Private banking un business tutto italiano

Captura_de_pantalla_2018-10-11_a_las_10
shutterstock

Il private banking è in fermento. Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad una serie di fusioni, acquisizioni e concentrazioni di masse che in pochi mesi le classifiche sono state rivoluzionate (e forse la tabella che vedrete alla fine di questo articolo pecca di qualche news). C’è chi come Indosuez Wealth Management ha rilevato Banca Leonardo, confermando l’interesse espresso in passato dai vertici della controllante Crédit Agricole per il mercato italiano. Chi, come UBS, ha appena aperto una sede di private banking a Milano (pochi mesi prima era sbarcata in Italia un'altra private bank svizzera, Valeur Investments) e chi come Banca Generali ha fatto sapere già da tempo di voler offrire un modello sempre più ‘banca private’. Non a caso, negli ultimi cinque anni (2013-2017) il wealth management è stato in Europa occidentale uno dei segmenti più interessanti del settore bancario. Con un rendimento del capitale netto del 13% i profitti hanno raggiunto i 15 miliardi di euro, secondo i dati dell’ultimo rapporto sul private banking europeo 2017 di McKinsey. La crescita organica è stata forte, poiché gli asset finanziari personali dei privati con patrimoni sopra il milione di euro sono cresciuti del 3,3% all'anno. Inoltre, le masse in gestione hanno registrato un progresso medio annuo del 5,7%, guidato quasi esclusivamente dall'aumento dei patrimoni e dall'effetto performance, legato al buon andamento dei mercati finanziari. 

Questo è un articolo riservato agli utenti FundsPeople. Se sei già registrato, accedi tramite il pulsante Login. Se non hai ancora un account, ti invitiamo a registrarti per scoprire tutti i contenuti che FundsPeople ha da offrire.