Pramerica SGR: Stati Uniti VS Europa

Captura_de_pantalla_2019-02-12_a_las_14
UnSplash

Il calendario per il nuovo anno è già ricco di appuntamenti molto importanti. John Praveen, per gli Stati Uniti e Fabrizio Fiorini, per l’Europa, li analizzano uno ad uno.

Fronte politico: 

  • Europa: A maggio ci saranno le elezioni europee. “Io non penso che questo evento possa essere un elemento di disturbo”. Fabrizio Fiorini, responsabile investimenti Pramerica SGR, sostiene che bisogna fare una distinzione tra partiti populisti e antieuropeisti. “Un partito populista non è detto che sia antieuropeista. Il timore più grande è l’affermarsi di politiche protezioniste che farebbero da freno al commercio internazionale”. 
  • USA: “Le tensioni politiche negli Stati Uniti si sono attenuate durante l’anno dopo la sospensione dei rialzi dei tassi da parte della banca centrale americana e con l’avvio delle trattative commerciali tra USA e Cina”, spiega John Praveen, global multi asset solutions QMA di Pramerica Finacial. “Inoltre, pensiamo che un eventuale accordo commerciale con la Cina potrebbe essere molto importante per Trump in vista delle prossime elezioni”.

Fronte monetario: 

  • BCE: Le politiche fiscali sicuramente avranno un ruolo molto più importante rispetto al passato e sostituiranno in parte quelle monetarie. “Questo non significa che le politiche monetarie saranno meno importanti, ma dovranno comunque accompagnare la crescita in Europa”, sostiene Fiorini. “Un nuovo TLTRO, nel momento in cui vengono a scadenza quelli lanciati nel periodo di crisi del debito pubblico, sarebbe di aiuto al sistema bancario, garantendo liquidità nel sistema”.
  • FED: L’anno scorso la Federal Reserve ha alzato i tassi quattro volte. A gennaio di quest’anno invece ha deciso di non incrementare i tassi, lasciando intendere che tale pausa potrebbe continuare. “Questa decisione è stata presa in risposta al rallentamento della crescita degli Stati Uniti e le condizioni dell’economia globale”, spiega Praveen.

Fronte orientale:

  • Europa: Il rallentamento della Cina ha un impatto anche sull’Europa. “Io personalmente, sebbene la Cina sia un partner commerciale importante per l’UE, non sono preoccupato per questa decelerazione”, spiega Fiorini. “La Cina sta attraversando dei cambiamenti strutturali che hanno influenzato negativamente la crescita nel breve periodo. Ad esempio, il riforma del sistema dello shadow banking ha influenzato le modalità d’accesso ai capitali delle aziende: ora, le società non possono più appoggiarsi a fiduciarie o cartolizzare i loro asset, ma possono accedere al credito solo attraverso banche e corporate bond”.
  • USA: "Che la Cina stia rallentando è vero, ma non può nemmeno crescere dell’8% annuo per sempre”, commenta Praveen. “Questo in ogni caso non preoccupa gli Stati Uniti in quanto le esportazioni verso la Cina costituiscono solo una parte percentuale del totale. L’impatto sarà indiretto, ossia il calo delle esportazioni in Europa e Giappone impatteranno anche gli Stati Uniti nel lungo periodo.