Post elezioni: ai mercati non resta che aspettare

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Spiros Vathis, Flickr, Creative Commons

Trionfano i cinque stelle. La Lega vola. Crolla il Partito democratico. È l’istantanea che viene fuori dalla giornata elettorale, anche se con una serie di varianti più o meno rilevanti. E qualche allarme. “La cosa più sconcertante è che abbiamo un parlamento a maggioranza antieuropeista e questo è il dato più preoccupante per i mercati”, dice Carlo Gentili, amministratore delegato di Nextam Partners. “Credo che sia qualcosa che pesa e che peserà tanto nei prossimi mesi dal punto di vista dei mercati. Vi è inoltre da rilevare come si siano dissolte le leadership politiche degli ex grandi partiti e quindi anche il loro potere di interdizione e contrasto si è molto ridotto”.

L’esito, certo, non era quello immaginato dai mercati. Almeno non del tutto. La settimana del post elezioni ora terrà gli occhi puntati sul Colle: al presidente della Repubblica Sergio Mattarella tocca infatti valutare i possibili scenari di governo. Lo sanno gli eletti, lo sanno gli elettori e lo sanno anche i mercati. Nonostante tutto, in fondo il risultato di questa tornata elettorale non sembra li abbia disorientati: solo Milano ha chiuso in rosso (-0,42) e con uno spread Btp/Bund allargatosi a 136 punti base. Normale amministrazione, come sintetizza Alberto Biolzi, responsabile direzione wealth management di Cassa Lombarda. “Dopo un iniziale momento di smarrimento, i mercati europei hanno invertito la rotta perché non spaventati dall’instabilità politica italiana, storicamente sempre presente. Da monitorare saranno le modalità con cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avvierà le consultazioni tra i partiti per la formazione del nuovo governo”.

No panic, secondo Anima SGR

Che il risultato fosse così propenso alle forze antieuropeiste non era stato infatti del tutto previsto. Le scorse settimane i mercati avevano immaginato un quadro d’incertezza, ma probabilmente ritenevano che i partiti europeisti avrebbero in qualche modo avuto la meglio. Per questo, come spiega Luigi Dompè, portfolio manager azionario di Anima SGR  “l’esito del voto apre ad uno scenario più complicato che ci induce a mantenere un approccio cauto sul mercato azionario italiano”. L’esperto non è però catastrofista. “Non faccio previsioni politiche, ma osservo che quasi sempre un’assunzione di incarichi governativi impone anche un’assunzione di responsabilità, il che significa che i programmi spesso tendono a moderarsi. Non azzarderei giudizi affrettati sui probabili incarichi dati a forze malviste dagli operatori e dagli investitori. È chiaro che è una situazione da monitorare nelle prossime settimane e che non possiamo permetterci di restare a lungo senza un esecutivo”, aggiunge il gestore.

Anche Filippo Di Naro, direttore investimenti della società milanese, si dice cauto. “Ricordiamoci che esiste un’influenza positiva che viene dal Qe ancora attivo, protettiva rispetto alla situazione politica che può svilupparsi. Nessuno si aspettava nel dettaglio questi risultati, ma siamo ancora in una fase in cui i mercati aspettano di capire e vedere un quadro più chiaro. Solo allora, nel caso, si muoveranno”, spiega il manager. “Gli eventi politici quasi mai modificano le prospettive di medio periodo”, incalza Dompè, “tanto più se l’andamento economico e le condizioni monetarie sono buone come adesso. Probabilmente sul fronte azionario ci sarà qualche volatilità e pagheremo qualche punto percentuale nelle prossime settimane in attesa di un governo”.

Per gli esperti di Anima, dunque, al momento non ci sono le condizioni per ripensare ad un riposizionamento strategico dei portafogli, “meglio aspettare”, dicono. L’unico vera nota negativa sarebbe se andassimo incontro ad uno stallo politico. “Il mercato gradirebbe una coalizione che abbia i numeri per governare”, dice Di Naro. “Uno stallo prolungato non è un elemento positivo”.