni patrimoniali in fondi e multi-asset, sia della rete di vendita in ambito private o in ambito di advisory fee-only per un supporto informativo MIFID II compliant nelle attività di relazione con la clientela. “Negli ultimi quattro anni, oltre alla gestione del patrimonio mobiliare, abbiamo affiancato un modulo per la gestione immobiliare. La piattaforma REWM (Real Estate Wealth management), sviluppato insieme al Crif di Bologna e con i dati dell’Agenzia dell’Entrate, permette al gestore e al consulente di avere una view complessiva del patrimonio del cliente, in Italia spesso sbilanciata solo verso la componente mobiliare”.

Una view complessiva del patrimonio del cliente
“Andiamo verso un mondo in cui il vero valore aggiunto è dato dai gestori che producono alpha”, commenta il manager. Analysis è una boutique che sviluppa una serie di soluzioni con approccio quantitativo e che offre una view complessiva del patrimonio del cliente, mobiliare ed immobiliare. “La nostra specificità è quella di permettere al gestore di scomporre tutti i building blocks del portafoglio, ovvero tutte le componenti di performance e di rischio in modo tale che sia evidente dove ci possono essere aree di alert. Riscontriamo un discreto interesse da parte dei private banker che vogliono offrire una reportistica sempre più completa e puntuale al cliente e la nostra mission è proprio questa: lavoriamo sul valore aggiunto dell’informazione”, afferma Pinardi.

Le nuove generazioni di consulenti
“I giovani che si affacciano sul mondo della consulenza adesso non sono influenzati e polarizzati su bias pregressi come le vecchie generazioni di promotori. Le nuove generazioni saranno più interessate a fare la consulenza finanziaria in modo indipendente mentre il promotore classico continuerà ad essere molto legato ai rebates e a fare turn over di prodotti e case”, spiega l’esperto. Per Pinardi la vera sfida sarà vedere come cambierà il mondo dei promotori finanziari. “C’è un’attesa molto forte, la sensazione che ho è che il passaggio da rebate a parcella sarà molto lento, a differenza di quanto accaduto nel mondo anglosassone, soprattutto perché in Italia non è chiaro per i consulenti finanziari quanti saranno i costi, quante saranno le responsabilità da sostenere, quali i costi per adeguarsi a Mifid II e tutto ciò potrebbe rappresentare un ostacolo al passaggio al mondo della consulenza fee only”, conclude.

Quali sviluppi per l'industria finanziaria italiana?
"Premesso che la propensione al risparmio degli italiani è sempre solida e che il mercato domestico risulta sempre molto attrattivo per l'asset management internazionale (come dimostra anche il recente interesse su Eurizon da parte di Blackrock), occorre riconoscere che nell'ultimo decennio sono state perse opportunità e le fabbriche prodotto si sono rarefatte. Detto ciò occorre guardare anche ai segnali positivi a partire dall'introduzione dei PIR, un'esperienza che ha dimostrato che si possono trovare leve efficaci anche per aiutare le realtà domestiche dell'asset management.

Mi pare di poter affermare che anche i regolatori intendano cambiare passo e diventare fattore di vantaggio competitivo come conferma la firma dell’accordo dell’8 giugno tra Banca d’Italia e Consob. Il neo presidente di quest’ultima Mario Nava ha subito segnalato che intende semplificare la reportistica, ridurre i costi e facilitare il più possibile l'accesso al mercato dei capitali delle PMI, che in Italia producono il 70% di valore aggiunto, contribuiscono per l'80% all'occupazione ma sono capitalizzate in Borsa per appena lo 0,13%. Uno squilibrio da correggere anche a beneficio della nostra industria finanziaria”, conclude Pinardi.