Una ricerca di Excellence Consulting offre qualche dato sul mercato dei fondi pensione in Italia. "C'è potenzialità ma la previdenza complementare è ancora in stallo", dice il CEO Primanni.
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Nel nostro Paese la previdenza obbligatoria è destinata a calare, quella complementare a crescere, ma solo 9,4 milioni di lavoratori, pari a 1/3 dei complessivi, tutelano il proprio futuro con una pensione integrativa (dati 2022). Se i fondi pensione (chiusi, aperti, preesistenti, PIP) sono caratterizzati da una forte concentrazione, Generali asseconda meglio la tendenza con 19 milardi euro di riserve previdenziali nel 2022. Seguono Poste Vita (10,8 miliardi) e Intesa Sanpaolo (8,4 miliardi). Tra le banche reti di consulenti finanziari spicca Mediolanum con 4,9 miliardi. È quanto si evince dalla ricerca “Il mercato della Previdenza complementare in Italia”, realizzata da Excellence Consulting.
Nella prima parte lo studio della società milanese, che elabora dati Ania, Covip e Ivass al dicembre 2022, si sofferma sulla previdenza complementare, nella seconda su quanto sta facendo il canale distributivo. Dal 2021 al 2022 in Italia le forme pensionistiche complementari aumentano del 5,4% e riguardano 9,24 milioni di lavoratori (1/3 del totale). Le contribuzioni medie più elevate si osservano in Lombardia e nel Lazio, con rispettivamente 3.350 e 3.010 euro, tallonano Emilia-Romagna e Piemonte. Ad espandersi maggiormente dal 2021 al 2022 sono i fondi pensione negoziali (+9,9%), che precedono i fondi pensione aperti (+6%).
Il punto chiave della ricerca è il passaggio in cui si verifica come le principali banche e assicurazioni nazionali soddisfino la domanda di previdenza complementare. Per fare questo Excellence confronta le quote di mercato nelle polizze vita tradizionali con quelle nella previdenza integrativa. Se è vero che la sola Generali esprime una quota di mercato previdenziale superiore a quella Vita, ulteriore potenziale di crescita mostrano Poste Vita e Intesa Sanpaolo.
“La previdenza complementare in Italia è ancora in stallo: le forme previdenziali integrative nel nostro Paese rappresentano alla fine del 2022 meno del 10% del Pil, in UK oltre il 100% e nei Paesi Bassi più del 200 per cento", afferma Maurizio Primanni, CEO di Excellence Consulting. "La nostra ricerca dimostra che, se da un lato c’è consapevolezza, sia da parte dei lavoratori della necessità di tale scelta, sia da parte dei distributori - in particolare Generali, Poste Vita e Intesa Sanpaolo, e Mediolanum tra le reti, - delle grandi potenzialità di questo mercato, dall’altra parte c’è l’opportunità di accelerare nei processi di crescita, migliorando i modelli organizzativi e gli approcci commerciali dedicati alla previdenza”.