Politica fiscale e monetaria aiutano il sentiment. Con quali conseguenze?

Redcharlie, Unsplash
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Provvedimenti a favore dei marcati da parte delle principali Banche centrali e dei governi delle più importanti potenze economiche non si fermano, spingendo in avanti uno dei cicli economici di espansione più lunghi della storia. La straordinarietà, all’origine, delle misure adottate ha lasciato il campo ad una loro stabilizzazione e l’interrogativo circa una dipendenza cronica dei mercati da tassi a zero, easing quantitativo e stimoli fiscali si rafforza, agendo da mitigatore di un sentiment che nonostante la netta ripresa di tutte le asset classes da inizio 2019 non mostra un’estrema propensione al rischio da parte degli investitori. Tensioni geopolitiche plurime influiscono in modo determinante ma una domanda di fondo su quanto si possa spingere ancora l’attuale ciclo economico sembra affiorare in modo sempre più marcato.

Allentamento monetario

“Ci aspettiamo adesso che la BCE rafforzi la sua forward guidance collegando la politica monetaria alle prospettive di inflazione della zona Euro, e riteniamo possibile un taglio di 10 punti base del tasso sui depositi a -0,50% nella riunione del 12 settembre, oltre all’esenzione di parte del surplus delle riserve delle banche commerciali dai tassi negativi che attualmente le portano a pagare alla BCE più di 7 miliardi di euro all'anno.  Negli Stati Uniti, anche la Federal Reserve dovrebbe tagliare i tassi di 25 punti nel mese di luglio, sebbene la situazione sembri meno urgente. Il settore servizi è ancora solido e il mercato del lavoro non mostra segnali di rallentamento, ma il comprato manifatturiero continua a rallentare. Tuttavia, la FED non sta ancora anticipando la fine dell'espansione economica e non ha avviato un nuovo round di tagli dei tassi. Una riduzione dei tassi ufficiali sarebbe di natura preventiva, finalizzata ad estendere la crescita economica in un contesto di elevata incertezza e inflazione moderata”. Il contesto descritto da Gero Jung, chief economist di Mirabaud AM, dimostra la cristallizzazione di un quadro di tassi lower for longer deciso dalle due principali Banche centrali a livello mondiale. La U-Turn della Fed di Powell a inizio anno dati gli effetti catastrofici sui mercati dell’inizio del percorso di normalizzazione mostra come non sia affatto semplice uscire dalla situazione attuale.

Stimolo fiscale

“Prospettive di alleggerimento fiscale e monetario”, afferma Norman Villamin, cio Private Banking di Union Bancaire Privée (UBP), “emergono a livello globale”. Tra le possibili misure in adozione nei prossimi mesi troviamo la Cina, “dove in luglio ci aspettiamo aumenti degli stimoli fiscali e monetari”, il Giappone, “dove attraverso un ritardo dell’aumento dell'IVA previsto a settembre o, alternativamente, una compensazione fiscale dell'aumento dell'IVA, potrebbe dare impulso fiscale anche alla terza economia più grande del mondo”,l’Eurozona, “dove forse esiste il più interessante (ma per ora ancora speculativo) potenziale di stimolo contemporaneamente fiscale e monetario. Un ulteriore sostegno monetario ha il potenziale per essere accompagnato dalla convergenza dei venti politici in Francia e Germania per ottenere un sostegno più ampio per l'alleggerimento fiscale nell'area della moneta unica” ed infine gli Stati Uniti. “Notizie di stampa”, sottolinea il cio Private Banking di UBP, “suggeriscono che la Casa Bianca cercherà di perseguire un secondo ciclo di tagli fiscali, stimati a 100 miliardi di dollari in dieci anni, adeguando l'imposta statunitense sul capital gain con un ordine esecutivo, bypassando di fatto il Congresso degli Stati Uniti”, con chiari fini elettorali che mirano alle presidenziali del 2020. Conseguenza prevista da Villman è un possibile influsso positivo della combinazione di tutte queste misure sul sentiment, ancora prudente, degli investitori circa le prospettive di breve e medio termine del ciclo economico globale.

Siamo certi sia un bene?

“Una soluzione sostenibile e duratura per correggere la crescita economica richiederebbe tempo, disciplina, sacrifici e il ritorno a una politica fiscale e monetaria sana”, affermano dal team Cross Asset Solutions di Unigestion. “Potremmo aver dimenticato che le recessioni sono una parte essenziale dei cicli economici: rimuovono gli eccessi accumulati durante le fasi di espansione e apparecchiano la tavola per la prossima espansione”, aggiungono, specificando inoltre che agendo in tal modo “politici e banchieri centrali continuano a cercare di abolire i cicli economici con una massiccia politica che calcia la lattina più avanti, trasferendo il rischio alle generazioni future”. In particolare, gli esperti di Unigestion, definiscono un “azzardo morale” la decisione delle Banche centrali sviluppare una tanto marcata dipendenza dal debito. “Gli investitori”, affermano, “sono così costretti ad allontanarsi ulteriormente dalla curva di rischio e la conseguenza è un'allocazione errata delle risorse. Le imprese sane assumono debiti per scopi improduttivi, come il riacquisto di azioni e i dividendi, poiché non riescono a trovare interessanti opportunità d'investimento. D'altro canto, le imprese strutturalmente deboli ottengono molto credito a condizioni estremamente favorevoli. Ciò consente loro di rimanere in attività, mantenendo un eccesso di capacità produttiva che crea pressioni deflazionistiche”. Non uno scenario ottimale.