Hanno uno stile decisionale più pragmatico e maturo. Guardano alla sicurezza senza rinunciare al rendimento. Sono pronte ad investire il 60% del loro proprio patrimonio in progetti di lungo periodo, tanto che solo il 4% tiene ferma sul conto la liquidità. Parliamo di donne investitrici, di “alto profilo”: sono solo 60 mila professioniste, imprenditrici, dirigenti, con disponibilità finanziaria di almeno 250 mila euro. Uno studio di AIPB e Candriam, realizzato da Ipsos, ne ha monitorato il ruolo, offrendo indicazioni utili all’industria della consulenza finanziaria per riconoscere il potenziale di una parte della propria clientela, importante per lo sviluppo e la modernizzazione della nostra economia. “In un mondo in cui le donne sono fortemente sottorappresentate in tutti i settori - ha affermato Paolo Langè, presidente AIPB – a loro va ricondotto il 10% della ricchezza finanziaria privata del nostro Paese. Se si prende in considerazione il private banking, la percentuale sale al 35% dei circa 900 miliardi di euro gestiti dal settore, quota che risulta addirittura superiore a quella riconducibile al segmento dei clienti “imprenditori”, pari al 20% circa. Una cifra considerevole e sorprendente, che inserisce il private banking tra i settori chiamati a riflettere sulla questione femminile e su come proporre nuovi modelli consulenziali che includano competenza su tematiche trasversali e la capacità di offrire percorsi di lungo periodo per rispondere alle esigenze di un investitore competente, maturo, aperto al confronto, interessato a generare impatti virtuosi: la donna investitrice”.
Private banking, le donne "di alto profilo" investono più degli uomini

Foto Christina @ wocintechchat.com, Unsplash
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