La società ha già lanciato quattro fondi che investono sui mercati privati con un totale di masse in gestione di 1,4 miliardi di euro. Tutti i dettagli nell'intervista a Andrea Perlini, investment manager della società.
“Gli investimenti in private market sono un fenomeno strutturale e non sono guidati, solamente, dalla ricerca di extra-rendimento” spiega Andrea Perlini, Investment Manager di Fideuram Investimenti SGR. Già da alcuni anni, Fideuram ha identificato l’importanza per i clienti di investire nei mercati privati e, dal 2016, ha creato la gamma di prodotti Fideuram Alternative Investments (FAI), fondi di investimento alternativi che investono sui mercati privati.
La piattaforma, dalla sua nascita, ha raccolto quasi 1,4 miliardi di euro. Lo scorso anno è stato lanciato il quarto fondo di investimento alternativo di diritto italiano, mobiliare, di tipo chiuso denominato “FAI – Mercati Privati Europei” (gestito in collaborazione con Tikehau Capital) che ha raccolto, nella prima finestra di collocamento, oltre 400 milioni di euro ed è stato sottoscritto da circa 3.000 investitori italiani, clienti delle reti Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking. E’ in corso una seconda finestra di collocamento del fondo che si chiuderà il prossimo 31 marzo.
Processo d’investimento
Il team Multimanager & Alternative Investments di Fideuram Investimenti è composto da 11 persone, specializzate sulle diverse asset class e strategie di investimento. Il processo di selezione degli asset manager in ambito di private markets avviene attraverso analisi basate su fattori quali-quantitativi.
La prima analisi viene fatta sulla società di gestione, valutando la solidità della piattaforma, dei team di gestione e verificando che la struttura sia in linea con le best practice internazionali. Molto importante è inoltre l'analisi dell’expertise della controparte nelle varie strategie oggetto di investimento (Private Equity, Private Debt, Infra, Real Estate). Per quanto riguarda la parte quantitativa invece, si guarda ai risultati passati in termini rischio-rendimento ed alla capacità del gestore di replicare i risultati passati in futuro.
“Cerchiamo quei fondi che contribuiscano attivamente alla creazione di valore nel tempo nelle imprese in cui investono”, spiega il manager. “Per noi è molto importante che venga supportata la capacità dell’azienda di accrescere competenze distintive, favorito lo sviluppo di capitale umano, l’investimento in tecnologie all’avanguardia e la promozione dell’internazionalizzazione”.
Orizzonte temporale e tipologie di soluzioni d’investimento
“Cerchiamo di rispondere alle esigenze della clientela con soluzioni d’investimento taylor made”. La costruzione di portafoglio si basa sul principio di diversificazione. La piattaforma di Fideuram per le soluzioni alternative è composta da fondi chiusi che investono in private equity, private debt, real estate e infrastrutture.
“Ogni fondo ha un’esposizione alla componente azionaria non quotata, obbligazionaria, agli immobili e alle infrastrutture che viene determinata in base alle opportunità di mercato, alle competenze dei gestori selezionati ed alle esigenze della clientela. Inoltre, diamo importanza a criteri di sostenibilità perché si sposano molto bene sia con l’orizzonte di investimento dei mercati privati sia con la possibilità per il fondo di Private Equity di definire le policy di sostenibilità dell’impresa, anche con l’obiettivo di mitigare i rischi complessivi, come ad esempio quelli reputazionali”.
L’investimento del cliente avviene attraverso un unico richiamo di capitale nel momento della sottoscrizione del fondo, sarà poi compito del team di gestione di Fideuram allocare il portafoglio e della società di gestione selezionata individuare le aziende oggetto di investimento. Il periodo di investimento e le soglie d’ingresso sono più contenute rispetto alle tradizionali soluzioni di private markets: “I clienti possono avere accesso a questi programmi con tagli minimi di 100 mila euro ed il capitale viene investito nelle aziende target in un arco temporale previsto di 3 o 4 anni”, conclude il gestore.