Private banking, in sei mesi raggiunte le masse previste per l’intero anno

Andrea Ragaini News
Andrea Ragaini, foto ceduta (AIPB)

Il private banking italiano supera le aspettative e raggiunge i risultati attesi per fine anno con sei mesi di anticipo. Nell’ultimo aggiornamento dell’analisi di mercato effettuata dall’Ufficio Studio di AIPB – Associazione Italiana Private Banking emerge una chiusura del primo semestre dell’anno con masse in gestione per 1.057 miliardi di euro, un incremento del 2,5% rispetto al I trimestre (quando le masse si attestavano a 1.031 miliardi) e del 6,3% rispetto ai 994 miliardi di fine 2022.

Da gennaio a giugno 2023, la raccolta netta complessiva realizzata dagli operatori di private banking si è attestata a 26 miliardi, rimanendo stabile nel corso dei due trimestri (13 miliardi in entrambi i periodi). “Prosegue il percorso di crescita dell’industria Private, consentendoci di guardare con fiducia alla seconda parte dell’anno”, commenta Andrea Ragaini, presidente AIPB. “Un risultato positivo che conferma l’apprezzamento per un modello di servizio che mette la consulenza professionale al centro della relazione con la clientela”.

Lo scenario

Il secondo trimestre si è caratterizzato per uno scenario macroeconomico e finanziario di “cauto ottimismo”, si legge in una nota diffusa da AIPB in cui si sottolinea come l’inflazione abbia proseguito nel suo percorso di decrescita, passando dall’8,1% di fine marzo al 6,75% di fine giugno. Mentre le banche centrali, tra maggio e giugno, hanno dato seguito a un ulteriore aumento dei tassi di riferimento (UEM dal 3,5% al 4%; USA dal 5% al 5,25%). Il rallentamento dell’inflazione e la prosecuzione delle politiche monetarie restrittive hanno trainato “tutti i nuovi flussi raccolti dal private nel secondo trimestre verso gli investimenti diretti (titoli, azioni e obbligazioni) del comparto amministrato che, per il terzo trimestre consecutivo, attira la maggior parte dei nuovi investimenti effettuati dalle famiglie private”, si legge ancora. Flussi in uscita, invece, dal comparto assicurativo (-1,6%) e una sostanziale stabilità sui prodotti del gestito (fondi e gestioni patrimoniali -0,1%). La motivazione di questi movimenti è da ricercare nelle preferenze degli investitori che si sono orientate “verso gli investimenti che hanno maggiormente beneficiato dell’aumento dei tassi di interesse”, prosegue Ragaini. “La crescita della componente amministrata dei portafogli del private banking è stata inoltre accompagnata da un incremento della consulenza a pagamento, salita nell’ultimo anno dal 13% al 17% dei 1.057 miliardi di euro di masse affidate al settore”.